Bypassare il filtro SmartScreen di Microsoft in Google Chrome e Mozilla Firefox

Come di certo avranno avuto modo di constatare personalmente tutti i più accaniti utilizzatori dei prodotti Microsoft, con l’avvento dell’ultimissima suite Windows Live ha fatto la sua comparsa l’oramai celebre filtro SmartScreen visualizzabile all’apertura di un qualsiasi collegamento qualora cliccato in una finestra di una delle applicazioni in questione.

Il filtro SmartScreen, infatti, informa l’utente circa la potenziale pericolosità di uno specifico collegamento, così com’è anche possibile notare dando uno sguardo all’immagine d’esempio, impedendone dunque la diretta visualizzazione.

Certo si tratta di una funzionalità che va a rivelarsi piuttosto utile in una gran varietà di circostanze ma sono anche altrettanto numerose le situazioni in cui il collegamento cliccato risulta effettivamente affidabile per cui lo SmartScreen altro non fa che rallentare notevolmente l’esecuzione dell’operazione in questione andando inoltre ad infastidire l’utente.

VuvuzelaFiltering, eliminare quel fastidioso rumore delle vuvuzela

Ciao ragazzi, siete pronti per la seconda partita dell’Italia. Tra poco inizia Italia – Nuova Zelanda. Tutti pronti a fare tifo da stadio. Ma già vi sta salendo la febbre a sentire parlare di Vuvuzela giusto? Per me è davvero snervante quel rumore di trombe come un milione di api arrabbiate, e penso anche per voi.

Infatti, il suono di una vuvuzela può arrivare fino a 127 decibel, 3 decibel in meno rispetto alla soglia del dolore (130 dB). Così girando in rete ho trovato un software sia per windows che per MAC che ci permette di ridurre questo rumore snervante in un modo semplicissimo. Si tratta di VuvuzelaFiltering.

Decreto Romani, indietro tutta

Il pericolo è scampato, la figuraccia internazionale no. Con oltre trenta richieste di modifica, di cui il Governo si è fatto carico, il Parlamento italiano ha espresso parere favorevole sul decreto Romani, quello che voleva equiparare YouTube alle emittenti televisive. Ma le parti riguardanti il Web sono state quasi tutte rimosse.

In un documento di dieci pagine redatto da PDL e Lega, che stabilisce le condizioni a cui il decreto Romani verrà approvato, è infatti possibile scorgere la frase “blog, giornali on line, motori di ricerca restano liberi e la responsabilità editoriale non ricade sui provider che ospitano contenuti altrui”, che di fatto mette la parola fine sulla questione YouTube e censura.

Secondo le nuove disposizioni, dovranno invece registrarsi all’AGCOM (quindi non più al Ministero) e rispettare leggi simili a quelle delle emittenti TV i servizi di video on demand con liste di contenuti che vengono sfruttati commercialmente (es. quelli offerti da Alice di Telecom Italia).

Decreto Romani: censura sì, censura no, se famo du’ spaghi?

Le dirette streaming sono uguali alle dirette televisive, pertanto devono sottostare alle stesse regole, anche se chi le allestisce non è ancora entrato nell’età della pubertà o guadagna in vent’anni ciò che un editore televisivo guadagna durante il solo spot dei Pavesini. E i canali YouTube, che tutti noi possiamo aprire e gestire liberamente? Ovviamente, sono tante emittenti televisive. Devono rispettare le stesse leggi di Rai Uno, Canale 5 e La7 e, se infrangono i diritti d’autore, vanno oscurati immediatamente!

Ecco riassunto in cinque righe l’ultimo scempio videocratico rigurgitato dai nostri governanti, quello che viene ormai riconosciuto universalmente come decreto Romani (dal nome del viceministro alle Comunicazioni, quello che negli ultimi mesi è andato decantando le mirabilie del digitale terrestre in ogni dove) e che, qualora entrasse in vigore, demolirebbe molte delle linee di confine che attualmente separano la “nostra” Rete da quella di Pechino.

La stupidità (più che follia) intrinseca in questo decreto è stata riconosciuta addirittura dall’AGCOM. Il presidente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, Corrado Calabrò, ha infatti espresso il suo parere a riguardo dichiarando che: «quello del decreto Romani sarebbe un filtro generalizzato su internet, da una parte restrittivo come nessun paese occidentale ha mai accettato di fare, dall’altra inefficace, perché burocratico a priori».

Tintii, software per l’effetto colore selettivo

colore selettivo

Una foto con effetto colore selettivo è un’immagine in bianco e nero che però lascia a colori soltanto alcune parti. Quella che si vede a capo post è un immagine con effetto colore selettivo. Notate come la parte colorata viene messa in risalto, è tutto molto più artistico ed interessante. Oggi allora voglio presentarvi un software gratuito che vi permetterà di ottenere questo effetto senza che voi siate in possesso di esperienze in questo campo.

Il programma si chiama Tintii e, come ho già detto, è scaricabile gratuitamente dal sito ufficiale. Dopo il download e l’installazione è pronto a selezionare i colori.

FotoSketcher, trasformiamo le nostre immagini in opere d’arte

2009-08-21_115559

In giro per la rete, ma ovviamente anche sul mercato, esistono una gran varietà di software che permettono di conferire alle nostre immagini un aspetto più o meno artistico, magari mediante l’applicazione di filtri particolari.

Si tratta tuttavia di funzioni che spesso si trovano implementate all’intero di un software adibito ad altri scopi, magari per il fotoritocco in generale.

Quello che invece voglio presentarvi oggi, in quest’articolo, è un utile strumento il cui scopo è solo ed esclusivamente quello di trasformare le nostre foto o immagini in veri e propri capolavori artistici.

Si tratta di FotoSketcher, un programmino del tutto gratuito e dalle dimensioni abbastanza contenute ( 1,55 MB ), che una volta installato sul nostro adorato Windows, unico OS sul quale è possibile eseguire il software, permette di trasformare le nostre foto in un disegno verosimilmente uguale ad uno eseguito a mano.

Come creare un filtro Internet con il file hosts

Sicurezza windows

In internet molto spesso diventa necessario bloccare pubblicità troppo invasive, oppure per la sicurezza dei più piccoli bloccare determinati siti, oppure se il vostro partner passa troppo tempo su siti d’incontri tipo meetic o netlog, grazie a questo trucchetto potete bannarglieli e al 99% non troverà mai la soluzione. Per fare ciò sono disponibili moltissimi programmi, ma oggi vi vorrei spiegare un metodo che ritengo personalmente molto facile e rapido.

Windows, come detto senza l’aiuto di programmi esterni, è già capace di bloccare l’accesso a determinati siti mediante delle regole che sono contenute in un file chiamato hosts, che si trova in questo percorso Windows\system32\drivers\etc\hosts. Aprite con l’editor di testo questo file e vediamo cosa dobbiamo fare.