Anonymous TYLER

TYLER, Anonymous sta per lanciare il suo Wikileaks

Anonymous TYLER

La ferita creatasi, giorni fa, tra Anonymous e Wikileaks è ancora ben aperta e l’indiscrezione proveniente direttamente dalla Russia andrebbe a confermare ulteriormente l’addio che il gruppo di hacker hacktivisti aveva dato a Julian Assange agli inizi del mese corrente.

Anonymous, infatti, stando a quanto reso noto, avrebbe intenzione di creare una piattaforma per la pubblicazione di documenti scottanti e di rilievo procedendo in maniera analoga, o quasi, a quanto fatto da Assange con il suo Wikileaks e senza chiedere un solo centesimo agli utenti.

Un membro del gruppo di hacker in un’intervista tramite mail concessa a Voice of Russia ha infatti parlato di TYLER ovvero il progetto novità in arrivo specificando però che Anonymous ha già avuto modo, sino a questo momento, di mettere in campo piattaforme  più o meno simili.

Anonymous 5 novembre Operazione vendetta

Anonymous dice addio a Wikileaks e ad Assange

Anonymous abbandona Wikileaks

Mediante un apposito tweet pubblicato sul proprio account Twitter il gruppo hacktivista Anonymous ha detto formalmente e definitivamente addio a Wikileaks.

Dopo oltre due anni di sostegno, di azioni dimostrative e di attacchi online alle istituzioni incolpate di aver abbandonato Julian Assange ed il suo portale e di essersi rivoltate contro alcune ore fa Anonymous ha dichiarato di non volersi più dedicare alla faccenda.

Il motivo della scelta fatta da Anonymous è, a quanto pare, imputabile alla direzione presa da Wikileaks, sempre più concentrato sulle sorti del suo fondatore che sulla diffusione di informazioni.

Connessa alla questione missione di Wikileaks vi è poi un altra importante ragione che ha portato Anonymous a dire addio ad Assange e alla sua iniziativa: le sempre maggiori contraddizioni dei metodi di raccolta dei fondi.

Wikileaks vittoria Visa Mastercard

Wikileaks, vittoria in Islanda contro il blocco di Visa e Mastercard

Wikileaks vittoria Visa Mastercard

Quella ottenuta da Wikileaks nel corso delle ultime ore va a configurarsi, senza alcun dubbio, come una vittoria particolarmente significativa che non può non essere celebrata dal suo founder Julian Assange.

Stando a quanto reso noto, infatti, Visa e Mastercad dovranno ripristinare i servizi di pagamento per Wikileaks poiché, a distanza di quasi due anni dal blocco, il tribunale di Reykjavik che si è occupato della vicenda ha intimato la ripresa delle regolari attività entro un tempo massimo pari a due settimane.

Nel caso in cui le attività non dovessero riprendere verrà applicata una sanzione di 5 mila dollari al giorno sin quando non venga dimostrato che l’ordine è stato recepito.

Julian Assange ha chiesto asilo politico all’ambasciata dell’Ecuador

Il ministero degli Esteri dell’Ecuador ha fatto sapere che Julian Assange, il fondatore di WikiLeaks, si è rifugiato presso la sede londinese dell’ambasciata del paese sudamericano chiedendo asilo politico.

È questo il nuovo capitolo del caso WikiLeaks e Julian Assange che va oramai avanti da qualche tempo a questa parte.

L’Ecuador sta attualmente valutando la richiesta fatta da Assange motivata, così come scritto nel comunicato ufficiale del ministero degli Esteri, da un’accusa all’Australia di aver abdicato ai propri doveri di protezione di un proprio cittadino perseguitato politicamente di fronte a richieste di interrogatorio in Svezia unitamente all’esistenza di indagini per delitti politici negli Stati Uniti dove per reati di questo tipo è attualmente in vigore la pena di morte.

Julian Assange, respinto il secondo ricorso

La Corte Suprema britannica si è pronunciata ancora una volta in merito al caso sull’estradizione in Svezia di Julian Assange, il fondatore di WikiLeaks, respingendo la nuova richiesta di riesame della difesa poiché ritenuta “senza merito”.

Quella in questione rappresentava l’ultima possibile mossa per i legali di Assange nel Regno Unito puntando, al contempo, a cercare di far riconoscere alla Corte Suprema un’interpretazione differente della vicenda che l’avrebbe costretta, almeno teoricamente, a riaprire il caso.

Ad Assange è stato però accordato un rinvio di 14 giorni per l’esecuzione dell’estradizione ed entro tale limite di tempo il fondatore di WikiLeaks accusato di violenza sessuale portà portare avanti la propria causa con un ultimo ricorso dinanzi la Corte europea dei Diritti dell’Uomo.

Julian Assange può essere estradato in Svezia

Secondo quanto stabilito dalla Corte Suprema inglese Julian Assange potrà essere estradato in Svezia, un dato questo che va a configurarsi come un brutto colpo per la lunga battaglia legale che da ben 18 mesi a questa parte ha impegnato l’oramai ben noto fondatore di Wikileaks conto i suoi accusatori e che, tenendo conto di quanto recentemente sancito, potrebbe farlo finire direttamente nelle mani degli Stati Uniti, i suoi veri nemici.

L’ex hacker, infatti, ha sempre ritenuto di essere stato vittima della vendetta degli Stati Uniti per la fuga di dati, una tesi questa che, qualche tempo addietro, ha convinto vari gruppi di hacktivisti come nel caso di Anonymous che, appunto, tra il 2010 ed il 2011 si scagliarono contro le aziende ritenute colpevoli di non aver sostenuto Wikileaks.

Julian Assange conduttore TV dal 17 aprile

Nuova avventura per Julian Assange. Dal prossimo 17 aprile, il fondatore di Wikileaks sarà il conduttore di una trasmissione TV in cui intervisterà politici, artisti e persone “visionarie” che si sono distinte per creatività e passione.

The World Tomorrow andrà avanti per 12 puntate e sarà prodotto dallo stesso Assange con la collaborazione di Dartmouth Films (una casa di produzione indipendente britannica)  ed altri sostenitori del progetto Wikileaks. La messa in onda sarà affidata al canale satellitare russo Russia Today e al sito worldtomorrow.wikileaks.org dove saranno messi a disposizione tutti gli episodi della serie.

Anonymous e WikiLeaks, avviata la pubblicazione di 5 milioni di e-mail della Stratfor

WikiLeaks pubblicazione mail Stratfor

Non se ne parlava oramai da qualche tempo a questa parte ma, nel corso delle ultime ore, WikiLeaks è tornato nuovamente sotto i riflettori attirando l’attenzione dell’intero globo terrestre grazie alla nuova diffusione di uno straordinario quantitativo di documenti.

Si tratta infatti di ben 5 milioni di e-mail che il gruppo di hacker Anonymous è riuscito a trafugare dai server della Stratfor, una tra le principali società che si occupa di offrire servizi di intelligence a svariate ed importanti multinazionali.

Nel dettaglio, il gruppo di hacker è riuscito a penetrare nei computer della Stratfor impossessandosi di tutti i messaggi di posta elettronica facenti riferimento al periodo che va da luglio 2004 a dicembre 2011.

WikiLeaks chiede donazioni e intanto chiude a tempo indeterminato

Julian Assange sospende le attività del suo sito web per mancanza di fondi ed invita ad effettuare nuove donazioni mediante meccanismi alternativi

Cattive notizie per Julian Assange e per WikiLeaks poiché, a circa dieci giorni di distanza dal primo grande flusso di rivelazioni trafugate alle ambasciate statunitensi nel mondo, il più che noto sito web viene ora sospeso a tempo indeterminato a causa della mancanza di fondi sufficienti.

Infatti il blocco finanziario mediante carte di credito e sistemi di pagamento online (MasterCard, Bank Of America, PayPal, VISA e Western Union), voluto dagli Stati Uniti ed iniziato nel Dicembre del 2010, ha comportato la perdita di circa il 95% delle entrate del sito.

Negli ultimi 11 mesi il sostentamento di WikiLeaks è stato possibile solo e soltanto grazie al denaro accumulato mediante la donazioni effettuate precedentemente al periodo del blocco ed ora, a quanto pare, il sito web, tanto amato quanto, al contempo, temuto, sembrerebbe essere destinato a restare in una fase di stallo per un periodo di tempo indefinito.

Facebook è la più terrificante macchina di spionaggio mai creata, parola di Julian Assange (Wikileaks)


In attesa di scoprire se sarà estradato in Svezia a causa dei presunti reati sessuali che pendono sulla sua testa, il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, ha rilasciato una clamorosa intervista a Russia Today in cui si è scagliato contro Facebook e le pericolose violazioni della privacy a cui il social network di Mark Zuckerberg esporrebbe i suoi utenti.

Facebook è la più terrificante macchina di spionaggio mai creata – ha esordito Assange – dispone del più completo database sulle persone, le loro relazioni personali, i loro nomi, i loro indirizzi, le loro posizioni geografiche, le loro comunicazioni con gli altri, i loro familiari; tutto conservato negli Stati Uniti e accessibile all’intelligence degli USA”.

Wikileaks, Julian Assange verso l’estradizione


Il processo a Julian Assange continua, e questa volta ci sono pessime notizie per il fondatore di Wikileaks.

Il giudice britannico Riddel ha infatti accolto la richiesta della Svezia e ha ordinato l’estradizione di Assange nel Paese scandinavo, dove come ormai ben saprete il numero uno di Wl è indagato per presunte molestie sessuali verso due ragazze (avrebbe avuto rapporti senza utilizzare precauzioni).

Assange ha ascoltato con aria impassibile la sentenza, ma già sta preparando un ricorso. L’avvocato della difesa Geoffrey Robertson ha annunciato che presenterà appello puntando sul fatto che in Svezia i processi per stupro si tengono a porte chiuse e che questo rappresenterebbe una violazione dei diritti umani del suo cliente.

Wikileaks, nuove rivelazioni sull’Italia e Berlusconi

Come preannunciato nella giornata di ieri, Repubblica e L’Espresso hanno cominciato a pubblicare nuove rivelazioni di Wikileaks riguardanti l’Italia e il suo Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. I nuovi cablogrammi (circa quattromila) riguardano le comunicazioni interne dell’ambasciata USA a Roma e si traducono in oltre 30.000 pagine di “documenti segreti che raccontano l’Italia e i suoi protagonisti” in maniera dura e cruda.

Tra le rivelazioni più “scottanti”, quelle contenute in una lettera dell’ex-ambasciatore americano in Italia Ronald Spogli (repubblicano, operativo sotto il governo Bush), che durante i suoi ultimi giorni di servizio (febbraio 2009) scrisse al neo-segretario di Stato USA Hillary Clinton definendo Berlusconi come un gaffeur affarista e l’Italia come un Paese in declino.