Wikileaks, nuove rivelazioni sul caso Google-Cina
Mentre continuano a rincorrersi le voci sul destino del suo fondatore, Julian Assange (che è ancora ricercato da mezzo mondo), il redivivo Wikileaks ha pubblicato nuove interessanti indiscrezioni sul caso Google-Cina.
Un nuovo cablogramma “trafugato” dall’ambasciata americana a Pechino confermerebbe la responsabilità del governo cinese dietro gli attacchi hacker a Google dell’anno scorso, affidando un ruolo centrale nella loro ideazione a Li Changchun, sessantaseienne propagandista del regime di Hu Jintao che si sarebbe detto scandalizzato dagli articoli critici verso di lui rintracciati tramite Google.cn.
Ad entrare nel mirino dei dirigenti di Pechino, secondo Wikileaks, anche i computer di politici e militari e Google Earth, il servizio di mappe satellitari offerto da “big G”, che sarebbe stato additato dal governo cinese per la sua capacità di mostrare in maniera troppo definita gli “obiettivi sensibili” del Paese.
Ciò avrebbe spinto Hu Jintao e soci a minacciare gli USA – che per Pechino si sarebbero dovuti addossare la responsabilità di eventuali attacchi terroristici in Cina – chiedendogli di fare pressioni su Google affinché la qualità delle immagini su Maps/Earth fosse abbassata notevolmente.
La richiesta del regime comunista, ovviamente, non è stata accolta. Ma la storia è lungi dal finire qui, potete starne certi.
Non ci resta, dunque, che attendere i prossimi cablogrammi di Wikileaks e scoprire cosa le fonti diplomatiche americane sapevano/credevano ma non volevano ancora farci sapere ufficialmente.
Categorie:
Google Tags: bug cinese, Censura cinese, censura internet, Cina, Julian Assange, Wikileaks, |
||
Potrebbe interessarti anche
Articoli Correlati
#1TheSilver
Peccato non si possa tagliare fuori la cina da internet…
#2RETI
NON È COLPA DEI CINESI SE NEL LORO PAESE NON VIGE LA DEMOCRAZIA!
#3ANoob
Concordo pienamente…
#4RETI
Scusa non è colpa dei cinesi se nel loro paese non vige la democrazia!!!!!!!
#5TheSilver
Eh già, e sicuramente colpa del resto del mondo…
#6RETI
no, è colpa di chi governa… scrivi cose più sensate per favore 😉
#7Tooby
Diciamo pure che è ricercato dal mondo intero: i Paesi aderenti all’Interpol sono 188 🙂