
I tanti cinesi che, in segno di protesta, avevano deposto dei fiori davanti agli uffici di Google possono tirare un sospiro di sollievo. I rapporti tra il colosso di Mountain View e il governo di Pechino stanno per tornare idilliaci come un tempo. Tutto all’insegna della censura, ovviamente.
Il clamore delle scorse settimane, l’incidente diplomatico sfiorato tra USA e Cina, tutto finito sotto il tappeto. È brutto da dire, ma i sogni di libertà di miliardi di persone sono destinati ad infrangersi contro un patetico disclaimer visualizzato sulle pagine di Google.cn (According to local laws, regulations and policies, some search results are not shown) e contro la solita montagna di bigliettoni verdi in ballo.
Queste le dichiarazioni di Sergey Brin, uno dei fondatori di ‘big G’, sull’argomento: «Siamo stati in grado di censurare sempre meno ed ora avvertiamo gli utenti quando le leggi locali ci impediscono di fornire loro l’accesso a determinate informazioni». E non è finita qui.






