ADSL banda larghissima 2013 Italia

2013, ADSL in tutta Italia e banda larghissima in arrivo?

ADSL banda larghissima 2013 Italia

Il 2013 appena iniziato sarà un anno davvero speciale per la banda larga in Italia o almeno così dovrebbe essere attenendosi a quelli che sono gli obiettivi fissati dal Decreto Crescita 2.0.

L’anno oramai in corso dovrebbe infatti essere il primo in cui il Bel paese si prepara a tagliare i ponti con il digital divide raggiungendo un doppio ed importante traguardo quale l’estensione all’intera popolazione della copertura della banda larga base 2 Megabit, vale a dire quella minima per poter usufruire dei servizi digitali, e la messa in atto di un piano nazionale con banda larghissima, 30-100 Megabit, da offrire in una trentina di città della penisola.

Il secondo traguardo, sempre attenendosi a quelli che sono gli obiettivi prefissati, dovrebbe essere raggiunto sia con la fibra ottica sia mediante la diffusione dell’LTE che sino a questo momento si è vista soltanto a Roma, Milano, Napoli e Torino.

Nel corso delle prossime settimane, quindi, saranno avviati bandi con cui operatori fissi e mobili costruiranno reti finanziate sia sfruttando i fondi sia spendendo denaro di tasca propria.

Contro il digital divide ricoprirà un ruolo di particolare improtanza la possibilità di sfruttare l’LTE a 800 Mhz mediante cui sarà possibile dare banda larga alle zone rurali dove, appunto, l’ADSL costituisce ancora un vero e proprio sogno.

Google fibra ottica

Arriva Google Fiber, Google entra ufficialmente nel settore delle connessioni broadband

Google fibra ottica

Google ha finalmente ed ufficialmente inaugurato Google Fiber, la propria offerta di banda larga annunciata nel 2010, che, d’ora in avanti, consentirà agli abitanti di Kansas City di poter usufruire di un collegamento in fibra ottica a 1 Gbps bidirezionali unitamente a Google Fiber TV, un neo servizio televisivo proposto sempre dal gran colosso di Mountain View.

La città di Kansas City ed i suoi cittadini sono stati scelti da big G tra innumerevoli luoghi sparsi per tutti gli Stati Uniti che, appunto, si erano canditati per poter sperimentare la nuova offerta di Google e che d’ora in avanti potranno quindi testare con man propria le fattezze di un’infrastruttura che risulta decisamente ben più veloce di quella offerta dai tradizionali ISP.

Google Fiber, però, non è soltanto sinonimo di gran velocità per quanto concerne le connessioni ma anche di convenienza poiché gli utenti, d’ora in avanti, potranno sfruttare quanto reso disponibile da big G a prezzi che risultando decisamente competitivi rispetto a quelli propositi invece dagli ISP.

Google, quindi, si è finalmente lanciata in un settore che, così come sottolineato da un dirigente dell’azienda, va a rivelarsi come particolarmente strategico per lo stesso bi G, ed ha scelto di farlo mettendo a disposizione dei cittadini di Kansas City (e presto anche di molti altri, o almeno così dovrebbe essere) ben tre differenti pacchetti tra cui poter sceglire.

Il più caro costa 120 dollari al mese e risulta comprensivo di collegamento a 1 Gbps senza limiti, di un tablet Nexus 7, di un TV Box per i canali televisivi (160 canali) abbinato a un dispositivo per registrare (Storage Box), di un router (Network Box) e di ben 1 TB di spazio su Google Drive.

Banda “larghissima” in 30 città italiane entro il 2017

Nel giorno in cui il mondo comincia a convertirsi all’IPv6, dall’Italia arrivano timidi segnali riguardanti l’irrobustimento delle infrastrutture legate ad Internet. Attraverso il Fondo Strategico Italiano della Cassa depositi e prestiti, il Governo si è impegnato ad investire 500 milioni di euro (200 da erogare subito più 300 opzionali per il futuro) nel progetto di Reti Tlc per la copertura di 30 città italiane con la fibra ottica ad oltre 100 Megabit entro il 2017.

Reti Tlc è la holding controllata da F2i, a cui fa capo il 61,4% di Metroweb, l’azienda che detiene la maggior parte della rete in fibra ottica di Milano. Il suo obiettivo è quello di portare entro cinque anni la cosiddetta banda larghissima nelle seguenti città: Brescia, Bergamo, Como, Monza, Torino, Genova, Prato, Livorno, Firenze, Roma, Napoli, Salerno, Messina, Palermo, Catania, Reggio Calabria, Taranto, Bari, Foggia Pescara, Ancona, Bologna, Modena, Reggio Emilia, Venezia, Trieste, Udine, Padova, Vicenza, Verona e Milano, dove come detto il gruppo è già ben radicato e per il 2017 si dovrebbe raggiungere la copertura totale dell’area metropolitana meneghina.

Collegamento in fibra ottica da 1Terabit/s, il record è stato fissato a Pisa

Pisa collegamento fibra ottica 1 Terabit/s

La notizia arriva direttamente dai ricercatori della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa che, in collaborazione con il Laboratorio Nazionale di Reti Fotoniche del CNIT (Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni) e grazie anche all’appoggio di Ericsson, nel corso delle ultime ore hanno fatto sapere di aver fissato un importante record, tanto per l’Italia quanto per l’intero settore dell’IT, riuscendo a trasmettere dati ad una velocità pari a ben 1000 gigabit per secondo, ovvero 1 Terabit per secondo, andandosi quindi a configurare come un nuovo ed importantissimo passo avanti nella trasmissione dei dati telematici tramite fibra ottica.

Il record, però, pur essendo stato raggiunto a Pisa e, sopratutto, sfruttando apparecchiature progettate e realizzate nel Bel paese, è stato messo a segno conseguenzialmente a tutta una serie di test condotti in Spagna appoggiandosi alla rete messa a disposizione dall’operatore Telefonica, coprendo una distanza di trasmissione pari a circa 300 Km ed ottenendo un risultato corrispondente a 448 Gigabit al secondo per canale superato poi dall’esperimento che ha portato la velocità a quota 1Terabit/s.

Unione Europea: la banda larga non è un servizio universale

Banda larga Unione Europea

Per l’Unione Europea, così come reso noto nelle ultime ore, la banda larga, almeno allo stato attuale delle cose, non va a configurarsi come un servizio universale, ovvero non risulta compresa in uno di quei servizi minimi che un cittadino facente parte dell’Unione ha il diritto di pretendere.

Questo sta quindi a significare che tutti i vari paesi dell’Unione Europea saranno liberi di decidere come comportarsi relativamente alla gestione della banda larga senza alcun ordine “dall’alto”.

Si tratta di una decisione che, per ovvie ragioni, ha deluso coloro che attendevano un intervento dai piani alti per fare in modo di poter usufruire della banda larga considerando i grandi ritardi di alcuni paesi nello sviluppare le proprie infrastrutture al fine di rendere disponibile un ADSL veloce e, sopratutto, per tutti.

ADSL italiana: più lenta di quanto dichiarato

Le effettive performance dell'ADSL italiana

In Italia di certo non scarseggiano le offerte dei gestori relativamente agli abbonamenti ADSL consentendo, a seconda delle diverse esigenze, di poter scegliere tra linee sino a 7, 8, 10 e 20 Mbit o, almeno, così dovrebbe essere.

Infatti, stando ai recenti dati forniti da SOS Tariffe la banda larga italiana non risulta essere effettivamente prestante così come promesso.

La conclusione si basa su di uno speed test effettuato su oltre 200 mila rilevamenti su 6.412 comuni con lo scopo, appunto, di evidenziare le effettive prestazioni delle linee a banda larga italiane.

Ad essere prese in esame per il test sono state le linee ADSL da 7 Mbit e da 20 Mbit e per entrambi i rilevamenti i risultati ottenuti sono stati complessivamente negativi.

Nello specifico, per quanto concerne le linee ADSL a 7 Mega le prestazioni reali sono risultate inferiori del 50% rispetto a quanto dichiarato e pubblicizzato dai vari gestori, per quanto riguarda invece le linee ADSL a 20 Mega la percentuale delle prestazioni è risultata inferiore al 30% circa.

Nel maxi-emendamento anticrisi c’è speranza per la banda larga, forse

Il Consiglio dei Ministri italiano ha approvato un maxi-emendamento che, tra le varie voci presenti, ne dovrebbe contenere anche una relativa allo sviluppo della banda larga

Il Consiglio dei Ministri italiano ha recentemente provveduto ad approvare un maxi-emendamento contenente i correttivi mediante cui si spera di riuscire a meter fine alla situazione italiana di grave crisi economica e, secondo alcune indiscrezioni, tra le varie voci presenti, ve ne sarebbe anche una facente riferimento alla banda larga.

Nel testo in questione dovrebbero infatti essere contenute le seguenti parole:

[…] ad assicurare l’azzeramento del digital divide, l’individuazione delle modalità di realizzazione degli interventi nelle aree per le quali gli operatori di telecomunicazione non prevedono di assicurare la copertura con le reti di nuova generazione, nonché provvede a definire le modalità di coinvolgimento degli operatori privati e della cassa depositi e prestiti.

Il finanziamento dello sviluppo della banda larga sul territorio italiano dovrebbe essere finanziato mediante i fondi strutturali provenienti dall’Unione, dal fondo per lo Sviluppo ed anche dalla Cassa depositi e prestiti.

Rapporto Akamai, rete italiana in lento progresso

Akamai ha pubblicato l'ultimo rapporto relativo allo stato di internet: l'Europa trionfa e l'Italia è in risalita ma i risultati non sono ancora soddisfacenti

Akamai, la società specializzata nella movimentazione di grandi quantità di dati telematici, ha pubblicato la nuova ed ultima analisi relativa allo stato della banda larga nel mondo e, a quanto pare, l’Europa, questa volta, è riuscita a battere l’Asia ma i meriti, purtroppo, non sono dell’Italia.

Dal “Rapporto sullo stato di internet” relativo al secondo quadrimestre dell’anno corrente, ricavato mettendo insieme i dati di centinaia di milioni di connessioni intercettate dal network di distribuzione digitale gestito da Akamai, ne è infatti emerso che al vertice tra le nazioni aventi la più alta penetrazione di banda larga ad alta velocità (vale a dire superiore ai 5 Megabit) si trova ora l’Olanda che sorpassa in tal modo la Corea del Sud, in vetta da diverso tempo a questa parte, con il 68% contro il 58%.

Al secondo posto in classifica, invece, troviamo l’isola di Hong Kong avente il 59% di penetrazione.

La banda larga, comunque, risulta essere in crescita anche negli Stati Uniti, grazie alle recenti reti in fibra ottica.

Google potrebbe portare la fibra ottica in Italia

Google ha attuato un piano per offrire la connessione a banda larga negli stati europei dove risulta carente, tra questi potrebbe esserci l'Italia

In Italia, a quanto pare, la strada per le reti di seconda generazione in fibra ottica risulta essere decisamente in salita, almeno allo stato attuale delle cose, tuttavia un nuovo spiraglio sembrerebbe poter arrivare direttamente da Google, il gran colosso delle ricerche in rete.

Infatti, così come annunciato da David Drummond, vice presidente di Google, durante il New World 2.0 in Francia, big G starebbe provvedendo all’attuazione di un piano mediante cui portare la sua rete in fibra ottica direttamente in Europa, analogamente a quanto reso disponibile recentemente in America (si parla di una connessione di 1 gigabit al secondo), in modo tale da poter offrire connessioni a banda larga negli stati ove la connettività veloce risulta carente.

Banda Larga: addio agli 800 milioni di euro promessi dal Governo

Ci troviamo in un periodo di forte crisi economica, fare investimenti è difficile per tutti, ma questa in pochi se la sarebbero aspettata. Nella bozza della finanziaria giunta ieri all’esame del Consiglio dei Ministri, sono stati eliminati gli 800 milioni di euro di investimenti per la banda larga promessi a più riprese dal Governo.

I fondi erano stati dati praticamente per certi dopo che, l’altro giorno, l’asta per l’acquisizione delle frequenze 4G si era conclusa con un incasso record per lo Stato: 4 miliardi di euro (circa 1,6 miliardi più del previsto). Si era detto che se l’asta avesse superato i 2,4 miliardi di introiti, il 50% dell’eccedente – ovvero gli 800 milioni di euro – sarebbe stato investito subito per potenziare la banda larga in tutto il Paese. Invece niente.

Banda larga, Romani: “800 milioni di euro già pronti” e Fini vuole il Nobel per Internet

Dopo le clamorose dichiarazioni del Ministro Brunetta risalenti allo scorso ottobre (entro il 2010 tutti i cittadini italiani avranno almeno 2 MB di banda larga), un altro esponente del Governo italiano si è espresso in merito allo sviluppo della banda larga nel Paese.

Si tratta di Paolo Romani, il vice ministro alle telecomunicazioni famoso per il decreto anti-YouTube poi sfumato, che nel corso della conferenza “Internet e Libertà” svoltosi alla Camera ha annunciato che “ci sono 800 milioni di euro per la banda larga “congelati” in attesa di tempi migliori, che presto saranno utilizzati”.

Si tratta degli stessi 800 milioni menzionati dal Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione Renato Brunetta nell’intervento a cui facevamo prima riferimento e che Romani assicura, rispondendo ad alcune obiezioni sulla presunta deviazione degli stessi, “non sono stati destinati ad altro. Non bisogna confondere i fondi Fas per la banda larga con gli incentivi, è soltanto la cifra (800 mln) che coincide”.

Google entra nel mercato della banda larga e promette: “Internet 100 volte più veloce”

Internet 100 volte più veloce per tutti. Incredibile ma vero, non si tratta dell’ultimo slogan di Silviuccio, bensì della promessa che Google ha fatto ai suoi futuri clienti.

Ebbene sì, cari amici geek, avete letto bene. Non contento di aver appena lanciato sul mercato un potenziale killer di FriendFeed ed altri social network di portata mondiale (Google Buzz), il colosso di Mountain View ha deciso di gettare scompiglio anche nel mondo degli operatori telefonici statunitensi, annunciando sul suo blog l’intenzione di voler entrare nel mercato della banda larga.

Il progetto, che è ancora in fase sperimentale, dovrebbe consentire a ‘big G’ di portare entro quest’anno una connessione di 1 gigabit al secondo a circa 500.000 utenti (ma le località in cui verranno svolti i primi test non sono ancora state scelte). I prezzi del servizio, fanno sapere dal Googleplex, saranno estremamente competitivi.

Banda larga: USA non ancora pronti per il futuro. E l’Italia?

Una clamorosa sorpresa per gli USA ed una mesta conferma per l’Italia. Possiamo riassumere così, senza troppi arzigogoli, l’esito della ricerca condotta per Cisco dall’Università di Oxford e dall’Università di Oviedo in merito allo stato di salute delle infrastrutture per la banda larga che si trovano in giro per il mondo.

Il quadro che n’è uscito è abbastanza sconfortante: gli unici paesi già attrezzati per affrontare le esigenze della rete del futuro (streaming di video in alta definizione, trasferimento massiccio dei dati per conto del cloud computing, ecc.) sono Corea, Giappone, Svezia, Lituania, Bulgaria, Lettonia, Olanda, Romania e Danimarca.

Gli USA, insieme ad alcune tra le nazioni europee più avanzate tecnologicamente (Francia, Germania, Norvegia, Finlandia, ecc.), Taiwan, Hong Kong e Russia, hanno infrastrutture più che sufficienti per l’oggi ma non ancora pronte per il domani. Mentre l’Italia…