Open-source: tutte rose senza spine?

OpenSource

Oggi voglio parlare di un argomento un po’ particolare, che sicuramente farà molto discutere. Un lettore mi scrive che dell’open-source si parla sempre in termini molto positivi; in realtà, però, scrive lui, qualche svantaggio dovrà pure averlo, eppure non se ne parla mai. Allora, prendendo spunto dalla sua lettera, affrontiamo il tema degli svantaggi dell’open-source, visti soprattutto dal lato economico.

Secondo questo filone di pensiero, tra l’altro condiviso da molti programmatori, primo fattore negativo dell’open-source sarebbe uno scarso ritorno economico per le aziende software. In particolare, questo ha come conseguenza i bassi salari, gli scarsi investimenti nell’innovazione e in generale una competizione sul prezzo e una gara al ribasso sul programmatore; il tutto a discapito della qualità. C’è poi una mancanza di una vera rete di assistenza per i prodotti e l’assenza di garanzia sull’utilizzo: per la serie, “che ve ne fate del codice aperto se nessuno ci sa mettere le mani?“.

Quanto valgono i dati rubati su internet? Ecco un incredibile tariffario!

Criminali

Le informazioni personali di ognuno di noi, è ovvio, sono senza prezzo. Ma tutto ha un prezzo e tutto ha un mercato… anche i dati (magari rubati) del vostro conto in banca. L’ha scoperto la McAfee Avert Labs, che ha pubblicato una lista che i criminali utilizzano per acquistare e vendere numeri di carte di credito, password per il login ai conti e altri dati rubati sul Web.

Una scoperta fatta quasi per caso, quando i ricercatori sono incappati in un sito che proponeva, a un prezzo molto alto, “dati di alta qualità”. E andiamolo a vedere, allora, questo tariffario. Un conto in banca presso la Washington Mutual Bank, negli Stati Uniti, con un saldo in attivo di 14.400 dollari costa circa 600 euro, mentre un conto inglese alla Citibank con un saldo di diecimila pound costa 850 euro.

eBay cambia la politica sui download digitali

Cambia la politica di eBay nei confronti della vendita di beni digitali. Per beni digitali s’intendono tutti quei beni che possono essere scambiati da computer a computer e che non possiamo effettivamente toccare con mano (ad esempio, una licenza di uso di un software o un file musicale mp3, tanto per intenderci). Invece di scambiarsi questi beni tramite normali aste, da ora in poi bisognerà utilizzare la formula “30-day classified ads” (annunci pubblicitari di trenta giorni) dal costo di 9,95 dollari.

La novità, annunciata nel blog di eBay, è stata decisa per evitare che venditori aumentino artificialmente il proprio feedback vendendo migliaia di identici file musicali per magari pochi centesimi. In questo caso, invece, nella categoria degli annunci non è prevista alcuna sorta di feedback. In effetti, i download digitali non hanno costi di consegna, e una volta prodotti si possono rivendere infinite volte, dando quindi la possibilità al venditore di “fregare” il sistema dei feedback in un modo praticamente legale.

Phishing, oltre 300mila le vittime in Italia

Phishing

Mai caduti nella trappola del phishing? Ormai ne parliamo sempre più spesso perché sembra che internet, presente sempre più nella vita degli italiani, stia dando sempre più spazio, purtroppo, anche ai truffatori: le vittime di tentativi di frodi realizzate attraverso il Web sono state solo lo scorso anno oltre trecentomila. Lo rivela uno studio dell’Adiconsum.

Secondo le ultime statistiche a trainare il fenomeno è proprio il phishing, cioè la sottrazione di dati sensibili, con centomila persone che hanno subito un furto d’identità. I tentativi di frode creditizia hanno raggiunto le 17mila unità, ma se a questi aggiungiamo quelli sugli acquisti online e soprattutto sulla telefonia, le vittime arrivano anche a 300mila unità.

Vuoi salvare l’ambiente? Paga le tue bollette sul web

NeroGoogle

Ieri si è “festeggiata” l’ora della terra, evento mondiale attraverso il quale in 380 città si sono spente le luci che illuminano monumenti, uffici ed edifici. Oggi allora parliamo di un nuovo modo, semplice e immediato, per risparmiare energia. Secondo uno studio statunitense ogni famiglia può risparmiare circa 7 metri quadri di foresta ogni anno pagando le bollette online e abbandonando, così, la carta.

Secondo lo studio, in media ogni famiglia riceve circa 19 bollette e comunicati bancari cartacei e fa circa 7 pagamenti con l’utilizzo di carta ogni mese; se si passasse, invece, a bollette o pagamenti elettronici, si risparmierebbero circa tre chili di carta all’anno, salvando 0,08 alberi ed evitando, soprattutto, la produzione di gas serra equivalenti alle emissioni di 250 chilometri percorsi con un’auto.

eBay, arrestato un famoso truffatore italiano. E tu, come ti difendi?

Chitarre

Come in tutte le “piazze” che si rispettino, anche su eBay iniziano a diffondersi i grandi truffatori. Coloro, cioè, che cercano di inflazionare il prezzo degli oggetti in vendita oppure, ancora peggio, mettono in piedi in pochi giorni vere e proprie “macchine mangia soldi” di oggetti, proposti a prezzi molto vantaggiosi, che vengono pagati dagli acquirenti ma non vengono – ovviamente – mai spediti dai venditori.

A volte la tecnica funziona; altre volte, come nel caso di cui vi parlo oggi, il truffatore viene invece identificato ed arrestato (anche perché, operando su internet, tutte le attività economiche lecite e illecite sono facilmente rintracciabili e tracciabili). La notizia di oggi, dicevo, riguarda un famoso Dj milanese di 37 anni (di cui non riveliamo, in ogni caso, né le iniziali del nome né il nick con cui è conosciuto su internet per ragioni di privacy), colpevole di offrire a prezzi molto vantaggiosi strumenti musicali, biglietti per spettacoli teatrali, per concerti di artisti famosi e partite di calcio.

Rai: “Paghi il canone della Tv anche chi ha solo il computer”. Ed è polemica

MonoscopioRai

Quando si tratta di pagare l’abbonamento alla televisione – siamo onesti – non bastano le pubblicità della “Rai, di tutto di più” per convincerci. In molti vedono nell’abbonamento alla Rai un inganno, per programmi sempre meno di qualità (rispetto ad alcune private o alle satellitari) e pubblicità sempre più padrone dei palinsesti. Ma ovviamente si tratta di una legge, che va rispettata. L’articolo pubblicato ieri da Repubblica rischia, però, di alzare ancora di più un polverone proprio sulla televisione di stato e il suo ufficio abbonamenti.

Sembra, infatti, che anche chi ha solo il computer (e magari non ha il televisore) debba pagare l’abbonamento, perché potrebbe vedere la televisione o ascoltare la radio tramite schede di ricezione o internet. E ovviamente già si preparano ricorsi a raffica, che già stanno arrivando agli uffici amministrativi competenti, grazie anche all’intervento delle associazioni dei consumatori. Ma cosa dice la legge in merito?