OpenID, lo standard del futuro per il Web, arriva alla versione 2.0
Finalmente, dopo mesi di gestazione, all’Internet Identity Workshop di Mountain View, negli Stati Uniti, è stato lanciato OpenID versione 2.0, che secondo molti potrebbe diventare il vero standard del futuro per l’identificazione degli utenti della rete.
Attualmente sono oltre ottomila i siti che accettano l’identità digitale al posto di un’username personalizzata per ognuno, e il numero è in forte crescita. Basti pensare che solo pochi giorni fa anche Blogger, la piattaforma blog di Google, ha annunciato la possibilità di scrivere e commentare con il solo OpenID, e si pensa che anche Digg provvederà presto.
Con OpenID, insomma, si hanno un username e una password unici, da poter usare (sempre gli stessi) sui diversi servizi Web che frequentiamo. È come avere una carta d’identità su internet che ci permetta di entrare dove vogliamo, al posto di avere una carta di riconoscimento per ogni sito.
Oltre alla facilità di entrata nei siti (non dimenticheremo più la password, in teoria, visto che è una sola), diventano facili anche la registrazione a nuovi servizi e la scelta di quanta porzione del nostro profilo completo condividere su un determinato sito. Inoltre, a detta di molti, se lo standard si espanderà su scala mondiale, i siti che accetteranno OpenID potrebbero venire riconosciuti come affidabili. A mio parere si tratta di un bel sistema che potrebbe davvero diventare lo standard per l’identificazione digitale. Siete d’accordo?
Via | Read Write Web
Potrebbe interessarti anche
Articoli Correlati
#1neoex
Azz avevo pensato a una cosa del genere proprio l’altro giorno! I casi 😀
Be’ iniziativa lodevole, ma siamo sicuri che non possa in qualche modo facilitare le tecniche di social engineering?
#2Karim
bel sistema ma se parliamo di security??
se uno ti becca pass sei un po nei guai se poi si aggiungono magari anke log in di banke o basti pensare ad ebay… è un po’ da rivedere approfonditamente questa cosa
#3Rintintin
Si
di base sono d’accordo.
La direzione e’ quella ,ma e’ comunque un’elvoluzione naturale della rete.
Il vero punto e’ l’anonimato che oggi e’ ancora la “regola” di base del web ,ma che e’ destinato a diventare nel tempo una scelta di ghetto.
Sono molto meno d’accordo nellpimporre la cosa pero’. Non ha molto senso che Blogger imponga ai suoi “adepti” (a questo punto ) una condizione del genere,che sa molto di “non anonimato” se e’ Blogger per primo ad essere anonimo.
Inutile girare attonro al fico la faccenda e’ li e li arrivera’, e secondo me va bene cosi.
L’anonimato sara’ elemento discriminante nel futuro del web esattamente come nel reale.
Nessuno entra n un “negozio,bar ,attivita’ qualsiasi
se vede all’interno gente non identificabile. Proviamo ad immaginare una vetrina dalla quale s’intravede gente allpinterno “mascherata” in modo che non capisci ne che faccia ha ne di che sesso sia ne e’ disposta a risponderti su questa argomntazione una volta dentro…
Pero’ non va bene imporre la cosa. QUELLO NON E’ PIU’ INTERNET.
Moltissimi blogger hanno “gettato la maschera”…si fa per dire e oggi hanno un vlto ,un’espressione,uno sguardo ect.ect.
questo blog e’ tra quelli che hanno capito la cosa e questa sara’ la strada anche per chi vorra’ commentare o scrivere all’interno di un blog.
Basta dare un occhio a Marta….non e’ certo ne la “bellezza” del personaggio ne la cura dei filmati ne i contentuti ad attrarre cosi clamorosamente l’attenzione…anche se la tipa non e’ male e’ simpatica e i contentuti sono di primissimo livello…
Robin Good stesso (il piiu’ avanti d tutti a mio parere ) l’ha capito da tempo….
Prima di pensare allputenza di un blog quindi…che si pensi e si rifletta sull’opportunita’ (ma non l’obbligo ) di finirla con il giochetto del “tutti assieme nel penitenziario e parliamoci con i folgietti o i colpi sul muro……”
perche’ alla fine anche questo e’ stato internet fino a poco tempo fa…..
poi
che si pensi pure all’utenza che commenta i blog che visita…..MA SEMPRE LASCIANDO UN MARGINE DI SCELTA
diversamente
NON E’ PIU’ INTERNET.
#4cirio
mmm..mha mi sembra un po irreale come cosa, basti pensare che se viene violato il database, non si tratterà più di un fatto unilaterale, ma che rischierà di coinvolegere milioni di siti, per non parlare poi della possibilità di scelta di ogni utente, internet è sinonimo di libertà..