La Cina chiude le connessioni ad altri siti, addio a Twitter, Blogger e Bing

cina

La Cina si sta dimostrando un paese alquanto poco tollerante alla diffusione delle idee. Gli ultimi “Bannati di lusso” infatti sono Twitter, Blogger e Bing. Non ci sono molte spiegazioni possibili riguardo a questa scelta, se non quella di impedire in qualche modo i contatti con il resto del mondo.

Blogger, come ben sapete, permette ad ognuno di creare il proprio blog personale, evidentemente il governo ha ritenuto che potesse essere un veicolo di trasmissione di informazioni pericoloso. D’altronde, la Cina ha 50 milioni di bloggers (passatemi la ripetizione), e non sono pochi. Lo stesso discorso si può fare per Twitter, che contribuisce in qualche modo alla diffusione delle notizie in giro per il mondo, non dimentichiamoci che gli utenti del social network sono moltissimi.

Filosofia Geek: bocciata la legge francese per punire gli incalliti downloaders pirati. Sarko incassa…

Venerdì Santo, cari geeks credenti e non. Trasportandoci dal sacro al profano, ciò significa tempo di vacanze e di tempo libero. Chi ci segue da un po’, saprà bene che vacanza, per noi, è sinonimo di filosofia geek. Ben ritrovati, dunque, al consueto appuntamento prefestivo col portatore di tedio (il sottoscritto).

La conversazione di oggi verterà su un fatto recentemente accaduto oltralpe: con grande sorpresa di tutti gli osservatori (inter)nazionali, il Parlamento francese ha deciso di boicottare il Presidente Nicolas Sarkozy, (f)autore di una spietata legge contro le migliaia di utenti praticanti download pirata: sospensione dell’accesso alla Rete, da due a dodici mesi.

De Internet Libertate

Egregi lettori, oggi è 31 dicembre. Quelli che avete letto e che leggerete oggi sono gli ultimi articoli dell’anno 2008. Credo che sia, perciò, giusto celebrare degnamente l’occasione sottoponendo ai bravi geeks un intrigante quesito di “filosofia geek”, semplice all’apparenza, ma (a mio avviso) ben più profondo e serio.

Un brevissimo abstract risulta necessario: Andrew Burnham, Secretary of State for Culture, Media and Sport del Brown’s Cabinet (UK), ha rilasciato una controversa intervista al celebre quotidiano “The Daily Telegraph“, nella quale dichiara che la Rete necessiti di particolari restrizioni, specialmente per siti contenenti materiale non adatto ai minori. Insomma, dotati di spirito critico e capacità analitica (e anche carta e penna, perché no), tuffiamoci all’interno del problema.

Wikipedia atto secondo (ed ultimo)

Siamo al secondo atto di una diatriba che vede sei importanti provider britannici contrapporsi a Wikipedia, accusata, come vi abbiamo raccontato, di diffondere pedopornografia.

Dopo la controversa inclusione di Wikipedia nella black list dei siti britannici, la Internet Watch Foundation è tornata sui suoi passi. Chiamata in causa qualche giorno fa per guidicare la pagina relativa un album dalla copertina discutibile, la commissione ci ripensa, revocando i precedenti provvedimenti di censura.

Wikipedia, bloccata dai provider inglesi

Bufera in atto tra i provider inglesi e l’enciclopedia libera più famosa del mondo. Da qualche giorno infatti molti inglesi non possono più accedere a Wikipedia a causa dell’inclusione del dominio nella Internet Watch Foundation come sito legato alla pedopornografia.

Se state strabuzzando gli occhi vi capiamo bene, la spiegazione di questa profonda censura è da ricercarsi nell’articolo pubblicato su Wikipedia relativo al discusso album Virgin Killer degli Scorpions sulla quale copertina appare nuda una giovane ragazza in età preadolescenziale.

I provider in questione sono Virgin Media, Be Unlimited/O2/Telefonica, EasyNet/UK Online, PlusNet, Demon, e Opal che hanno deciso di censurare la pagina ed includere l’intera enciclopedia indiscriminatamente nella categoria di siti pedopornografici in attesa di una presa di posizione da parte di Wikimedia Foundation.

Coloro che tentassero di accedere all’articolo in questione riceverebbero una pagina di errore 404 ed un commento di spiegazione. I provider si augurano di veder presto cancellata dall’enciclopedia l’immagine incriminata, ora la palla è in mano della Wikimedia Foundation che dovrà decidere se cedere al ricatto o perpetuare nel proprio principio di coerenza.

Discussione: le avventure di siti internet, forum, blog a contatto con opinioni e commenti

Altro argomento di discussione, chiaramente informatico. Nelle settimane scorse vi abbiamo parlato di privacy e di nascita dei blog, quindi, in pratica, abbiamo parlato, seppur indirettamente, della persona seduta davanti ad un monitor e di quello che fa spesso quando utilizza il computer. Oggi è giusto quindi fondere questi due argomenti per trattare un tema particolare: il rapporto tra gli utenti e gli spazi di internet. E per transitività il rapporto tra utenti ed utenti e tra utenti e webmaster o gestori o blogger.

Il tema affrontato oggi, si suppone, è quindi molto sentito da tutti i fruitori della rete. Il web è pieno di siti, di forum, di blog, di nick, d’accordo. Ma dietro ognuna di queste parole, diverse per definizione, si nascondono persone. Persone che si prodigano, che lavorano o spendono il loro tempo libero a contatto con internet.

L’umano è tale per tanti motivi: tralasciando quelli scientifici e parte di quelli filosofici, l’umano è tale per la sua.. umanità. Eh si, che fantasia. Umano – Umanità. Ma se le due parole sono quasi simili un motivo ci dev’essere. Una delle tantissime motivazioni è questa: una persona ha pregi e difetti e li manifesta ovunque. Figuriamoci se non in Internet.

Ma passiamo al dunque: la questione è grossomodo quella legata alla convivenza di persone in uno spazio pubblico come internet. Come è normale che sia, ognuno ha dei propri modi di fare, di agire ed ha anche delle proprie simpatie e antipatie. Giusto. Però che succede se le discordanze tra utenti rischiano di sfociare in più accentuati contrasti?

YouTube dovrebbe censurare Al Quaeda?

AlQuaeda

Il senatore americano Joseph Lieberman ha chiesto ufficialmente ai vertici di YouTube di rimuovere i video contenenti proclami e rivendicazioni di Al Quaeda che gli utenti hanno postato su internet. Ma i responsabili del popolare servizio di video-sharing gli hanno risposto di no, perché il materiale non vìola le linee guida del servizio. Lieberman, allora, non si è arreso e ha intrapreso una vera e propria crociata contro i video del terrore inseriti online, chiedendo che le linee guida di YouTube siano modificate e rinforzate per far sì che la violenza gratuita e gli estremismi siano eliminati una volta per tutte.

Per Lieberman, insomma, ospitare questi proclami video significa amplificare la potenza del terrore di queste organizzazioni (e sappiamo quanto, negli Stati Uniti, si insista molto su questi temi). YouTube, dal canto suo, ha risposto che il dialogo tra istituzioni e azienda è importante, ma ha anche sottolineato come la maggior parte dei video in questione non contengano scene o linguaggi violenti, e quindi non possono essere rimossi perché non vìolano le linee guida della comunità. Rimuoverli, insomma potrebbe creare un grande precedente a cui poi in tanti potrebbero appellarsi.

YouTomb ovvero ecco tutti i video censurati su Youtube

YouTomb ovvero ecco tutti i video censurati su Youtube

Il nome di questo servizio forse non è allegro ma come progetto YouTomb è senza dubbio interessante, infatti questo sito raccoglie tutti i video eliminati da Youtube a causa di violazione del copyright. Preciso a scanso di equivoci che comunque su questo sito non sarà possibile vedere i video eliminati, ma permette solamente di avere un idea a fine statistico di cosa viene censurato e in che misura.

Come dice il sito stesso, YouTomb monitora continuamente i video più popolari su Youtube alla ricerca di violazioni del copyright. Inoltre nei metadata è possibile sapere da quanto tempo il video è stato eliminato da Youtube.

La Cina non garantisce che internet sarà “completamente aperta” durante i giorni delle Olimpiadi

GreatFirewall

Ci ritroviamo spesso a parlare di Cina, diritti umani e connessioni a internet. Come sapete in Cina è in azione una forte repressione nei confronti di blog e servizi “social” e Web 2.0 per evitare che dissidenti o esponenti politici dell’opposizione parlino male del governo su internet. In particolare oggi ci occupiamo di Olimpiadi, che si svolgeranno proprio il prossimo agosto a Pechino.

Secondo quanto riferito dal ministero della Tecnologia cinese, il Paese non garantirà lo stop alla censura nei giorni delle Olimpiadi, pur rassicurando tutti i giornalisti e reporter che saranno presenti alla manifestazione che i loro computer e le reti messe a loro disposizione funzioneranno correttamente. Insomma, tutto sembra andare verso una direzione: la censura non si arresterà e probabilmente solo gli uffici destinati agli operatori dell’informazione (in teoria) non saranno schermati.

La Russia richiederà una registrazione per utilizzare le linee wi-fi

RussiaWifi

Brutte notizie per chi, per lavoro o piacere, si reca in Russia e porta con sé il proprio computer portatile o telefonino in grado di collegarsi alle reti Wi-Fi. Secondo la nuova agenzia governativa Rossvyazokhrankultura (“servizio russo per la protezione culturale, i mass media e le comunicazioni”) chiunque vorrà creare una linea Wi-Fi (in casa come in un café) dovrà registrare il proprio hot-spot.

Non è tutto: gli utenti devono registrare ogni apparecchio elettronico che utilizza le frequenze delle comunicazioni Wi-Fi; quindi non solo dovranno essere registrati i modem e i router, ma anche tutti i computer, i Pda e gli smartphone che entrano nel paese. La registrazione permetterà l’utilizzo dell’apparecchio solo all’utente che ne farà richiesta.

L’Unione Europea punirà l’istigazione al terrorismo su internet

Terror

L’Unione Europea ha approvato una normativa contro l’istigazione al terrorismo attraverso la rete per cercare di arginare l’utilizzo di internet a scopi terroristici da parte di gruppi militanti. Tra le altre decisioni prese dai ministri della Giustizia e dell’Interno che si sono riuniti a Lussemburgo, anche l’approvazione di un piano d’azione per cercare di impedire ai gruppi di recuperare facilmente esplosivi.

Secondo le ultime ricerche delle polizie europee, il Web è diventato importantissimo per i militanti, “dal momento che permette di condividere conoscenze, pianificare operazioni e fare propaganda a un pubblico di massa. Internet – si legge in un rapporto – viene usato per ispirare e mobilitare i terroristi locali e funge da campo di addestramento virtuale”.

Australia: i capi delle aziende potranno spiare la posta dei propri dipendenti. Voi come vi comportate?

Boss

Nella maggior parte dei paesi del mondo, chi lavora per un’azienda (soprattutto se grande) sa che la navigazione Web, le chat e la posta elettronica potrebbero essere monitorate in modo casuale per prevenire la fuga di notizie riservate interne al’azienda e soprattutto per evitare che il dipendente si distragga troppo flirtando con il/la ragazzo/a di turno o scaricando materiale illegale. Nella maggior parte delle aziende, però, questo controllo non è poi così serrato, e le lunghe ore lavorative trascorrono più veloci tra una mail e una chiacchierata.

In Australia, però, non è così: sta, infatti, per essere approvata una normativa per cui i capi delle aziende potranno spiare la comunicazione di un determinato dipendente senza chiedergli il permesso né avvertirlo. La norma fa parte di una più grande normativa per combattere gli attacchi informatici e il terrorismo. Che c’entra questo col terrorismo? C’entra, apparentemente: i “boss”, infatti, devono poter sapere se dietro un normalissimo lavoratore si cela uno spietato kamikaze.

L’ Indonesia rimuove parzialmente la censura a YouTube, il Brasile impedisce l’accesso a WordPress.com

Il tema della censura internet è ogni giorno al centro della discussione per i continui sviluppi a cui va incontro nei vari paesi del mondo.
Per un paese che decide di rimuovere un blocco, un altro decide di applicarlo.
Così è successo rispettivamente all’ Indonesia e al Brasile.

Era dall’ 8 Aprile la notizia che 5 ISP indonesiani hanno bloccato, su richiesta del governo, l’accesso a YouTube e MySpace, perchè alcuni video pubblicati “avrebbero potuto inasprire i rapporti tra le religioni“.
A tre giorni di distanza arriva la conferma di una parziale inversione di rotta da parte del governo indonesiano. Parziale perchè la censura sarà sì rimossa da YouTube e MySpace, ma solo in maniera limitata, resterà comunque impossibile accedere a tutte quelle pagine che mostrano contenuti ritenuti offensivi o potenzialmente pericolosi.

In aumento la censura in Internet

In aumento la censura in Internet

Che la rete cinese venga puntualmente monitorata e censurata dalle autorità competenti non è certo un mistero. Ma ovviamente da qualche settimana le maglie della censura sono ancora più strette, dato il grande impatto mediatico che sta avendo la protesta in Tibet. Tutto questo però non sorprende certamente Rob Deiber, diretto del Citizien Lab di Toronto, centro di ricerca sul monitoraggio della censura online.

“I siti sull’indipendenza tibetana sono sempre stati oscurati in Cina”, dice Deibert. E sopratutto in momenti come questo, è più facile per il governo cinese bloccare l’accesso a determinati siti, in quanto i loro filtri sono installati direttamente sulle dorsali di internet, negli internet service provider e negli internet caffè, il che oltre a essere tecnicamente efficace produce un clima di autocensura.”