Quanto verificatosi nel corso delle ultime ore è stato un evento tutt’altro che piacevole per gli azionisti Google: il gran colosso di Moutain View, infatti, ha pubblicato in anticipo, quando ancora i mercati erano aperti, dei conti trimestrali tutt’altro che entusiasmanti caratterizzati da utili in calo e ricavi molto al di sotto delle attese.
Lo “scivolone” ha causato, inevitabilmente, un immediato crollo del titolo in Borsa che ha chiuso a -8,01% a 695,00 dollari e ha proseguito in calo nelle contrattazioni after-hour.
Il rilascio dei risultati, che solitamente avviene a trattative concluse, è stato effettuato in anticipo poiché, così come spiegato qualche ora dopo, la procedura è stata effettuata senza le debite autorizzazioni.
Il documento, infatti, doveva ancora essere definito nei dettagli e mancavano le dichiarazioni ufficiali da aggiungere firmate dal CEO.
Per cercare di rimediare nel miglior modo possibile a quanto accaduto Larry Page ha subito provveduto a scusarsi minimizzando il presunto risultato negativo e comunicando che tutte le attività di trading al Nasdaq sono state bloccate e che riprenderanno regolarmente solo quando il documento sarà finalizzato.
I dati resi noti, in ogni caso, erano corretti e pur sospendendo, successivamente, le trattative in borsa, in via temporanea e per volere dello stesso gruppo, non è stato possibile evitare il crollo immediato ed inevitabile della quotazione.
L’errore, comunque, è costato a Google ben 24 miliardi di dollari.
Scivolone a parte secondo gli analisti la principale causa della non entusiasmante trimestrale è imputabile, almeno in buona parte, a Motorola, recentemente acquista da big G, che porta al bilancio mezzo miliardo di dollari di passivo andando a comprimere gli introiti netti messi in cassa.