How-To: Hackare gli URL di Google nella Ricerca

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Google, Google e ancora Google. Ultimamente se ne parla molto, di questo famoso ed apprezzato Motore di Ricerca e dei molteplici servizi Online che esso e il suo Team offrono, i quali sono continuamente a lavoro, per brevettare e mettere a punto nuove tecnologie per stimolarci ulteriormente.
Personalmente, io usufruisco di molti servizi offerti da Google, e anche del suo “Search” ovviamente, e devo ammettere che non mi delude mai, soprattutto nelle ricerche più accurate che devo compiere durante il giorno.
Beh, bando alle ciance, come si suol dire, direi di passare al dunque, e di giungere quindi al tema del post, che credo vi coinvolgerà molto.

Oggi vogliamo proporvi uno di quei piccoli ma utili tricks, che fanno la gioia di molti utenti Internet; come avrete ben capito, mi riferisco a Google, e al suo Motore di Ricerca.
Potrete ricercare i Link che appartengono alla parola chiave, dalle ultime 24 ore fino ad un anno; molto utile per filtrare i tanti risultati, ricercando così, in maniere rapida e più semplice di quella “standard”.
Ecco come fare:

Internet e sicurezza, ecco la prossima generazione dei CAPTCHA

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I sistemi automatizzati riescono in maniera sempre più semplice a decifrare i CAPTCHA (cioè quei piccoli indovinelli – letterali o matematici – che si propongono all’utente prima di postare su un sito o di iscriversi a un servizio, per dimostrare effettivamente che davanti al computer c’è un essere umano). Il fatto è che la tecnologia avanza per tutti, e gli sforzi fatti dagli esperti in sicurezza vengono puntualmente vanificati dagli sforzi dei cracker per bucarli.

I ricercatori della Penn State University hanno sviluppato un CAPTCHA di ultima generazione, che stanno per brevettare, basato sull’intelligenza dell’utente, al quale viene proposto in due step di riconoscere – nel primo – il centro geometrico di un’immagine contenuta all’interno di un’altra immagine, e nel secondo di scegliere tra una lista di nomi quello che più si avvicina a un’immagine distorta che viene proposta. Le immagini sono state sviluppate per essere – al momento – difficilmente riconoscibili da un computer, perché sono basate su una sequenza di colori, texture e forme completamente casuale.

Google News aggiunge la possibilità di cercare le dichiarazioni

Google News aggiunge la possibilità di cercare le dichiarazioni

Google News famosissimo news aggregator di casa Google ha aggiunto alle sue funzioni di ricerca un novità davvero molto interessante, e che potrà ritornare particolarmente utile nel caso si stiano effettuando ricerche su un determinato personaggio.

Infatti da oggi è possibile trovare su Google News le citazioni o dichiarazioni, dall’inglese quotes, se cercheremo dei personaggi come George Bush o Fernando Alonso o perché no Silvio Berlusconi. Per prima cosa dovremo impostare la pagina di Google News in modo che ci mostri le notizie del United States (U.S.). Dopo di che ci basterà cercare un personaggio, io ad esempio ho provato con George Bush, per ottenere l’ultima citazione attribuita a lui, sfortunatamente Google mostra solamente la citazione più recente nei risultati.

14 modi per aiutare la scienza nei momenti di inattività del PC

Da bravi geek sicuramente amerete il mondo scientifico, così come sarete a conoscenza della funzione del calcolo distribuito, vale a dire quando più computer in tutto il mondo, grazie alla grande rete, collaborano al raggiungimento di un determinato obiettivo, mettendo a disposizione la propria potenza di calcolo nei cosiddetti “tempi morti”.

Ed allora perchè non vedere subito insieme ben 14 modi per aiutare la scienza nei momenti di inattività del PC? Dall’astronomia alla medicina, passando per le nano-tecnologie e le animazioni 3D ce n’è davvero per ogni gusto:

  1. Stardust@Home: missione della NASA per studiare al meglio le particelle stellari.
  2. SETI@Home: per cercare segni di vita intelligente nello spazio, tramite i segnali radio.
  3. Folding@Home: per studiare l’avvolgimento delle proteine e capire lo sviluppo di alcune malattie.
  4. Cosmology@Home: per scoprire quale teoria sull’universo si avvicina di più alla realtà delle cose (progetto dell’Università dell’Illinois).
  5. FightAIDS@Home: progetto del laboratorio Olson per scoprire una cura contro l’AIDS.

Come avere la ricerca nelle pagine in stile Safari in Firefox

Se c’è un aspetto grafico di Safari che avrei sempre voluto aver a disposizione, per quanto di dubbia utilità, in Mozilla Firefox è sicuramente quello relativo alla ricerca all’interno delle pagine.

Come potete ben vedere nel video qui sopra, si tratta di un simpaticissimo effetto “rimbalzo” dell’evidenziatore su ogni parola trovata nel corso della ricerca, con in più un oscuramento del quadro circostante, proprio per permettere all’utente una più immediata individuazione dei risultati della ricerca effettuata.

E poteva una funzione del genere rimanere a lungo estranea ad un browser versatile come quello del panda rosso? Certo che no, quindi ecco quindi come procedere per avere la ricerca nelle pagine in stile Safari in Firefox. Basta copiare qualche file nelle cartelle del proprio profilo, installare una leggerissima estensione ed il gioco è fatto:

iGoogle: arriva la funzione ricerca anche per i temi

iGoogle: arriva la funzione ricerca anche per i temi

Come avevamo detto tempo fa su iGoogle è possibile creare il proprio tema e successivamente pubblicarlo. Ovviamente moltissimi utenti si sono sbizzarriti nel creare i temi più affascinanti, colorati, accattivanti, etc. ovviamente gente che con Phostoshop ci sa fare, voglio dire con questo che non troverete mai un mio tema per iGoogle.

Ma come accade in questi casi si è creata una sovrabbondanza, ed ora i temi sono più di 360, quindi come facciamo a trovare il tema che c’interessa? Non possiamo perdere ore ed ore a cercare il tema che c’interessa!

Trovato il modo di decriptare facilmente informazioni cifrate

Trovato il modo di decriptare facilmente informazioni cifrate

Un brivido deve aver scosso i produttori dei sistemi operativi e software di sicurezza alla notizia diffusa dall’università di Princeton. Infatti Edward W.Felten, direttore del Center for Information Tecnhology Policy ha raccontato di essere riuscito con il suo gruppo di ricercatori a rubare i dati crittografati memorizzati in vari tipi di elaboratori.

Quando i computer vengono spenti i dati contenuti nella memoria volatile chiamata Dram non svaniscono subito, ma possono rimanere anche per diversi minuti. “Intervenendo in questa fase con un sistema di raffeddamento ad azoto liquido, cioè a meno 169 gradi centigradi è possibile mantenere vive le informazioni per ore e collegandosi con un programma opportuno per trasferirle.

Come velocizzare l’accesso ai file grazie ai tag

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Soprattutto grazie al dilagante successo del web 2.0, molti di voi avranno sicuramente utilizzato moltissime volte i tag, ossia le “etichette” da assegnare a ciascun elemento (un video, una canzone, un documento) per poterlo catalogare al meglio e raggrupparlo insieme ad altri di tipo simile.

Oggi vedremo insieme come velocizzare l’accesso ai file salvati sui nostri PC, applicando proprio il criterio dei tag così in voga (ed utile) sulla grande rete. Tutto quello che ci serve sono due software leggeri, veloci e gratuiti:

I giovani della “generazione Google”? Sono impazienti e intolleranti verso il Web

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I giovani della “generazione Google” sono impazienti e intolleranti verso internet. Parola dello University College di Londra, che ha svolto una ricerca sull’utilizzo della rete da parte dei ragazzi di oggi. Ventenni che sicuramente si trovano a proprio agio con il computer come nessuna delle precedenti generazioni, ma che forse proprio perché si trovano troppo a proprio agio, si trovano sempre più a commettere degli errori.

È quasi ovvio che i ventenni di oggi diano “del tu” al computer molto più che i ventenni di cinque o dieci anni fa. Poi, però, se leggiamo bene tra le righe della ricerca, capiamo che utilizzare di più il computer non significa essere più inclini all’uso del computer, anzi. “Gli studenti di oggi – si legge – passano molto più tempo al computer, ma mostrano anche un’incredibile impazienza verso la ricerca e la navigazione, e tolleranza zero nei riguardi di qualsiasi ritardo o problema che impedisca loro di soddisfare entro pochi secondi i propri bisogni di ricerca”.

Cercare scritte all’interno di immagini? Tra poco, con Google, si potrà. Ed è polemica

Scritta

Google non molto tempo fa (ma la notizia è stata data da pochissimo) ha registrato con un brevetto un sofisticato sistema per cercare testo all’interno di immagini. Il sistema, che sarà usato prevalentemente all’interno di Google Ricerca Immagini, darà la possibilità non solo di effettuare una ricerca nel nome del file, ma anche all’interno delle eventuali scritte (proprio come nella foto qui sopra) presenti in un’immagine.

Così, per fare qualche esempio, sarà più semplice trovare nomi di negozi, le scritte sui muri, i nomi di palazzi, le insegne e così via. Ovviamente, la tecnologia non sarà utilizzata solo per la ricerca immagini, ma potrebbe venire utilizzata all’interno del tanto criticato Google Street View, la funzione di Google Maps (che ancora non è arrivata in Italia) con la quale è possibile vedere fotografie scattate al livello stradale delle vie delle principali città. Ma è subito polemica su un’ennesima invasione della privacy.

La biblioteca dell’università del Michigan e Google book search. Una storia d’amore

Biblioteca

Chi l’ha detto che tutti i bibliotecari e tutte le biblioteche sono contrari al progetto di Google di scannerizzare milioni di libri e metterli online disponibili a tutti gli studiosi e i lettori del mondo? Paul Courant, direttore della biblioteca dell’università del Michigan, ha le idee molto chiare. “L’università del Michigan e le altre biblioteche che stanno partecipando al progetto – ci tiene a precisare – stanno cambiando il mondo. In meglio“.

Google, in particolare, digitalizzerà sette milioni di testi nella sola biblioteca del Michigan, e il costo per l’università sarà pari a zero. Non solo: l’ateneo ovviamente continuerà a detenere i diritti sui libri, e avrà anche una copia elettronica di tutta la digitalizzazione. Un’opera di preservazione che, se affidata a una società esterna, sarebbe costata migliaia di Dollari.