Equo compenso: il Ministro vuole l’aumento dei prezzi (a dispetto dei sondaggi)

Sondaggio equo compenso

Ricordate il sondaggio ordinato dall’allora Ministro per i Beni Culturali, Massimo Bray, per indagare sulle abitudini degli italiani circa la creazione di copie private per film, album musicali e altre opere coperte da diritto d’autore? Nonostante qualche titubanza di troppo, i risultati sono stati pubblicati e – indovinate un po’? – salta fuori che non ci sarebbe alcun motivo per aumentare i prezzi di DVD, hard disk, smartphone, tablet e tutti gli altri prodotti su cui grava la famigerata tassa dell’equo compenso.

Google Play Musica accordo Armonia

Google Play Music, oltre 5 milioni di nuovi brani in arrivo

Google Play Musica accordo Armonia

Il catalogo musicale di Google, da poco disponibile anche in Italia su Google Play, ben presto si arricchirà di oltre 5,5 milioni di brani andando a ridurre notevolmente il distacco con la concorrenza, iTunes ed Amazon.

Google, infatti, proprio nel corso delle ultime ore ha stretto un accordo con Armonia, l’agglomerato composto dalla Società Italiana Autori Editori (SIAE), dalla società francese SACEM e da quella spagnola SGAE, che garantisce l’accesso ai rispettivi repertori musicali per i vari servizi di big G e, di conseguenza, per i clienti di tutti i paesi europei e, soltanto per alcuni repertori, anche delle nazioni euroasiatiche, del medio Oriente, della penisola arabica, dell’Africa e del subcontinente indiano.

Equo compenso: respinti i ricorsi, anche quelli di Apple e Samsung

Equo compenso ricorsi respinti

Nel corso delle ultime ore il TAR del Lazio ha respinto tutti e otto i ricorsi presentati contro il famigerato decreto Bondi, ovvero la norma mediante cui è stato indotto il meccanismo dell’equo compenso sul prezzo effettivo dei supporti adibiti alla memorizzazione dei file audio e video (ad esempio i DVD, i flash drive USB, le SD Card etc.) basandosi sul discutibile principio secondo cui tenendo conto del fatto che questi potrebbero essere impiegati per eseguire la copia di contenuti protetti da copyright appare giusto aumentarne il costo, proporzionalmente alla memoria in dotazione, come forma di risarcimento.

La norma, nonostante sia stata attaccata a più riprese per il modo ben poco meritocratico ed estremamente semplicistico con la quale viene applicata, è stata comunque confermata e pienamente legittimata dalla giurisprudenza.

I trailer dei film online diventano illegali in Italia?

Dimenticata per un attimo la bufera sulla delibera dell’AGCOM che voleva oscurare i siti in cui fossero stati rilevati dei contenuti lesivi del copyright, la Rete italiana torna a tremare per un’altra sciagurata norma riguardante il diritto d’autore.

Questa volta applicata sotto il torchio della SIAE sono finiti siti dedicati al cinema, come fantascienza.com ed horror.it, che si sono sentiti dire di non essere autorizzati a pubblicare trailer di film sulle proprie pagine. Per farlo bisognerebbe pagare, e pure tanto.

Secondo una ricerca i cosiddetti “giovani” sarebbero “molto felici” di pagare per scaricare musica legalmente

Musica

Premesso che io odio la parola “giovani”, oggi parliamo di una statistica inglese che farà molto parlare di sé e di conseguenza discutere: da un sondaggio fatto tra ragazzi e ragazze che hanno tra i 14 e i 24 anni è emerso che la fascia più giovane non disdegna pagare per ottenere file musicali… l’importante però è che col pagamento se ne ricevano anche tutti i diritti illimitati di utilizzo. Il sondaggio è stato commissionato dalla British Music Rights, l’equivalente dell’italiana Siae.

Tra i risultati colpisce il fatto che l’80 per cento degli utenti di programmi peer-to-peer (come il pluripremiato eMule, solo per fare un esempio) si è detto disponibile a pagare affinché il file-sharing sia legalizzato. Il problema è che tutto questo esiste già, almeno per quanto riguarda la musica. Basti guardare iTunes o altri “negozi online” di mp3, che non costano poi molto (un euro per un brano, dieci euro per un album circa); il problema però, come al solito, sono i Drm, e cioè le limitazioni a copiare il brano scaricato sui computer o i lettori musicali degli amici. Insomma: ragazzi e ragazze vogliono possedere e controllare la propria musica.

Qtrax file sharing legale, ma in Italia?

Qtrax file sharing legale, ma in Italia?

Qtrax, ne sentirete parlare spesso, infatti si tratta di un innovativo sistema peer to peer per la condivisione della musica. Il tutto legale e sponsorizzato dalle major stesse. Vi starete chiedendo:”Ma la fregatura dovè?” Semplicemente non c’è, infatti l’etichette discografiche guadagneranno grazie alla percentuale di pubblicità che Qtrax condividerà con loro.

Gli utenti possono contare su un catalogo di ben 5 milioni di brani che nei progetti è destinato a salire fino all’enorme cifra di ben 25 milioni. Non mancheranno contenuti esclusivi per questo nuovo portale. L’unica limitazione, che penso personalmente verra presto rimossa, è che i brani sono protetti dal sistema DRM Windows Media quindi addio masterizzazione su CD e addio Ipod. Inoltre per il momento la piattaforma è disponibile solo per XP e Vista.