Cloud computing nuova era del web?
“Immaginate se, ogni volta che volete un bicchiere d’acqua, doveste prima accertarvi di aver collegato una pompa al pozzo e di aver sistemato tutti i filtri. E se un paio di volte al mese quello che vi ha venduto la pompa bussasse alla porta per sostituire un pezzo difettoso e, prima di andarsene vi dicesse di fare attenzione che ci sono persone che avvelenano i pozzi e per questo di comprarsi una pistola“. Con questa ottima analogia inizia l’articolo sull’Espresso di Alessio Balbi, incentrato sul fenomeno del cloud computing.
Andiamo a vedere meglio di cosa si tratta. Per la maggior parte degli utenti web i servizi online sono diventati fondamentali, sopratutto con la rivolta del Web 2.0; Sempre per questa filosofia installare e aggiornare programmi sul nostro computer, ed a volte mettendo a rischio la sicurezza stessa del pc (bug, virus etc) è un metodo antiquato. Per usare sempre la storiella dell’acqua uno ignora effettivamente come l’acqua arriva in casa, allo stesso modo i servizi di scrittura e calcolo dovranno arrivare sui nostri pc già pronti all’uso.
Questo renderà pc, palmari e telefonini semplici punti d’accesso, questa rivoluzione che si sta compiendo prende appunto il nome di cloud computing. Ora che le connessioni sono veloci ed economiche (benché in alcune parti d’Italia non sia ancora cosi) la cosa migliore da fare è trasferire tutti i propri file su internet. Con una serie di vantaggi, tra i quali senza dubbio il più importante è la possibilità di poter accedere ovunque io sia ai miei documenti.
Come molti di voi sapranno, il primo a sposare questo concetto fu Google, con l’acquisizione di Writely, un servizio di videoscritture completamente basato sul web. Dopo bigG moltissimi si sono adattati a questa nuova tendenza, la discesa in campo più sorprendente è stata quella di Microsoft. Infatti il colosso di Redmond da una parte sviluppa la suite Office dall’altra ha lanciato i vari servizi Live, loro si giustificano contando sull’affetto (?) degli utenti e aggiungendo che Office ha svariate funzioni che un servizio web based non ha.
Anche se Google ed un passo avanti assicurandosi vari accordi con università americane che porterà un risparmio per queste, ed una familiarità e forse simpatia con i prodotti Google per la futura classe dirigente. Il punto interrogativo di questa svolta è la privacy. Infatti benché Google assicuri che tutti i vari processi sono svolti in modo autonomo, nessuno assicura all’utente finale che in realtà sia cosi. Qualcuno ci deve garantire che la nostra privacy venga rispettata. Sempre per ricollegarmi all’esempio dell’acqua, chi ci fornisce l’acqua, non deve controllare l’uso che ne facciamo ed eventualmente togliere l’erogazione.
Via | L’espresso N.2 anno LIV
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#1Hill
Si arriverà forse ad avere un computer in cui l’hard disk è del tutto opzionale e il sistema operativo, tutti i programmi e i nostri documenti si troveranno su internet, accessibili da qualunque dispositivo? Wow, niente male. Certo, un backup locale sarà forse indispensabile e ci sarà bisogno di un buon sistema di crittografia (all’antivirus dovrebbe pensarci il server)… ma la prospettiva è interessante.
#2Alberto
si prevede che per il 10.000 si sarà un affolamento del web, dove verranno creati milioni su milioni di blog, forum e siti, tanto da poter rischiare un blocco dell’intero sistema. In poche parole, se ciò si verifica, per un bel po gli utenti non potranno più usufruire dell’accesso al web. Proviamo a pensare se ci si aggiungessero gli Hard disk, credo che per il momento questo progetto andrà rimandato fino a quando la tecnologia non raggiunge un livello più avanzato.Alberto
#3Alberto
scusate non so come mi sia venito in mente, ma non volevo dire 10.000 ma volevo dire 2010 (anno 2010). scusate ancora
#4pierfrancesco99
Indubbiamente bisognerà innanzitutto fare un pò di pulizia nel web. Però come agire? Il web ed Internet in generale grazie al cielo non ha un padrone e non risponde a nessuno, quindi chi dovrebbe fare questa pulizia? e secondo quali criteri? Credo che non gli hard-disk quanto la possibilità di creare un sito in 5secondi e poi abbandonarlo sia la base del problema
@Hill bhe il nuovo macbook air con tutti i suoi difetti e pregi in effetti si muove nella direzione da te suggerita
#5Crockard
Anche a me piace molto come filosofia quella del “tutto online”, ma come detto nell’articolo, c’è ancora qualche problemino sulla sicurezza dei dati…
Google non è propriamente regina della privacy…. e Microsoft dedica ancora molto allo sviluppo delle applicazioni on board perchè ha ancora il grande introito economico da parte delle aziende, vedi Office… ci vorrà ancora tempo!
#6Pr0v4
Penso che il grosso del problema sia stato centrato da pierfrancesco99, ” la possibilita’ di creare un sito in 5sec e poi abbandonarlo…”, questo e’ il problema, e questa molto probabilmente e’ uno tra i primi “controlli” che andrebbero applicati!
Per la privacy… E’ sempre stato un argomento scottante, dal primo momento che e’ stato attaccata una sk di rete o un modem ad un pc sono nati questi problemi!
Gli hacker sono sempre in agguato e mantenere i nostri dati importanti sul web, nonostante protetti da psw, li rende ancora di piu’ semplice reperibilita’ perche’ 24/24 ore disponibili…
Sinceramente a me piacciono molto i servizi targati web2.0 che ritengo utili, e li utilizzo piu’ che volentieri; ma preferisco tenermi per me quei dati che non vorrei mai pubblicare!
#7FCHL
Il cloud computing è stato prospettato molto prima di quanto in effetti sta accadendo.
Sostanzialmente il “fututo” implicherà addirittura la trasformazione, ma io direi il ritorno, dagli odierni pc a dei puri terminali di rete, ove tutto il set di applicazioni si regge online.
Oggi a me risulta molto comodo gestire contatti, bookmark, mail etc direttamente su google, poichè permette di accedervi docunque io sia, senza problemi di chiavetta usb, cd, o altri supporti.
Ovviamente, la privacy diventa il punto nodale. Dovremmo fidarci ciecamente del buon google di turno.
Credo che una copia di sicurezza sia sempre utile..:)
#8scareface
a questo proposito: c’è qualcosa di simile a un sistema operativo web-based tipo YouOS e altri…
ovviamente funzionano solo grazie ad un browser, ma è un bel passo avanti per la virtualizzazione
#9scareface
a questo proposito: c’è qualcosa di simile a un sistema operativo web-based tipo YouOS e altri…
ovviamente funzionano solo grazie ad un browser, ma è un bel passo avanti per la virtualizzazione
#10pierfrancesco99
FCHL purtroppo oggi come oggi il fidarsi non basta, gli utenti vogliono certezze 🙂