Personal Blocklist, Google rilascia un’apposita estensione per Chrome mediante cui bloccare i siti web indesiderati tra i risultati di ricerca

Non molto tempo addietro, qui su Geekissimo, avevamo dato uno sguardo ad apposite estensioni per Google Chrome mediante cui ottimizzare la comparsa dei risultati di ricerca andando a rimuovere tutti i vari ed eventuali siti web indesiderati o, per meglio intenderci, da poter contrassegnare come spam.

Tuttavia, tutti gli add-on proposti sino ad ora, come d’altronde la maggior parte delle estensioni disponibili per il browser web del gran colosso delle ricerche online, erano stati rilasciati da sviluppatori estranei a Google, il che, invece, rende Personal Blocklist una risorsa ben diversa dalle altre.

Di cosa si tratta? Molto semplice: di una nuova ed interessantissima estensione, compeltamente gratuita, utilizzabile anche in lingua italiana (per la gioia di tutti noi utenti dello stivale!) e resa disponibile direttamente dalla nota azienda di Mountain View, che, senza troppi giri di parole, consente di migliorare notevolmente la visualizzazione dei risultati di ricerca permettendo dunque di rimuovere i siti web di dubbia attendibilità.

Google Search Spam Blocker, rimuovere lo spam dai risultati di ricerca di Google

Spesso accade che, utilizzando Google per eseguire le proprie ricerche online ed immettendo una specifica parola chiave, ci si ritrovi a dover fare i conti con link spam o, comunque sia, con collegamenti che, per un motivo o per un altro, riteniamo ben poco attendibili.

Purtroppo, a patto che non si disponga di una buona memoria e nell’eseguire una successiva ricerca ci si ricordi di evitare la visualizzazione di specifiche pagine web, cercare di aggirare spam e quant’altro diviene un’impresa piuttosto difficoltosa, se non addirittura impossibile.

Una situazione di questo tipo, fortunatamente, può però essere risolta in modo abbastanza pratico ricorrendo all’impiego di un’apposita estensione tutta dedicata al browser web di casa Google.

Search Engine Blacklist, escludere i siti web indesiderati dai risultati di ricerca di Google

Navigare in rete costituisce senz’altro una tra le operazioni maggiormente eseguite da un ampio numero di utenti, tuttavia, tra i meandri del web, è ben risaputo che le insidie nelle quali è possibile incappare non sono mai troppo poche.

È questo il caso dei siti web indesiderati, il risultato più palese della presenza di spam tra i risultati di ricerca, ai quali, purtroppo, non è possibile sfuggire se non facendo affidamento sulla propria memoria e, ovviamente, utilizzando anche una buona dose d’accortezza.

Una situazione di questo tipo potrebbe però essere resa decisamente ben più semplice ricorrendo all’utilizzo di un’apposita estensione dedicata però solo ed esclusivamente a Google Chrome.

Google Webspam Report, segnalare rapidamente i casi di spam individuati navigando online

Visionare il web in maniera fluida, efficace e senza incorrere in varie ed eventuali problematiche in grado di andare a compromettere l’effettiva sicurezza di ciascun utente risultano senz’altro tre interessanti prerogative che, generalmente, dovrebbero andare a caratterizzare l’operato di ciascun navigatore della grande rete.

A tal proposito appare dunque decisamente utile cercare di segnalare, ovviamente per quanto possibile, quelle che sono le pagine web contenti spam che, spesso e malvolentieri, vanno ad intaccare la visione del web del singolo utente, infastidendo e rallentando le tempistiche di ricerca.

Tuttavia Google ha ben pensato di fornire a tutti gli utilizzatoti del proprio browser web un’apposita estensione ideata esattamente al fine di far fronte efficacemente alla problematica in questione permettendo di segnalare rapidamente quelle che sono le pagine web contenti spam.

TextFlip, come ruotare un qualsiasi testo

Per noi geek navigare in internet, lasciare commenti, linkare siti web, lasciare una nostra e-mail su di un forum ed avere una password, sono delle cose che facciamo per tutto il giorno, senza accorgerci che queste informazioni rimangono nel mondo di internet, le quali possono essere lette da tutti ed a volte questo diventa un vero problema quando programmi automatici iniziano ad inviare messaggi di SPAM e così via.

Quello che voglio presentarvi è una applicazione OnLine che ci permette di risolvere sia il problema dello spam, sia il problema delle password, ma è anche un valido strumento per divertirsi a scrivere parole a testa in giù.

Bit.ly contro lo spam su Twitter

Bit.ly

Ormai è una prassi a cui siamo abituati, come un servizio web incomincia la sua scalata al successo, ecco che dietro l’angolo appare lo spettro dello spam, una pratica personalmente incomprensibile dal momento che non credo esista ancora un numero di utenti valido da gabbare, ma che in ogni caso continua ad imperversare dall’alba del web.

Twitter come sappiamo non ne è immune, anzi per molti versi si sta trasformando in un vero e proprio repository di spammers, che trovano vita semplice nel link sharing che è parte integrante del social network e dunque difficilmente filtrabile.

Bit.ly è il servizio di URLs shortner che è stato ufficialmente adottato da Twitter come servizio standard e che in poco tempo ha sconfitto la foltissima concorrenza. Adesso Bit.l darà il suo contributo alla lotta allo spam. Lo farà affidando l’analisi dei link sottopostigli a tre differenti servizi.

Ancora spam su Twitter

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Il fenomeno dello spam è vecchio quanto il web si sa, ma adesso sta raggiungendo proporzioni preoccupanti. Le considerazioni macroscopiche ritengono che lo spam sia una delle principali cause se non la principale, di saturazione della rete. Ogni giorno milioni di email di spam vengono inviate e ricevute.

Lo spam sulle caselle di posta sta soffrendo periodi cupi grazie ai filtri antispam sempre più sofisticati e precisi, ma sta trovando nuova vita nei social network. Al momento infatti se avete una discreta attività su Facebook, ma soprattutto su Twitter avrete certamente già ricevuto delle @reply che non riconoscete e che vi invitano a visitare questo piuttosto che l’altro sito.

Se sia da considerarsi spam anche l’attività che molti accounts fanno, di seguire in massa quantità enormi di utenti ogni giorno, al solo scopo di essere seguiti a loro volta e poter vantare, ammesso che sia da vantare, numeri stratosferici di followers. Per quanto fastidioso lo spam è in ogni caso innocuo in se per se e capita di non preoccuparsene.

Websense e i virus della prima metà del 2009

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WebSense è un’agenzia esperta nel controllo di attacchi virus via rete e non solo. Si occupa di segnalare quotidianamente i nuovi virus che vengono trovate nella rete o nelle email. Come ogni sei mesi, stila un report che ci racconta nei dettagli, come è andato l’aspetto sicurezza nella prima metà dell’anno, in questo caso, oggi, vedremo i primi sei mesi dell’anno 2009.

Il 77 per cento dei siti internet, nella prima metà del 2009 è stato compromesso con l’inserimento di codice maligno all’interno del codice originario. Invece, il 95 per cento dei commenti, lasciati nei blog, chat e forum è composto da commenti di spam. Non è neanche così rosa l’aspetto link maligni, il 69 per cento della pagine contenenti contenuti discutibili (porco, droga o altro) avevano almeno un link maligno e in questi primi sei mesi, ne è stato scoperto un buon 79 per cento tra tutti i siti aperti nella prima metà del 2009.

TxtNinja, proteggersi dallo spam con “una semplice GIF”

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La maggior parte dei contenuti visualizzati dai motori di ricerca, derivano in primo luogo da pagine web di vario genere, di cui il contenuto viene indicizzato e reso disponibile nei processi di rilevamento.

Spesso però i motori di ricerca vanno ad includere nei propri risultati anche dati ed informazioni causa di successivo spam, come ad esempio indirizzi di posta elettronica o magari del testo presente nella firma utilizzata per un forum.

Proprio per questo motivo è stato dunque ideato un applicazione capace di nascondere, agli strumenti di ricerca, la parte testuale e quindi indicizzabile di una data serie di informazioni, propinando il tutto sottoforma di immagini.

Si tratta di TxtNinja, semplice e comodo strumento on the web, completamente libero e gratuito, capace di trasformare parole, frasi, indirizzi e-mail e quant’altro sotto forma di immagini GIF.

VidoopCAPTCHA: solo un altro modo per evitare lo spam?

VidoopCAPTCHA

Se siamo stanchi di vedere delle misure antispam completamente inefficaci o alquanto brutte da vedere nei nostri siti, c’è bisogno di cambiare. E noi, oggi, questo vi proponiamo di fare!

Addio ai vecchi caratteri da riconoscere nel classico quadratino. Addio all’azione di interpretazione di codici non comprensibili neanche per gli umani o alle solite addizioni o sottrazioni che anche i pc hanno cominciato a fare da soli. Signori, qui c’è VidoopCAPTCHA!

VidoopCAPTCHA è un interessante servizio online che consente di offire misure antispam basate sul riconoscimento immagine-parola che risultano essere, oltre che gratis, anche efficienti e, diciamocela tutta, più belle da vedere.

Continuano gli attacchi a Twitter, parola di Biz Stone

Attacco DDoS per Twitter

A quanto pare, gli utenti malitenzionati che hanno messo in ginocchio Twitter e Facebook negli ultimi giorni non hanno la minima intenzione di fermarsi, anzi si preparano a sferrare nuovi attacchi nella speranza di fare più danni possibili, e probabilmente di carpire anche qualche dato personale. Tutto ciò, considerando anche le recenti ondate di spam che stanno colpendo i maggiori Social Network del mondo, dovrebbe indurre gli utenti a riflettere meglio su quali sono i reali rischi per la privacy.

Negli ultimi giorni infatti Twitter è stato oggetto di un attacco DDoS, Distributed Denial of Service, che ha messo fuori gioco oltre al secondo Social Network più famoso al mondo anche le applicazioni di terze parti, che ovviamente ne sfruttano le API. Uno degli esempi più eclatanti è UberTwitter, il famoso client Twitter per BlackBerry, che ha avuto seri problemi di funzionamento nel corso di tutto l’attacco.

TweetBlocker, difendiamoci dallo spam su Twitter

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Si dice che le sorprese non finisco mai, ed è proprio vero, peccato che spesso, anziché risultare qualcosa di bello e di divertente, nella maggior parte dei casi, per quanto riguarda il mondo del web, si rivelano un qualcosa di alquanto fastidioso.

E’ il caso dello spam su internet, che con l’avvento dei Social Network dilaga inevitabilmente anche sui profili dei vari utenti.

Twitter costituisce ad esempio una delle piattaforme di social networking sempre più colpite da casi di spam, il che risulta un qualcosa di altamente inopportuno ed irritante.

Proprio per questa ragione è stata quindi elaborata un applicazione online per i suoi utenti, grazie alla quale è possibile filtrare in modo pratico e veloce lo spam sul noto Social Network, impedendo dunque agli spammer di infastidirci.

MailTo Encoder: una mossa semplice ma importante contro lo spam!

MailTo Encoder

Oggi, per riprendere la tematica dell’articolo di ieri, non cambiamo molto argomento, non discontandoci, quindi, dall’ambito delle email. Servizi diversi quelli presentati, ma dalla pari utilità.

Negli ultimi anni lasciare un indirizzo email su internet è diventato quasi un azzardo. Molti, purtroppo, sono gli spammer all’agguato e molte, purtroppo, sono le email che loro inviano. Bisogna escogitare un buon metodo per evitare problemi. MailTo Encoder potrebbe essere quello giusto.

MailTo Encoder è un interessante servizio online che consente anche a chi non ha conoscenze circa la programmazione web di codificare il nostro indirizzo email in modo da renderlo meno soggetto all’invio di spam da parte dei bot.

Spam tramite email o tramite social network: a che punto siamo?

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I geek più accorti si saranno anche dimenticati della questione “spam”, capaci come sono di settare ed utilizzare filtri di cui poi, praticamente, ci si dimentica anche l’esistenza per quanto riescono a filtrare bene le email indesiderate, nonostante lo spam tramite email rappresenti il 94% di tutte le email che girano in questo momento sul web.

Eppure c’è un mondo di utenti Internet che lo spam lo continuano a ricevere e, soprattutto, ci continuano a cliccare per i più disparati motivi. E’ per questo motivo che qualche giorno fa il MAAWG (Messaging Anti-Abuse Working Group) ha pubblicato un sondaggio molto interessante su questo fenomeno in costante ascesa, elaborato all’inizio dell’anno su un panel di 800 utenti “privati” senza conoscenze in termini di sicurezza tra Stati Uniti e Canada.

Circa un terzo degli intervistati ha ammesso di rispondere a delle email sospette di spamming. All’interno di questa percentuale, poi, circa il 17% ha detto di aver cliccato per errore, il 13% per lamentarsi con lo spammer, mentre il 12% è stato comunque interessato al prodotto o al servizio reclamizzato. Degno di nota, inoltre, è il fatto che il 21% degli intervistati ha ammesso candidamente di non fare assolutamente nulla per evitare di essere soggetto al problema dello spamming.