Getty Images

Getty Images dichiara guerra a Google

Getty Images, la ben nota agenzia fotografica statunitense, ha presentato all’antitrust europea una denuncia formale contro Google affermando che il motore di ricerca mette a rischio il suo modello di business andando a fornire accesso agli utenti a fotografie in realtà coperte da copyright.

Getty Images

Nel dettaglio, l’agenzia punta il dito contro la funzionalità introdotta a partire da gennaio 2013 che consente di visualizzare all’interno di uno slideshow tutta una serie di immagini in alta risoluzione che vengono prelevate dai siti esterni.

Foto di Google Search

Google e la pirateria, rimozione dei contenuti aumentata

Interessanti informazioni quelle emerse proprio nel corso delle ultime ore dal nuovo Rapporto sulla Trasparenza di Google. A quanto pare si è verificato un netto incremento nel numero delle richieste ricevute da Google per quanto riguarda la rimozione dal motore di ricerca di link verso contenuti protetti da copyright diffusi in rete senza autorizzazione.

Foto di Google Search

Nel dettaglio si parla di oltre il 100% di richieste rispetto allo scorso anno per un volume di notifiche che sale a circa 1.500 ogni minuto. In totale sono quindi oltre due milioni ogni giorno le richieste che vengono effettuate. Nel 2001 le richieste erano invece qualche centinaio.

Immagine della home di Google Search

Google, aggiustamento agli algoritmi per combattere la pirateria

La pirateria non è un bene, i siti pirata vanno combattuti e sterminati. Potrebbe essere questo il mantra che in quel di Google hanno cominciato a recitare in maniera sempre più insistente da alcuni giorni a questa parte e che hanno deciso di diffondere mediante un aggiustamento ai propri algoritmi che, appunto, si scagliano contro i siti pirata cercando di rendere meno facilmente reperibili i contenuti protetti da copyright e diffusi illegalmente.

Immagine della home di Google Search

Google ha infatti comunicato di aver effettuato un aggiornamento del report “How Google Fights Piracy” (tradotto “Come Google combatte la pirateria”) fornendo nuovi dettagli inerenti le proprie strategie messe in campo con l’obiettivo di dare del filo da torcere alla diffusione non autorizzata di contenuti che risultano protetti da diritto d’aurore mediante il motore di ricerca più celebre al mondo.

I Google Glass sono stati banditi dai cinema del Regno Unito

I Google Glass sono stati banditi dai cinema del Regno Unito

I Google Glass sono stati banditi dai cinema del Regno Unito

Inizialmente disponibili solo ed esclusivamente per una ristretta cerchia di utenti a stelle e strisce i Google Glass sono finalmente diventati, proprio nel corso degli ultimi giorni, un prodotto tangibile anche dagli europei. Da pochissimo, infatti, Big G ha avviato la vendita dei suoi tanto chiacchierati occhiali nel Regno Unito.

Nonostante siano disponibili in UK da poco, anzi pochissimo tempo gli occhiali per la realtà aumentata di Google stanno già suscitando diverse polemiche ed a finire nell’occhio del ciclone sono la questione cinema e quella copie pirata.

Con il timore che i Google Glass possano essere utilizzati per produrre copie pirata delle pellicole cinematografiche ed analogamente a quanto già fatto da alcuni cinema statunitensi, Phil Clapp, il direttore generale della Cinema Exhibitors Association, ha spiegato che “A titolo di cortesia per gli altri spettatori, e per prevenire il furto dei film, chiediamo ai clienti di non entrare in nessuna sala cinematografica con una qualsiasi tecnologia indossabile capace di registrare immagini. A ogni cliente che indosserà questa tecnologia sarà chiesto di rimuoverla e potrà esser chiesto di lasciare il cinema. […] I clienti saranno invitati a non usare i Google Glass nelle sale cinematografiche, a prescindere dal fatto che il film sia già iniziato o meno.“. Anche la catena cinematografica britannica Vue ha dichiarato che chiederà agli spettatori di togliere i Google Glass prima dell’inizio della proiezione.

Microsoft, utilizzare i software pirata è troppo costoso

Microsoft: utilizzare i software pirata è troppo costoso

 Microsoft: utilizzare i software pirata è troppo costoso

Pur essendo opinione comune quella che dire software pirata equivale a dire software gratuito un recente studio commissionato da Microsoft, intitolato “The Link Between Pirated Software and Cybersecurity Breaches: How Malware in Pirated Software is Costing the World Billions” e condotto da IDC e dalla National University of Singapore svela che durante questo 2014 le aziende andranno spendere quasi 500 milioni di dollari per far fronte ai danni causati dal malware presente nelle copie non originali delle varie applicazioni.

I software pirata, quindi, possono rivelarsi tutt’altro che gratuiti, un dato questo che risulta ancor più evidente se si tiene conto del fatto che la somma in questione salirà a 25 miliardi di dollari per gli utenti consumer i quali sprecheranno ben 1,2 miliardi di ore nella risoluzione dei problemi.

AGCOM, approvate le nuove norme sul copyright online: cosa cambia

Pirateria

Sono mesi che si parla di AGCOM e della sua riforma delle norme relative al diritto d’autore online. Ieri però sono state messe tutte le firme necessarie e il regolamento è diventato ufficiale, entrerà in vigore il 31 marzo 2014 ma ha già scatenato un forte dibattito fra chi lo ritiene un grosso rischio per la libertà d’espressione in Rete (ossia la maggior parte degli utenti e delle organizzazioni che si occupano della materia) e chi invece ha stappato le bottiglie di champagne per la sua imminente attuazione (le major).

La pirateria non danneggia l’industria dell’intrattenimento: parola della London School of Economics

pirateria

Da anni le tre grandi industrie di intrattenimento (musica, film e videogiochi) accusano la pirateria delle loro enormi perdite, ma quanto c’è di vero in quest’affermazione? Un recente studio condotto dalla London School of Economics and Political Sciences (Università di Londra) ha esaminato quest’argomento ed ha messo in evidenza una conclusione del tutto diversa.

Google, Eric Schmidt: i Siti Pirata non si toccano

bandiera-pirati

Sono molti gli avversari dell’industria del copyright e quasi tutti soggiornano su internet. La morte di Megaupload ha spazzato via molti contenuti che violano i diritti d’autore, ma basta una semplice ricerca tramite Google per trovarli altrove.

L’industria dell’intrattenimento continua a puntare il dito contro il motore di ricerca più famoso al mondo che può essere dunque considerato come il contenitore della pirateria. Spesso Google ha annunciato alcune modifiche che riducono il materiale pirata on line, ma non ha assolutamente intenzione di seguire i voleri delle grandi aziende: eliminare direttamente i siti web che contengono o rimandano a qualsiasi cosa violi il copyright.

Game of Thrones, la serie più scaricata illegalmente su BitTorrent

trono-di-spade

Daenerys Targaryen, la famiglia Stark e la stirpe dei Lannister ci hanno stupito anche nell’ormai conclusa terza stagione de Il Trono di Spade (Game of Thrones). Il successo ottenuto da questa serie non ha forse precedenti ed anche il mondo dell’illegalità incorona questo telefilm come il migliore.

Come accade usualmente, TorrentFreak ha pubblicato la classifica delle 10 serie televisive della stagione più scaricate via BitTorrent. Al primo posto non poteva non esserci Game of Thrones: un singolo episodio ha superato i cinque milioni di download! La medaglia del più piratato della stagione primaverile, dunque, va a questa serie.

Google vuole combattere la pirateria con l'advertising

Google vuole combattere la pirateria con l’advertising

Google vuole combattere la pirateria con l'advertising

Che Google cerchi di darsi il più possibile da fare per combattere la pirateria non è sicuramente una novità ma che ora voglia farlo sfruttando l’advertising si.

Secondo Google, infatti, oltre a bloccare l’indicizzazione dei siti web che offrono accesso a risorse P2P illegali è necessario adottare un approccio relativamente nuovo e che secondo l’esperienza recente ha dimostrato le sue potenzialità.

Tale approccio consisterebbe nel bloccare il business generato sui siti web in questione dalla visualizzazione dei banner pubblicitari, una tecnica questa che premetterebbe di limitare notevolmente l’afflusso di denaro verso coloro che si occupano della gestione delle piattaforme mettendo dunque KO l’attività.

Microsoft IDC software contraffatto

Microsoft, il 33% del software è contraffatto

Microsoft IDC software contraffatto

Stando a quanto emerso da un recente studio condotto da IDC per conto di Microsoft circa un terzo del software mondiale è contraffatto.

La ricerca, mirante a portare in primo piano le conseguenze negative derivanti dall’utilizzo di software pirata, ha messo in risalto i pericoli per la sicurezza relativi agli utenti consumer e alle aziende mettendo inoltre in evidenza una realtà che era già ben nota a molti: pirateria e malware vanno a braccetto.

Portando avanti due dviersi sondaggi in ben 10 paesi ed ottenendo risposte da 1104 utenti privati, 973 utenti business e 268 manager IT, IDC ha mostrato, sfruttando i dati ottenuti, come la diffusione dei malware mediante software non originali avvenga in maniera sempre più capillare unitamente ai costi associati alla rimozione delle infezioni.

Secondo le stime, quindi, esiste circa 33% di probabilità di installare malware sul proprio computer in seguito all’utilizzo di copie pirata dei software.