Il sito RIAA “hackerato”

RIAA sito hackerato

La R.I.A.A.(Recording Industry Association of America), cioè l’Associazione americana dei produttori discografici, fondata nel 1952, rappresenta l’industria discografica americana. E’ stata recentemente al centro delle controversie sullo sviluppo del peer-to-peer, l’MP3 e la condivisione di file. I suoi tentativi di difendere gli interessi delle major sono stati visti come un comportamento che andava a danneggiare sia i consumatori sia artisti. Gli avversari della RIAA affermano che questo gruppo forma un cartello che gonfia artificiosamente e fissa i prezzi dei CD

Ma a quanto pare tra una citazione e l’altra in tribunale, non hanno trovato il tempo di assumere un programmatore web per il loro sito. Infatti ieri sul sito Reddit, è stata postata un query SQL del sito stesso, Cosi alcuni utenti hanno tentato di accedere al server, altri semplicemente di eliminare tutti i contenuti presenti nel sito.

I 12 momenti più imbarazzanti del Web

Ballmer

Quali sono stati, ad oggi, i momenti più imbarazzanti della storia del Web? A questa curiosa domanda risponde un’altrettanto curiosa classifica stilata dai colleghi di Pc World, che hanno selezionato alcuni tra i momenti più imbarazzanti, spiegando che internet è il sistema di distribuzione d’informazioni più efficiente al mondo, ma se non si sta attenti, è anche la via più facile per fare – come dire – figuracce davanti al mondo intero. Scorriamo insieme la classifica.

Partiamo dal dodicesimo posto con Aol, che (per sbaglio, speriamo tutti) a metà 2006 pubblicò i termini cercati da 658mila abbonati insieme ai loro nomi. Una bella invasione della privacy: tra i termini, ovviamente, uscì di tutto, da Britney Spears a molto, molto porno. Undicesimo posto per lo scherzetto fatto da Photoshop (si fa per dire) a Cat Schwartz, giornalista di tecnologia. La donna si era fatta fare da un fotografo delle foto professionali, che voleva mettere sul suo sito. Così le ha tagliate, ma Photoshop non ha salvato anche l’anteprima, che è rimasta quella delle foto originali… in cui lei era nuda.

Il codice del primo SimCity rilasciato sotto GPL

SimCity floppy

SimCity è un videogioco di simulazione sviluppato dalla Maxis. Si deve creare una nuova città partendo dal nulla o da una città già esistente. È uscito nel 1989 e la versione più recente è SimCity 4. E’ anche stato dichiarato come uno dei dieci videogiochi più importanti della storia da Henry Lowood della Stanford University, nel marzo 2007.

Però se avete a cuore la vostra vita sociale non iniziate a giocarci. Di recente è stato rilasciato sotto il nome di Micropolis il codice del primo SimCity ed è stato reso disponibile al pubblico. La scelta di rilasciarlo sotto licenza GPL permette di aggiungere questa pietra miliare dei videogiochi alla piattaforma XO-1 che fa parte del progetto One laptop per child.

Non scrivere parolacce su Twitter: mamma ti guarda

Twittertale

Siete grandi fan di Twitter, e allo stesso tempo vi capita di dire tante parolacce (in inglese)? Stamattina nella calza avete ricevuto tanto carbone? Bene: smettetela. Di dire parolacce, intendo. Altrimenti i vostri Tweet verranno pubblicati in automatico su Twittertale, la vostra mamma lo scoprirà e saranno guai. Non stiamo (troppo) scherzando: infatti il nuovo servizio Twittertale fa esattamente questo: pubblica nella propria home page tutti gli interventi di Twitter in cui appaiono parolacce, insieme ovviamente al nome dell’utente.

Il sito è interessante anche dal punto di vista sociologico, per studiare magari i perché delle arrabbiature della gente. Ma probabilmente non è nato per questo scopo. Il servizio, tra l’altro, è anche velocissimo, e gli aggiornamenti – provare per credere – avvengono praticamente in tempo reale. Nella parte destra è possibile anche inserire il proprio username di Twitter per vedere se siamo mai stati “segnalati”, mentre nella parte sinistra della pagina compaiono delle interessanti classifiche.

Classifica Wikio dei primi 60 blog Europei

Lo scorso mese era uscita la classifica Wikio dei primi 20 blog in Europa, che vedeva Beppe Grillo al 4° posto e Geekissimo al 15°, ma non era il massimo dell’attendibilità, poiché mancavano i blog in lingua inglese. Oggi grazie ad Alex e Lorenzo di Wikio, ho il piacere di pubblicare in anteprima in Italia, la classifica dei Top 60 blog europei, questa volta comprensiva dei blog inglesi.

Beppe Grillo è rimasto al 4° posto, mentre Geekissimo è sceso al 41° posto. Comunque anche se siamo scesi è sempre una bella soddisfazione esserci. Tra i blog italiani troviamo inoltre anche 3 amici, Pandemia, The Apple Lounge e Napolux (rispettivamente 34°, 56° e 58°), Downloadblog e Mantellini.
Ecco a voi tutta la lista:

  1. | TechCrunch in francese | http://fr.techcrunch.com | fr | 
  2. | Microsiervos | http://www.microsiervos.com/ | sp | 
  3. | Basic Thinking Blog | http://www.basicthinking.de/blog | ge | 
  4. | Blog di Beppe Grillo | http://www.beppegrillo.it/ | it | 
  5. | Presse-citron – Le blog | http://www.presse-citron.net/ | fr | 
  6. | Mangas Verdes | http://mangasverdes.es | sp | 
  7. | Genbeta | http://www.genbeta.com | sp | 
  8. | FredCavazza.net | http://www.fredcavazza.net | fr | 
  9. | Stefan Niggemeier | http://www.stefan-niggemeier.de/blog | ge | 
  10. | kelblog | http://www.kelblog.com/ | fr | 

Internet mobile, social network, cellulari, palmari. Ecco cosa ci attende nel 2008

2008_tech

Come sarà il neonato 2008, dal punto di vista di internet e della tecnologia? Beh, ovviamente non abbiamo una palla di cristallo, né vogliamo inventare nulla. Però qualche considerazione la possiamo certo fare. L’anno che si è appena concluso ha dato solo un assaggio della potenza di internet in mobilità e di tutti i servizi ad esso collegati. Per questo, sicuramente, il 2008 sarà l’anno dell’integrazione internet-cellulari-computer, con prodotti sempre più innovativi e “futuristici”.

Internet, insomma, diverrà “mobile” per tutti. Le tariffe degli operatori telefonici (speriamo) dovrebbero iniziare a calare, la penetrazione di cellulari e palmari dovrebbe essere sempre maggiore (finalmente arriverà anche in Italia l’iPhone) e l’utilizzo delle connessioni Wi-Fi diventerà una normalità, oltre che nelle case, anche nelle strade, nelle piazze e nei luoghi pubblici. L’iPhone che arriverà nel nostro Paese ci riserverà sicuramente tante nuove sorprese (versione 3G, nuovo firmware, forse localizzatore Gps, migliore fotocamera e spazio di archiviazione maggiore), ma anche il mondo dei cellulari e dei palmari si muoverà nella direzione di apparecchi sempre più integrati e dallo schermo tattile che sfrutteranno le tecnologie connesse alla rete, come il VoIP.

Adobe spia i propri utenti?

Logo adobe

La risposta sembra essere si. Grazie alla scoperta di un giovane blogger si è venuti a scoprire che le applicazioni CS3 mandano informazioni ad un IP che non è di “proprieta” Adobe. Ma procediamo con ordine e vediamo comè giunto alla scoperta.

Grazie al programma Little Snitch (Che protegge la diffusione di dati privati), il blogger ha notato che quando lanciava un programma CS3, questo tentava di comunicare con l’IP 192.168.112.2O7.
Cosi ha pensato:”Adobe starà controllando se il programma è originale”. Ma qualcosa non gli tornava cosi ha deciso di approfondire.

Mp3, ovvero la morte dell’alta fedeltà

Altafedelta

Alzi la mano chi non ha un lettore Mp3 o chi non ascolta mai musica in questo formato sul computer. Sono rimasti davvero in pochi (ovviamente nella fascia di età under-50) coloro che non utilizzano i “nuovi” formati audio. L’iPod (e così l’iPhone) è diventato un vero e proprio status-symbol; la posta elettronica, le chat, i social-network e i vari programmi di file-sharing hanno fatto il resto. Fatto sta che attualmente la musica Mp3 è in assoluto quella più ascoltata.

Ma avevate mai pensato a come funziona, “da dentro”, un Mp3? Cioè: com’è possibile comprimere in 3 o 4 Megabyte un brano musicale di quattro minuti? Tagliando numerose frequenze. Ed è proprio qui che i puristi della musica si stanno battendo: con il taglio di numerose frequenze (in teoria quasi impercettibili all’orecchio umano inesperto) la musica sta diventando tutta “piatta”, tutta uguale, e la cosiddettà “alta fedeltà”, hi-fi appunto, sta andando a farsi friggere.

I compiti per casa? Diventate famosi in rete

Famous

Anche oggi, giorno di Natale, dopo aver parlato ieri del governo spagnolo che regalerà ai ragazzi sotto ai 30 anni un dominio .es per un anno, ecco fresca fresca un’altra notizia “positiva” che riguarda internet e l’educazione dei più giovani.

Questa volta ci trasferiamo negli Stati Uniti, dove alla Parsons – The New School for Design una classe di quindici allievi studierà come si diventa famosi in rete. Non solo teoria, però: lo scopo ultimo del corso, infatti, è quello di cercare di diventare popolari su internet nel minor tempo possibile, con una gara agguerrita tra tutti gli studenti.

Powerset, il motore di ricerca “naturale” che piace a bambini ed anziani

Powerset

Powerset, il motore di ricerca che offre risultati accettando domande di senso compiuto ha iniziato la sua fase di beta testing aperta a (quasi) tutti gli utenti. Il motore di ricerca, unico nel suo genere, è un importante esperimento di intelligenza artificiale, che permette, appunto, di “rompere i confini della ricerca per parole chiave”, inserendo intere frasi o domande nel campo di ricerca.

La tecnologia, in pratica, prende vantaggio dalla struttura naturale della lingua (in questo caso l’inglese) diventando un motore di ricerca user-friendly. Solo per fare un esempio, se vogliamo (è un esempio, ripeto) sapere quando e come Mediaset ha acquistato Endemol, con Google scriveremo una cosa tipo “Endemol Mediaset acquisto”, con Powerset invece potremo scrivere: “Quand’è che Mediaset ha acquistato Endemol?”.

Utilizzi Linkedin, Myspace o Facebook? Ecco un test per stimare il valore potenziale delle tue conoscenze

Se conosci molte persone, e condividi passioni e interessi attraverso i più famosi social network della rete come Linkedin, Myspace, Facebook o qualsiasi altro tipo di network, ti potrebbe interessare questo simpatico test.

Grazie a My Network Value potrete stimare il valore delle vostre conoscenze, e addirittura vi dirà la cifra che potenzialmente potreste essere in grado di capitalizzare proprio grazie ad eventuali lavori o consulenze provenienti dai vostri network nel giro di 10 anni.

Il PageRank di Google? Funziona proprio come il nostro cervello

PRank

Abbiamo letto da un sacco di parti che Google, spesso, si comporta con un secondo cervello, o una “memoria di backup” per tanti di noi. Ma forse non era proprio uno scherzo. Le più recenti ricerche che indagano come il cervello umano richiami dalla memoria le informazioni suggeriscono che il processo è molto simile a quello che porta Google ad assegnare, a ogni sito, un PageRank.

In particolare, PageRank guarda alla popolarità dei siti, non solo in termini di quanti link un sito riceve, ma anche in termini di quanto sono popolari questi link. Quindi, ad esempio, essere linkati da un sito importante è molto meglio – paradossalmente – di essere linkati da dieci siti sconosciuti. Ebbene: il cervello si comporta proprio allo stesso modo, selezionando e gestendo le informazioni non in base alla loro popolarità “assoluta”, ma in base ai concetti collegati al concetto stesso.

Google inizia a perdere colpi. O no?

Geek

Oggi mi sono imbattuto in un interessante articolo che parla dei risultati delle ricerche di Google. Forse non ci avevate mai fatto caso, ma quando effettuiamo una ricerca con Google, questo ci fornisce, nella pagina dei risultati della ricerca, anche il numero di pagine che ha trovato (come si vede anche dalla foto). Ma il numero è assolutamente approssimativo: solitamente, infatti, l’utente medio guarda solo la prima e la seconda pagina (quindi i primi venti-trenta risultati); inoltre, nella maggior parte dei casi (per “motivi di efficienza”) Google dà la possibilità di visionare solamente i primi mille risultati.

Il motivo dell’approssimazione, dicevamo, è che fornendo un numero non precisissimo Google – spiegano proprio dal quartier generale del motore di ricerca – “può offrire risultati di qualità in brevissimo tempo“. Ma ultimamente, si legge nell’articolo, qualcosa è cambiato nell’algoritmo che calcola il numero di risultati. Un’inchiesta, infatti, ha svelato grandi differenze tra un termine cercato nel maggio del 2007 e, lo stesso termine, cercato ieri: a maggio Google offriva oltre 15 milioni di risultati, ieri invece ne offriva solo due milioni. E non è tutto.