Come rimuovere i virus dalle penne USB

Un po come i cari, vecchi floppy disk, anche le penne USB di non sicurissima provenienza sono spesso vettori di fastidiosi quanto dannosi virus informatici.

Molte delle minacce che “viaggiano sul filo della penna” sono davvero subdole, talvolta invisibili anche dai più blasonati anti-virus in circolazione. Proprio per questo, oggi vogliamo darvi qualche dritta su come rimuovere i virus dalle penne USB. Che ci crediate o no, basta un po di prevenzione (magari disabilitando l’avvio automatico delle penne USB con software come TweakUI), qualche comando dal prompt ed il gioco è fatto. Ecco come procedere:

“Rigenerare” i vecchi Pc: un bel gesto nei confronti dell’ambiente

eWaste

Come vi comportate, quando comprate un nuovo computer, nei confronti di quello vecchio? Ormai non si fa altro – finalmente e giustamente, direi – che parlare di rispetto per l’ambiente e di risparmio energetico, e come sappiamo spesso e volentieri gli apparecchi tecnologici che tanto ci piacciono quando arrivano alla fine del loro ciclo di vita sono sempre alquanto difficili da smaltire. L’idea di parlare di tecnologia ed ecologia mi è venuta da questo articolo di C|Net News, in cui vengono messe a confronto le opinioni di diversi esperti verso il ricondizionamento o il riciclo totale di un computer. E a vincere sembra proprio il ricondizionamento (o la rigenerazione, che dir si voglia): il modo più semplice, economico ed ecologico per riciclare.

Ricondizionare offre, secondo molti esperti, la migliore alternativa alla crescita incondizionata della spazzatura elettronica (la cosiddetta e-waste, di cui ci siamo tra l’altro già occupati) in tutto il mondo. Per rimettere a nuovo un Pc, infatti, non vengono utilizzate le enormi quantità di energie che servono a distruggere i materiali di cui questo è composto: quando mandiamo un computer al riciclo, infatti, il riciclaggio consuma circa 20 volte l’energia necessaria per riutilizzare lo stesso computer.

C’è qualcosa nell’aria: un MacBook sottile sottile e un po’ di delusione

MacBookAir

C’era davvero qualcosa nell’aria. I tanti fan della Mela che da giorni s’interrogavano sulle novità che sarebbero uscite dal Keynote di ieri di Steve Jobs al Macworld di San Francisco per una volta “c’hanno preso”. La novità principale, infatti, è stata la presentazione del nuovo MacBook Air: un computer portatile sottile sottile (“il più sottile del mondo”, rassicura Jobs) che con i suoi 4mm nel punto più sottile, l’altezza massima di 19 millimetri e il peso 1,26Kg sembra davvero un piccolo gioiellino. MacBook Air offre uno schermo widescreen con retroilluminazione LED da 13,3 pollici, una tastiera retroilluminata (perfetta, spiegano da Apple, per gli ambienti con scarsa illuminazione quali aerei, studi e sale conferenza, grazie a un sensore di luce ambientale integrato), la Webcam iSight integrata, un trackpad con supporto multi-touch (che si può usare, un po’ come l’iPhone, per ingrandire, ruotare e scorrere pagine e foto).

Per quanto riguarda le specifiche tecniche, MacBook Air monta un processore Intel Core 2 Duo a 1,6GHz o 1,8GHz con 4Mb di cache L2 e include come standard 2GB di memoria, un disco da 80Gb a 1,8 pollici e le tecnologie Wi-Fi 802.11n e Bluetooth 2.1. Ci siamo dimenticati di parlare dell’unità ottica? Proprio no: Air, infatti, non è provvisto di masterizzatore/lettore cd/dvd. Questo, ovviamente, per risparmiare spazio (il lettore è comunque acquistabile a parte) e poi, spiega Jobs, perché con la tecnologia Wi-Fi tutto questo è superato. Per ascoltare un cd, guarda un dvd o installare un software è possibile utilizzare un altro Pc o Mac disponibile dove ci troviamo. Air riconoscerà automaticamente il cd inserito nell’altro computer e lo leggerà normalmente. E qui diciamo subito che si tratta un po’ di una prima pecca: è vero che cd e dvd sono sempre meno usati, ma è anche vero che se ci troviamo fuori casa e non abbiamo a disposizione nessun computer con unità cd… sono guai.

I tecnici dei computer possono guardare nei nostri hard-disk?

PcRepair

La domanda ce la saremo fatta tutti almeno una volta nella vita, se abbiamo dovuto mettere il nostro computer in mano altrui per una riparazione o un’installazione di nuovo hardware. Probabilmente non se l’è posta Declan McCullough, che ha affidato il proprio computer a un centro di assistenza tecnica per installare un nuovo drive Dvd. Il tecnico, dopo aver installato il Dvd, ha voluto provare se tutto funzionasse e si è imbattuto in una cartella con un nome un po’ particolare presente sul disco rigido.

Apertala, si è trovato di fronte a un archivio di file pedo-pornografici. Immediatamente, l’azienda per cui lavora il tecnico ha informato la polizia e il ragazzo è stato rintracciato e, dopo poche ore, arrestato. Assunto che il materiale pedo-pornografico è vietato dalla legge (e quindi l’arresto è stato più che giusto) la questione che si è aperta è piuttosto un’altra: il tecnico doveva guardare all’interno del Pc del ragazzo? E perché?

Sentenza italiana crea un precedente nel mondo della tecnologia

Giudice

Un giudice di pace di Firenze, Alberto Lo Tufo, sta per diventare famoso in tutto il mondo per una sentenza, depositata poche settimane fa in cancelleria, che apre un precedente sul fronte dei software pre-installati nei computer nuovi. La storia è più o meno questa: un utente italiano che aveva acquistato un computer Compaq si è ritrovato sullo stesso – pur avendo specificatamente spiegato di non esserne interessato – Windows Xp e Microsoft Works.

Sul contratto di licenza (EULA) c’era scritto chiaramente che se l’utente non voleva avvalersi della licenza dei software pre-installati, poteva richiederne il rimborso al produttore. Strano ma vero, dopo una battaglia legale così è stato: il giudice ha dato ragione all’utente, che ha ricevuto indietro dalla casa produttrice del computer 90 Euro per Windows Xp e 50 Euro per Works (più ovviamente il rimborso delle spese processuali).