Google vuole combattere la pirateria con l'advertising

Google vuole combattere la pirateria con l’advertising

Google vuole combattere la pirateria con l'advertising

Che Google cerchi di darsi il più possibile da fare per combattere la pirateria non è sicuramente una novità ma che ora voglia farlo sfruttando l’advertising si.

Secondo Google, infatti, oltre a bloccare l’indicizzazione dei siti web che offrono accesso a risorse P2P illegali è necessario adottare un approccio relativamente nuovo e che secondo l’esperienza recente ha dimostrato le sue potenzialità.

Tale approccio consisterebbe nel bloccare il business generato sui siti web in questione dalla visualizzazione dei banner pubblicitari, una tecnica questa che premetterebbe di limitare notevolmente l’afflusso di denaro verso coloro che si occupano della gestione delle piattaforme mettendo dunque KO l’attività.

Musica download illegale calo merito streaming

Musica: download pirata in calo, il merito è dello streaming

Musica download illegale calo merito streaming

La riproduzione in streaming dei brani musicali sta iniziando a dare i suoi buoni segnali per la lotta alla pirateria o almeno così sembrerebbe stando a quelli che sono gli ultimi dati emersi da una recente analisi a stelle e strisce.

A quanto pare, infatti, il numero complessivo degli utenti che si servono di servizi P2P per effettuare il download di musica online è diminuito, tra il 2011 e il 2012, di circa il 17% e, di conseguenza, anche il volume dei file musicali scaricati in maniera illegale dai servizi in questione è calato di circa il 26% in un solo anno.

A fornire i dati in questione è l’NPD che mediante un apposito studio ha illustrato come l’attività illegale di download su P2P stia diminuendo ogni giorno di più, un dato questo che, naturalmente, va tutto a favore dell’industria e, sopratutto, delle major.

Condanna 5 anni P2P

P2P, condanna a 5 anni per l’upload illegale dei film

Condanna 5 anni P2P

Quella che è stata inflitta a Jeramiah Perkins, residente a Portsmouth (Virginia), è senz’altro la condanna di maggior portata assegnata, ad oggi, per aver effettuo l’upload di film su P2P.

Nel corso delle ultime ore, infatti, Perkins, uno dei membri più attivi del gruppo iMAGiNE impegnato proprio nell’upload e nella distribuzione in rete dei film tramite BitTorrent, è stato sottoposto al parere del giudice che, appunto, ha dovuto esprimersi con una sentenza senza precedenti.

Jeramiah Perkins, infatti, è stato condannato a ben 5 anni di detenzione per aver registrato e caricato su P2P pellicole cinematografiche appena uscite in sala, un’operazione questa palesemente non consetita dalla legge ed in violazione delle normative sul copyright.

Tra le pellicole in download elencate nella sentenza e finite sul banco degli imputati sono presenti titoli quali The Men Who Stare at Goats”, “Iron Man 2″ e “The A-Team”.

Gli utenti che scaricano file illegali sono quelli che comprano di più

P2P, gli utenti che scaricano contenuti illegali sono anche quelli che comprano di più

Gli utenti che scaricano file illegali sono quelli che comprano di più

Lo hanno sempre sostenuto, e continuano tutt’ora a farlo, le major appartenenti al mondo del cinema ed a quello della musica ed associazioni di vario tipo: scaricare film, musica e video dalle reti di file sharing è una procedura che provoca danni economici irreparabili.

Coloro che scaricano contenuti da internet in maniera illegale infatti, nella maggior parte dei casi, non sono intenzionati a procedere all’acquisto dei medesimi contenuti sotto forma legale.

La recente indagine condotta dall’American Assembly, un’organizzazione indipendente affiliata alla Columbia University, ha però offerto un altro e ben diverso punto di vista della situazione.

SABAM e Netlog: la Corte UE dice no ai filtri P2P sui social network

Netlog no filtri P2P

La SABAM, la Società degli Editori Belga, è stata soggetta, nel corso delle ultime ore, ad una nuova sconfitta contro il ben noto social network Netlog ed anche contro il P2P.

La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha infatti stabilito che, nella causa che vede coinvolta la SABAM e Netlog, il gestore di una rete sociale in linea non può essere costretto a predisporre un sistema di filtraggio generale, riguardante tutti i suoi utenti, per prevenire l’utilizzo illecito di opere musicali e audiovisive, diversamente da quanto sostenuto dalla Siae del Belgio che aveva accusato il celebre social network di non fare nulla per impedire lo scambio dei file protetti da copyright tra i suoi utenti.

La vicenda, nel dettaglio, ha però inizio nel 2009, ovvero quando i vertici di SABAM trascinarono Netlog NV dinanzi al Tribunale di primo grado di Bruxelles ove la collecting society chiedeva un’ingiunzione per costringere il social network ad interrompere immediatamente le attività di condivisione di contenuti audio e video sui profili degli utenti.

In Svizzera il P2P resta legale

P2P legale

Attenendosi a quelli che sono i dati di un recente studio riportato dal governo svizzero risulta che circa il 30% della popolazione avente più di 15 anni è solita scaricare musica, film e videogiochi senza pagare alcunché mentre più della metà degli abitanti, almeno stando a quelle che sono le informazioni emerse dal censimento del 2010, ha anche acquistato contenuti in maniera legale ma, in ogni caso, resta comunque fermo il fatto che in Svizzera il download da internet di contenuti audiovisivi destinati ad un utilizzo personale rimarrà un’attività lecita.

L’annuncio arriva direttamente da un recente comunicato reso noto dal Consiglio Federale Elvetico mediante cui viene anche annunciato che non sarà apportata alcuna modifica alle attuali leggi in materia di diritto d’autore e non verrà implementata alcuna misura punitiva così come, invece, è stato deciso in altri paesi.

Lo scaricamento di contenuti destinati ad un utilizzo personale, infatti, andrebbe a configurarsi come un fenomeno complementare ed equiparabile, così come dichiarato dagli stessi vertici del Consiglio Federale Elevetico, a svariate altre tecnologie del passato come, ad esempio, la fotocopiatrice, le audiocassette ed anche i videoregistratori.

La Corte UE dice no ai filtri per il file sharing illegale

La UE respinge l'imposizione dei filtri anti-pirateria a tutti gli ISP

Gli internet provider non potranno effettuare procedure atte ad impedire gli utenti di accedere ai canali per la condivisione di file anche qualora queste dovessero risultare utili per impedire il file sharing illegale: è esattamente questo quanto stabilito da una recente sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europa.

Il principio espresso appare abbastanza chiaro: anche se la tutela della proprietà intellettuale va a configurarsi come un aspetto fondamentale questo non può far si che vengano escluse altre priorità e, in particolare, tale tutela deve essere bilanciata con quella di altri diritti fondamentali.

La sentenza, nello specifico, fa seguito ad una denuncia, risalente al 2007, presentata presso la Corte della Sabam (società degli editori, compositori e produttori belga) con l’intenzione di estendere a tutti gli ISP del paese dei filtri imposti in sede legale alla Scarlet Extension SA, il provider autore dell’attuale ricorso alla Corte Europea.

E chi l’ha detto che il peer to peer è illegale?

E chi l\'ha detto che il peer to peer è illegale?

Inutile non dirlo il P2P viene utilizzato sopratutto per scopi illegali. Software come BitTorrent o LimeWire servono per scaricare file protetti da copyright.

Ma come tutti i veri geeks sanno, il peer to peer è anche un ottimo mezzo di distribuzione per file non protetti dal diritto d’autore, la prima cosa che mi viene in mente sono le distro Linux.