Google multa FTC Safari

Google si scaglia contro Microsoft e Nokia: complotto nel settore smartphone

Google denuncia Nokia Microsoft antitrust

L’accusa è abbastanza chiara e non lascia alcuna perplessità: Google si è scagliata contro Microsoft e Nokia colpevoli, a detta di big G, di giocare illecitamente con i brevetti a discapito di Android.

Google, nello specifico, si è rivolta direttamente alle autorità antitrust europee ritenendo che il gran colosso redmondiano e la ben nota azienda finlandese abbiano trasferito oltre 2 mila brevetti a Mosaid, che big G identifica come “patent troll” (ossia che si serve dei propri brevetti per internare un’azione legale nei confronti di chi ne fa un utilizzo illegale), andando a danneggiare alcuni produttori.

Google, in altri termini, è quindi dell’idea che Microsoft, Nokia e Mosaid abbiano siglato un accordo al fine di far aumentare, con il passare del tempo, i costi di utilizzo di Android rendendo in tal modo più forte Windows Phone, il sistema operativo per device mobile della redmondiana.

Google sta per aprire il suo primo negozio a New York?

Google e l’accusa di abuso di posizione dominante: ultimatum dall’UE

Google Commissione Europea

Joaquín Almunia, l’attuale vicepresidente della Direzione per la Concorrenza nella Commissione Europea, ha inviato, proprio nel corso delle ultime ore, una lettera aperta a Google invitando Eric Schmidt e soci ad intraprendere tutta una serie di apposite misure correttive nei sempre più ampi mercati del search e della pubblicità online al fine di evitare di incorrere in uno specifico provvedimento di addebiti legato alle inflazioni antitrust.

La lettera, inviata conseguenzialmente a 18 mesi di approfondimenti sulle attività di Google e relativamente a tutta una serie di denunce depositate presso la Commissione Europea per presunto abuso di posizione dominante, invita big G a rispondere alle domande poste dalle autorità europee cercando una collaborazione onde evitare di incorrere in spiacevoli e fastidiose situazioni.

Europa contro Google Street View

UE di nuovo contro Street View, Google sapeva

Europa contro Google Street View

Di Google Street View e della questione legata alla raccolta dei dati in transito sulle reti Wi-Fi senza alcuna protezione se ne era iniziato a parlare nuovamente, dopo mesi e mesi di silenzio, proprio nel corso delle ultime settimane e la vicenda, a quanto pare, non sembra esser destinata a finire nel dimenticatoio.

L’Unione Europa si è infatti scagliata contro big G ed il suo Street View accusando la ben nota azienda di essersi comportata in maniera tutt’altro che trasparente e a scatenare l’ira dei rappresentati del Vecchio Continente pare sia stata la pubblicazione online di un resoconto elaborato dalla Federal Communications Commission (FCC) americana nel quale risultano presenti tutta una serie di prove che andrebbero ad “incastrare” Google.

Motorola blocco Microsoft Germania

Motorola, Microsoft ed il blocco delle vendite di Xbox e Windows 7 in Germania

Motorola blocco Microsoft Germania

Motorola ha ottenuto la sua ennesima vittoria legale contro Microsoft risultando tutta incentrata su quelli che, ad oggi, vanno a configurarsi come il pomo della discordia per la maggior parte delle grandi aziende appartenenti al mondo dell’IT: i brevetti.

Motorola, infatti, ha ottenuto, relativamente al territorio tedesco, di far bloccare le vendite di Xbox e di Windows 7 a seguito di una causa intentata per violazione di diritti brevettuali, quelli siglati come EP0538667 e EP0615384.

Nel dettaglio, la corte regionale di Mannheim ha ritenuto che Xbox 360, Windows 7, Internet Explorer e Windows Media Player vadano effettivamente a violare le tecnologie Motorola legate a standard tecnologici provvedendo, proprio per tale ragione, ad emettere un’ingiunzione in base alla quale i prodotti in questione rischiano di esser tagliati fuori dal mercato tedesco.

Microsoft sventa il blocco delle vendite in Germania e si accorda con Motorola

Ad essere al centro delle oramai frequentissime diatribe brevettuali non sono soltanto Samsung ed Apple ma, negli ultimi tempi, anche il duo Microsoft-Motorola sembrerebbe essere sempre più presente in tal senso, così come nel caso della vicenda facente riferimento allo standard H.264 che, però, stranamente, pare essersi conclusa in maniera positiva, almeno per il momento, per entrambe le parti coinvolte.

Il gran colosso redmondiano, infatti, è riuscito a sventare, seppur soltanto per il momento, l’ingiunzione chiesta da Motorola relativamente alla vendita dei prodotti Microsoft in Germania.

Tenendo conto di ciò Motorola otterrà un risarcimento corrispondente a ben 100 milioni di dollari derivante dalla licenza che Microsoft prenderà su brevetti essenziali per gli standard MMI.

Motorola blocco Microsoft Germania

UE: Motorola accusata da Microsoft ed Apple per abuso sui brevetti

Motorola indagine UE

Stando a quelle che sono le ultime informazioni al momento disponibili la Commissione Europa potrebbe provvedere, tra non molto, ad effettuare l’apertura di un apposito fascicolo contro Motorola Mobility e nell’occhio del ciclone vi sarebbero, a quanto pare, il prezzo imposto per le licenze di alcun propri brevetti.

Motorola Mobility è stata acquisita qualche mese addietro da Google ma, nonostante la protezione del gran colosso delle ricerche in rete, si ritrova ora a dover fare i conti tanto con Microsoft quanto con Apple.

Nello specifico, la celebre azienda redmondiana ha contestato royalty fino a 22,50 dollari per la vendita di laptop di media caratura, le lamentele da parte di Cupertino, invece, fanno riferimento alla richiesta del 2,25% degli introiti per ogni unità distribuita andando quindi ad ostacolare l’utilizzo di brevetti fondamentali per la produzione di prodotti compatibili con iPhone, iPad, Windows e Xbox.

UE, nasce il centro che lotta contro la cybercriminalità

European Cybercrime Centre

Il cybercrimine è una realtà che, purtroppo, risulta oramai ben affermata da diverso tempo a questa parte e verso la quale, specie durante l’ultimo periodo, si sta dedicando sempre maggiore attenzione, così come testimonia anche la recente intervista a Shawn Henry, uno dei massimi esponenti dell’FBI.

A tal proposito, nel corso delle ultime ore, la Commissione Europea ha proposto l’istituzione di un apposito polo impegnato nella lotta alla cybercriminalità, un centro, denominato European Cybercrime Centre (EC3), che verrà inaugurato il primo gennaio del 2013 e sarà collocato presso la sede dell’Europol dell’Aia, avente l’obiettivo di proteggere tanto i cittadini quanto le aziende dalla criminalità informatica, così come sancito anche mediante l’apposito comunicato diramato.

Il centro, nel dettaglio, andrà a concentrarsi sulle attività illegali online svolte da gruppi della criminalità organizzata, in particolar modo quelle che generano ingenti proventi illeciti come nel caso delle frodi mediante l’abuso di carte di credito e coordinate bancarie.

Apple perde il ricorso al TAR: confermata la multa italiana da 900 mila euro

Apple perde ricorso garanzia TAR

L’esito della vicenda non è stato esattamente quello che Apple, non molto tempo fa, aveva auspicato in merito alla situazione facente riferimento al non rispetto delle normative, sia nazionali sia europee, relative ai tempi ed alle modalità di garanzia per i suoi prodotti poiché, nel corso delle ultime ore, sono state confermate le multe del valore totale di ben 900 mila euro inflitte dall’Antitrust ad Apple conseguenzialmente alla messa in evidenza di quelle definite come pratiche commerciali scorrette ed a danno dei consumatori.

Apple, in parole ben più semplici, ha perso il ricorso.

A stabilire ciò è stata la prima sezione del TAR del Lazio che fatto sapere che non può essere accolta la richiesta da parte della società di Cupertino di sospendere la delibera dell’Antitrust che condanna la stessa al pagamento della massiccia multa per mancata informazione sui diritti di garanzia per il secondo anno sui suoi prodotti e per avere fornito informazioni tali da portare i consumatori a sottoscrivere l’utilizzo di Apple Care facendo in tal modo sovrapporre, seppur parzialmente, la garanzia legale gratuita prevista dal codice del consumo con un servizio aggiuntivo e, per di più, a pagamento.

Apple e UE: rispetto per le leggi a tutela dei consumatori

Apple 2 anni garanzia

Altroconsumo, dopo aver scoperto che Apple continua a non dar conto a quelli che sono i diritti dei consumatori per quanto concerne la garanzia europea della durata di 24 mesi, unitamente ad altre 11 associazioni di Olanda, Belgio, Lussemburgo, Portogallo, Spagna e Germania, tutte coordinate da BEUC, ha provveduto ad inviare alla ben nota azienda della mela morsicata una diffida così da fare in modo che quest’ultima si adegui alla normativa europea in materia di garanzia.

La medesima questione era stata sollevata in Italia qualche mese addietro sottoponendo Apple ad una condanna seguita poi dall’indagine avviata dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e successivamente alla quale la rinomata azienda di Cupertino è poi stata multata per 900 mila euro ed obbligata a correggere i punti relativamente ai quali era in difetto nei confronti dei consumatori del Bel paese.

Google: da domani scatta la nuova privacy policy, l’UE è molto preoccupata

Google privacy policy Unione Europea

Così come già reso noto qualche tempo addietro, a partire da domani, 1 marzo 2012, Google applicherà ufficialmente le nuove regole per la privacy riscritte praticamente di punto in bianco, o quasi.

Tuttavia l’Unione Europa, come manifestato anche diversi giorni fa, ha espresso preoccupazione e perplessità circa il nuovo regolamento sottolineando la cosa al gran colosso di Mountain View.

Nello specifico, la CNIL, l’autorità francese per la protezione dei dati personali che è stata incaricata di effettuare un’indagine conoscitiva sulle nuove norme di Google, ha chiesto a Larry Page una sorta di pausa in merito al percorso di adozione delle nuove normative.

Microsoft denuncia Motorola all’Antitrust europeo: non bisogna approfittare degli standard

Microsoft denuncia Motorola alla Commissione Europa

Nel corso delle ultime ore Microsoft ha annunciato di aver depositato presso la Commissione Europea una denuncia nei confronti di Motorola e Google per l’utilizzo che la ben nota azienda statunitense recentemente acquisita da big G fa delle tecnologie legate agli standard necessari alla connessione wireless ed alla produzione di video H.264.

Microsoft, utilizzando parole abbastanza forti, accusa quindi Motorola di abusare dei suoi brevetti legati a standard tecnologici non rispettando quindi gli impegni che, conseguenzialmente alla loro registrazione, quest’ultima si era dichiarata disposta ad assolvere.

Mediante un utilizzo improprio delle licenze FRAND (fair, reasonable, and non-discriminatory), inoltre, secondo Microsoft, Motorola, a lungo andare, andrà a ledere il settore dei video online uccidendolo, spazzando via tutti i possibili concorrenti di YouTube e bloccando qualsiasi device in grado di trasmettere filmati.

SABAM e Netlog: la Corte UE dice no ai filtri P2P sui social network

Netlog no filtri P2P

La SABAM, la Società degli Editori Belga, è stata soggetta, nel corso delle ultime ore, ad una nuova sconfitta contro il ben noto social network Netlog ed anche contro il P2P.

La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha infatti stabilito che, nella causa che vede coinvolta la SABAM e Netlog, il gestore di una rete sociale in linea non può essere costretto a predisporre un sistema di filtraggio generale, riguardante tutti i suoi utenti, per prevenire l’utilizzo illecito di opere musicali e audiovisive, diversamente da quanto sostenuto dalla Siae del Belgio che aveva accusato il celebre social network di non fare nulla per impedire lo scambio dei file protetti da copyright tra i suoi utenti.

La vicenda, nel dettaglio, ha però inizio nel 2009, ovvero quando i vertici di SABAM trascinarono Netlog NV dinanzi al Tribunale di primo grado di Bruxelles ove la collecting society chiedeva un’ingiunzione per costringere il social network ad interrompere immediatamente le attività di condivisione di contenuti audio e video sui profili degli utenti.

Google ottiene il via libera da UE e USA per l’acquisizione di Motorola Mobility

Google acquisizione Motorola Mobility

Il fatto che Google abbia effettuato l’acquisizione di Motorola è cosa oramai ben nota da diverso tempo a questa parte ma, in ogni caso, la procedura in questione non può essere considerata come “completata con successo” fin quando tutte le autorità competenti del caso non si siano pronunciate in merito.

A tal proposito, ad aver dato il via libera sono stati, quasi contemporaneamente, sia l’antitrust europeo sia il Dipartimento di Giustizia americano che ha commentato l’acquisizione di Motorola Mobility dichiarando, in un’apposita nota, che è improbabile che tale fusione ostacoli in maniera sostanziale la concorrenza.

Motorola, infatti, detiene una quota di mercato relativamente piccola e, tenendo conto di tale dato, appare quindi molto difficile che Google possa impedire ad altri produttori di hardware l’accesso alla piattaforma Android.

Dopo un attento esame, infatti, è stato ritenuto, così come già accennato, che tale operazione non sia in grado di sollevare questioni di concorrenza.

Brevetti FRAND: Apple, Microsoft e Google sono d’accordo

Brevetti FRAND Apple Microsoft Google

La patent war diviene, giorno dopo giorno, o quasi, sempre più intensa: i tribunali italiani, tedeschi, americani etc. sono pieni zeppi di denunce e cause per violazioni brevettuali ed ad essere coinvolte nell’ardua disputa sono proprio alcune tra le aziende più importanti del panorama dell’IT, prime tra tutte Apple, Samsung e Google.

Tuttavia, tenendo conto della drastica situazione alla quale si è giunti, i protagonisti del mercato ICT  mondiale sembrerebbero ora esser decisi a cambiare le regole in gioco, a dare una svolta significativa a tale situazione.

Alcune ore addietro, infatti, Apple ha chiesto all’ETSI di fissare quelli che sono i principi fondamentali al fine di regolamentare la modalità mediante cui le aziende appartenenti agli Stati membri concedono in licenza i propri brevetti.