I provider potrebbero iniziare a bloccare “amichevolmente” i contenuti protetti da copyright. Ennesima invasione della privacy?
Rappresentanti di At&t e di altri importanti internet provider stanno discutendo la possibilità di filtrare, a livello di rete, i trasferimenti di materiale coperti da copyright ai computer degli utenti. “Dobbiamo farlo – ha spiegato un portavoce di At&t – e dobbiamo solo trovare un metodo gentile per iniziare a farlo”. Fino ad ora i provider internet hanno agito un po’ come delle autostrade a pedaggio: noi paghiamo e viaggiamo liberamente in rete. Per fare una metafora, ora è come se le autostrade iniziassero a voler avere una propria rete di poliziotti e controllori.
A richiedere questo servizio sono ovviamente le major proprietarie di film e musica e le case produttrici di software, che si dichiarano stanche di vedere il loro materiale illegalmente distribuito su internet. Il filtraggio, dicono, già avviene su YouTube o Soapbox: che ci vuole a inserirlo anche a livello di provider? Quello che chiedono – insomma – è di iniziare ad analizzare a campione i pacchetti digitali trasmessi da tutti gli utenti e scoprire se qualcuno sta trasmettendo o ricevendo materiale protetto da copyright.
“Non è un segreto che quello che stiamo facendo per combattere la pirateria non funziona”, ha spiegato James Cicconi, senior vice president, external & legal affairs di At&t. “Per questo siamo molto interessati, insieme agli enti che proteggono il diritto d’autore, a implementare una tecnologia a livello di rete” per fermare questa piaga. L’unica soluzione, ha poi spiegato a margine della conferenza, è che i provider abbiano un approccio soft, delicato con la materia, non bloccando la connessione ma ad esempio inviando una lettera amichevole per avvisare l’utente (della serie, uomo avvisato mezzo salvato) che quello che sta facendo è illegale.
Le organizzazioni che tutelano i diritti civili su internet si stanno già muovendo per scongiurare che il Grande Fratello entri ancor di più nelle nostre case. Filtrare il materiale, infatti, significherebbe un’enorme invasione della privacy da parte dei provider, che ovviamente potrebbero spesso e volentieri fallire e bloccare contenuti di cui siamo proprietari. Sinceramente per una volta mi è un po’ difficile schierarmi a favore dell’uno o dell’altro punto di vista, perché ognuno – a modo suo – ha ragione e poi, soprattutto, perché la pirateria è un reato. Cosa ne pensate? Farebbero bene le major a chiedere ai provider un controllo per proteggere il loro materiale?
Via | Slashdot
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Diritti, Emule, Internet, P2P, Pirateria, Privacy, Problematiche, Provider Tags: Pirateria, Privacy, Provider, |
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#1Andrea9002
Uno po’ come metterlo “in quel posto” ma… notate bene: con la vaselina:)
#2smemorato
Sarebbe una grande invasione della privacy, un modo autorizzato di spiarci in nome dei diritti d’autore. E’ora di finirla nel volerci imporre le loro decisioni contro la libertà digitale. Chi vuole scaricare sa i pro e i contro…. Pensassero a cambiare la legislazione sui diritti d’autore, siam nel 2008 è ora!!! Basta campare sulla nostra pelle.
#3Tychondriax
Per definizione, il provider ha il compito di fornire accesso alla rete… Non è possibile che faccia anche da cane da guardia per ogni singolo bit che passa. Come scritto da smemorato, ognuno sa quando scarica i rischi che corre, e non sta al provider decidere cosa deve passare e cosa no.
Senza contare che, se davvero vogliono attuare ciò confrontando i dati a campione, anche siti come last.fm o pandora, che permettono di “scaricare” (tra virgolette perchè comunque i dati scaricati non sono visibili all’utente) musica su pc in maniera gratuita e legale, o altri siti del genere, diventerebbero fonte di infrazione, o sbaglio?
#4motumboe
se dev’essere, sia… soprattutto per il software, così l’open source avrà sempre di più la meglio, dal momento che sarà più difficile piratare…
#5Hernan
mi sembra che sia arrivata l’ora di ribellarci. Noi paghiamo i provider (anche troppo , confrontando i prezzi con il resto d’europa), e loro ci offrono un servizio (scarso in tutta italia, per via di speculazioni mafiose durante il cablaggio delle città, usando fili di bassa qualità) , e quindi tutti possono usufruire dei contenuti che ci sono in rete, legali o non. Dopo secoli che l’uomo si batte per la libertà di parola, con la scusa di fermare la pirateria, ci vogliono spiare e farci sapere solo cosa fa comodo a loro. Internet fa paura ai potenti, perciò lo si vuole controllare come succede con giornali e tv. E poi sembra che nel 2008 parlare ancora di diritti d’autore pare ridicolo. I copyright bloccano la crescita e l’innovazione in tutti i settori, tutelare i creatori delle cose(film, musica, invenzioni, farmaci, ecc.) , menzionarli ogni volta che usiamo la loro creazione, e con la libertà di migliorare, provare, usare la loro creazione. I profitti se li faranno se il prodotto è di qualità (sale cinematografiche migliorabili, concerti , ecc.).
Che la rete si muova prima che ci oscurino!!!
#6scareface
tanto la scappatoia si trova sicuro
#7AciD34
non preoccupatevi non sarà un problema…
#8Yado
con poche modifiche sui client + utilizzati e’ possibile oscurare (crittografando)i file , l’analisi dei pacchetti sarebbe totalmente inutile.
E questo e’ solo uno dei molti modi per evitare che il ‘provider’ possa in qualche modo sapere cosa stiamo scaricando , sbagliano completamente approccio se credono davvero che simili metodi possano in qualche modo migliorare il problema pirateria.
#9aret
do’ pienamente ragione a hernan, i nostri provider sono scadenti e quella ke i media chiamano diritti d’ autore è giusta ma nei casi i materiali siano di qualità ki nn paga il film ke va a vedere al cinema o il disco ke kompra in un negozio?
#10~gidan~
qui da noi in parte sta già succedendo da mesi.
Molti providers (Libero, Tele2…) filtrano le connessioni e rallentano p2p, youtube e altro, pur non sapendo (si spera) cosa si sta trasferendo.
E i server fasulli di emule, appartenenti a società pagate dalle major, si prendono tranquillamente la lista dei nostri files condivisi e il nostro indirizzo ip. Manca solo l’ultimo passo, che il provider dica loro chi aveva quell’ip in quel momento, e poi arriverà la letterina a casa.
ps usate peerguardian e l’offuscamento