I tablet non servono per tutto: l’ironia dell’agenzia Leo Burnett

Tutti desiderano uno smartphone, tutti desiderano anche un tablet. Il primo sicuramente potrà riuscire a soddisfare le vostre necessità, infatti, consente di telefonare, mandare SMS, navigare e svolgere altre strabilianti funzioni. Ed il secondo? Serve davvero una tavoletta come iPad o come il Nexus 7? Vediamo il punto di vista di La Leo Burnett, una delle agenzie pubblicitarie più importanti del mondo!

Rimuovere post facebook suggeriti sponsorizzati firefox google chrome

Come rimuovere pagine e post suggeriti su Facebook in Firefox e Chrome

Rimuovere post facebook suggeriti sponsorizzati firefox google chrome

Così come ben sapranno tutti gli assidui frequentatori di Facebook, il celebre social network in blu suggerisce, nella parte destra della pagina web, gli amici che potrebbero essere aggiunti alla propria rete e le pagine che potrebbero interessare.

Analogamente agli amici ed alle pagine Facebook cerca di attirare l’attenzione dei propri utenti anche su post suggeriti o sponsorizzati che, diversamente dai primi, vengono piazzati direttamente nel News Feed principale.

Molti utenti ritengono che tale pratica sia decisamente invasiva e fastidiosa ma pur troppo agendo dalle impostazioni di Facebook non è possibile fare assolutamente nulla per annullare o, molto più semplicemente, per limitare la visione di tali post.

Google Yahoo! accordo pubblicità

Google e Yahoo!, accordo firmato per la pubblicità contestuale

Google Yahoo! accordo pubblicità

Pur essendo e restando avversarie in fatto di query, Google e Yahoo!, nel corso delle ultime ore, hanno firmato un accordo che sancisce l’instaurarsi di un’interessante collaborazione in tema di advertising.

L’accordo sigla infatti un rapporto di partnership tra i due colossi in base al quale Yahoo! metterà a disposizione i propri spazi invenduti e Google farà altrettanto con gli annunci contestuali in modo tale da poterli posizionare sugli spazi in questione.

L’accordo determina una collaborazione non esclusiva, di estensione globale, basata su annunci di tipo display e legata alle pubblicità contestuali, così come spiegato da Yahoo! stessa.

Gmail, ora gestisce email con accenti e caratteri non latini

Microsoft contro Gmail, lo statement di Google

Gmail privacy statement Google

Microsoft, così com’è stato possibile apprendere nel corso della giornata di ieri, ha messo in atto una campagna, intitolata “Don’t get scroogled by Gmail” mediante cui, appunto, viene puntato il dito contro la pratica messa in atto da Google quando viene effettuato l’accesso a Gmail da browser web.

In tali circostanze, infatti, viene effettuato un processo di analisi dei messaggi di posta elettronica al fine di rendere disponibili pubblicità pertinenti alle email.

Così come già ribadito nel precedente post appare però opportuno sottolineare il fatto che anche Microsoft, con il suo Outlook.com, oltre alle normali attività di scansione del contenuto delle email per individuare spam e phishing, ha l’abitudine di mostrare messaggi pubblicitari quando viene effettuato l’accesso alla casella di posta elettronica.

Microsoft privacy Gmail

Microsoft si scaglia contro Google, Gmail non rispetta la privacy

Microsoft privacy Gmail

Così come già accaduto in passato Microsoft è tornata ad attaccare Google ma, questa volta, a finire nell’occhio del ciclone è Gmail, il servizio di posta elettronica reso disponibile da big G.

Microsoft, infatti, ha dato vita ad una vera e propria campagna intitolata “Don’t get scroogled by Gmail” mediante cui punta il dito contro il comportamento di Google messo in atto ogni volta che un utente accede a Gmail utilizzando il browser web e facendo riferimento, nello specifico, all’analisi delle email effettuata da big G per offrire pubblicità pertinenti all’interno del servizio di posta elettronica, mostrandola, appunto, accanto ai messaggi.

Secondo uno studio commissionato da Microsoft circa il  70% degli utenti Gmail intervistati non è a conoscenza di questa pratica, il 90%, invece, non approverebbe tale modus operandi.

Proprio per questo Microsoft ha quindi invitato gli utenti Gmail, e non solo, ad utilizzare Outlook.com per la creazione di caselle di posta elettronica gratuite.

Internet Explorer: Microsoft corregge il bug, anche su Windows XP

Microsoft, Internet Explorer 10 e il video autoironico

Internet Explorer 10 autoironia Microsoft

Nel corso degli ultimi giorni Microsoft si è data davvero molto da fare per promuovere Windows 8 nel miglior modo possibile ed il raggiungimento della soglia delle 40 milioni di licenze vendute è senz’altro un chiaro indizio del fatto che quanto fatto eseguito a questo momento dalla redmondiana è stato apprezzato.

Unitamente alla promozione di Windows 8 Microsoft ha anche cercato di non far passare inosservato Internet Explorer 10, la più recente ed aggiornata dizione del browser web di casa Redmond.

Il fatto che però Internet Exolorer non abbia mai goduto del favore degli utenti, o almeno della maggior parte di essi, non è sicuramente una novità e Microsoft, consapevole di ciò, non soltanto ha cercato di migliorare enormemente l’ultimissima versione di IE ma anche messo in atto una simpatica campagna volta a fare della mera autoironia e, ovviamente, a trarre del buono, per il futuro, dai commenti degli utenti.

iPad mini: Apple lancia due nuovi spot sul piccolo tablet

Apple dimostra costantemente di avere le carte giuste per sorprendere gli utenti. Non parliamo solo dei suoi dispositivi potenti ed esteticamente accattivanti, ma soprattutto delle campagne pubblicitarie che lancia per ogni device. Sin dallo spot contro IBM, Apple dimostrò le sue intenzioni di emergere e, a distanza di anni, il suo obiettivo è stato raggiunto.

Da poco tempo abbiamo parlato della geniale pubblicità realizzata per il nuovissimo iPad mini. Cupertino ha deciso di usare le note di Heart and Soul per evidenziare il piccolo gioiellino che non ha nulla da invidiare al suo fratellone, l’iPad 4. Ricorderete che i dispositivi erano impegnati nel suonare la canzone con il piano virtuale e, ovviamente, il nuovo tablet se la cava egregiamente.

Gmelius, eliminare la pubblicità da Gmail

Gmail è divenuta la casella postale più sfruttata dagli utenti che hanno sempre più abbandonato gli altri servizi. Le caratteristiche vincenti del servizio Google sono molteplici: oltre ad offrire 10GB di spazio, ha un motore di ricerca molto potente che, fra le tante cose, consente di trovare le email che contengono allegati oppure specifici tipi di file.

Facebook allarme privacy messaggi privati

Facebook e Yahoo!, pace sancita dalla pubblicità

Facebook Yahoo! accordo pubblicità

Mesi fa Facebook era stata accusata di aver violato alcuni brevetti di Yahoo! che, proprio per tale motivo, aveva minacciato di denunciare la risorsa di social networking per eccellenza trascinandola poi in tribunale.

Facebook, poi, aveva a sua volta denunciato Yahoo! per la violazione di alcuni dei suoi brevetti relativi al tag di foto, all’advertising ed ai suggerimenti online.

La complicata situazione venutasi a creare sembrerebbe però essere giunta, finalmente, ad una felice conclusione.

Nel corso delle ultime ore, infatti, Facebook e Yahoo! hanno annunciato un accordo per superare i contrasti legali e per lavorare insieme al fine di ottimizzare i ricavi il che, tradotto in altri termini, sta a significare andare ad ottimizzare i sistemi di pubblicità su entrambi i network.

Microsoft accuse corruzione italia, cina e romania

Microsoft e la delusione di aQuantive: 6,3 miliardi di dollari spesi male

Microsoft aQuantive pubblicità online

Dopo l’acquisto di Skype per una cifra pari a ben 8,5 miliardi di dollari l’acquisizione fatta da Microsoft qualche anno addietro era passata alla storia come quella più costosa decisa dai vertici della stessa: nell’oramai lontano 2007 la redmondiana si era assicurata il pacchetto azionario di aQuantive, nota azienda pubblicitaria con base a Seattle, per un valore complessivo di ben 6,3 miliardi di dollari.

Ora, circa cinque anni dopo, Microsoft ha ascritto a bilancio la quasi totalità dell’operazione di acquisto di aQuantive ed a quanto pare quello in questione è stato un affare che non ha portato alla crescita tanto auspicata, così come sottolineato dalla stessa azienda in un apposito comunicato diramato proprio nel corso delle ultime ore.

La divisione online advertising di Microsoft ha infatti perso circa 2 miliardi di dollari nel corso degli ultimi 12 mesi, una cifra questa che risulterà ancor più evidente durante il prossimo rendiconto trimestrale.

Nuovo iPad: Apple pagherà oltre 2 milioni di dollari per pubblicità ingannevole

Qualche mese fa si era iniziato a discutere del caso relativo ad Apple, al suo nuovo iPad ed alle polemiche sorte attorno al celebre device per il suo essere proposto e pubblicizzato come tablet 4G, in particolar modo per quanto riguarda il territorio australiano.

Il nuovo iPad, infatti, è un tabllet 4G ma tale copertura è, allo stato attuale delle cose, disponibile in maniera abbastanza limitata risultando confinata a pochi carrier statunitensi e canadesi.

Il nuovo iPad è stato infatti sviluppato per connettersi a frequenze comprese tra 700MHz e 2100MHz che ospitano il 4G statunitense mentre la rete mobile omologa in Australia, così come anche in vari altri paesi, opera su frequenze differenti.

Apple: una nuova class action contro Siri

Siri class action

È stata presentata come una tra le features di maggior rilievo dell’iPhone 4S ma, a partire dal momento del lancio sul mercato del nuovo device Apple, Siri, l’assistente vocale, ha ricevuto non poche lamentele da parte di un ampio numero di utenti che, senza far troppi giri di parole, ne sono rimasti insoddisfatti.

Infatti, così come già accaduto qualche settimana addietro, nel corso delle ultime ore David Jones, proprietario di un iPhone 4S, ha provveduto ad inviare una class action contro Apple in California relativamente a Siri e, nello specifico, alle sue qualità eccessivamente enfatizzate dagli spot pubblicitari mandati in onda dalla ben nota azienda della mela morsicata.

Trattasi, in altri termini, di pubblicità ingannevole, di spot nei quali viene raccontato un assistente vocale in grado di compiere operazioni che vanno ben oltre quelle che sono le effettive qualità di Siri che, pur rivelandosi estremamente innovativo, appare comunque limitato nelle sue capacità, almeno per il momento.

Adlessle, sostituire gli annunci pubblicitari online con appositi widget informativi

La presenza di numerosi annunci pubblicitari sulle pagine web, si sa, può creare non pochi fastidi andando a contrastare quella che potrebbe essere una rapida e corretta visualizzazione di tutti i vari ed eventuali contenuti d’interesse presenti in rete.

Onde evitare di andare incontro a situazioni di questo tipo si ha però l’opportunità di ricorrere all’impiego di vari ed appositi add-on disponibili per i più comuni browser web presenti sulla piazza e che una volta entrati in azione bloccano, appunto, la visualizzazione dei fastidiosi annunci pubblicitari.

Proseguendo sulla medesima linea, quest’oggi andiamo a dare uno sguardo ad una risorsa rientrante proprio in tale categoria ma che va a differenziarsi da tutto quanto di analogo per la modalità mediante cui ciascun utente potrà procedere alla rimozione degli annunci pubblicitari indesiderati.

Android: le app gratuite riducono all’osso la batteria

Batteria Android EProf

Secondo quanto emerso da una recente ricerca della Purdue University eseguita in collaborazione con la Microsoft circa il 75% della carica di un device mobile e, in questo caso specifico, dei dispositivi Android, viene consumata dall’advertising delle app gratuite mentre il mero impiego delle applicazioni, diversamente da quello che potrebbe essere il pensiero comune, comporta un consumo pari al 25% e che, se confrontato con gli altri risultati, appare praticamente minimo.

La ricerca, avente come obiettivo, appunto, quello di verificare quanto la pubblicità possa andare ad incidere sui consumi della batteria dei device Android, è stata eseguita sfruttando un apposito strumento denominato EProf (attualmente in fase di sviluppo anche per piattaforma Windows Phone) in grado di misurare le varie istanze attive sul dispositivo e di tenere traccia dei singoli consumi.

Ciò che ne è emerso dall’analisi è stato, sostanzialmente, che tutte le applicazioni gratuite contenenti pubblicità fanno pesare il loro mancato pagamento sulla batteria del device in uso… come? Semplice: utilizzando la connessione ad internet per effettuare il download di banner e spot e per l’invio dei dati.