Il fatto che l’ICANN permetterà, sia ad aziende sia a privati, di far apparire sul web suffissi ben diversi dal classico .com è oramai notizia di vecchia data così come anche il fatto che i marchi più importanti hanno già provveduto ad avanzare le proprie richieste in tal senso.
Amazon, ad esempio, ha fatto richiesta all’ICANN di poter aprire domini quali .audible, .author, .book, .news e molti altri ancora.
La richiesta del gruppo di Bezos, però, non è andata giù né agli editori a stelle e strisce né a quelli del vecchio contiente.
Infatti, proprio nel corso degli ultimi giorni sono giunte all’ICANN due lettere con le quali la Association of American Publisher (AAP), l ‘Associazione Italia Editori (AIE) e la Federazione Editori Europei (FEP) hanno puntato il dito contro il .book chiedendo all’ente di rivedere la propria posizione e di prendere in seria considerazione il fatto che consentire ad Amazon di far proprio tale dominio starebbe a significare permettere al colosso delle-commerce di sfruttare una forza di grandissimo impatto sul mercato.
L’AIE e la FED spiegano infatti che consentire ad entità commerciali di registrare domini di questo tipo e permettere loro di sfruttarli come proprietari esclusivi darebbe origine, in questo caso, a gravi danni all’intera industria del libro.
Gli editori sono molto preoccupati del fatto che l’identificazione tra questi Top Level Domains e un loro possibile unico proprietario possa fuorviare il consumatore.
Il rischio che secondo gli editori si corre è quello che i lettori posano identificare nel dominio .book una libreria universale da cui cercare e prelevare le letture d’interesse.
Per gli editori a stelle e strisce, quindi, il controllo sul dominio dovrebbe essere gestito in un’ottica di pubblico interesse, per gli editori del vecchio continente, invece, unitamente al dato in questione sarebbe opportuno che .book venisse assegnato ad un soggetto imparziale ed in grado di garantirvi l’accesso a chiunque lo desideri ed a pari condizioni.