Bufera per Google, Apple e Microsoft

Pare proprio che l’anno finisca maluccio per le grandi dell’IT, Google, Apple e Microsoft infatti sono state chiamate in causa in per una presunta violazione di copyright. La denuncia, fatta dalla Cignus Systems, è relativa la violazione di un brevetto intitolato “Sistema e metodo di gestione per ambiente software a icone” che a detta dell’azienda riguarderebbe i metodi di visualizzazione anteprima dei file.

In poche parole i software di Google, Apple e Microsoft che contengano al loro interno funzioni di anteprima del contenuto di file o cartelle sarebbero illegali perché, a detta della Cignus Systems, sarebbero stati copiati dal loro brevetto. Una bella grana!

Discussione: Internet e la legalità, atto 1°

Internet è un mondo parallelo, d’accordo. E quindi come mondo, per definizione, ha dei pregi e dei difetti, dei pro e dei contro, degli aspetti leciti e degli aspetti meno leciti. E proprio di questo vogliamo parlare oggi.

Ci rendiamo conto, però, che la trattazione non può avvenire, dati i tanti punti da sviscerare, in un solo ed unico intervento, e dividiamo dunque l’argomentazione in più post. Quindi aspettatevi un seguito a quanto scritto oggi.

Poste le premesse è evidente che si può partire. Domanda: a cosa pensiamo quando ci pongono l’accostamento delle parole “internet” e “legalità”? Non so voi, ma a me vengono in mente, a primo acchitto, eMule et similia. E vi spiego perché.

Sappiamo tutti, fosse anche solo per sentito dire, almeno qualcosina sulle molto discusse leggi sul diritto d’autore, ed è proprio al diritto d’autore che vogliamo riferirci oggi. E soprattutto sulle violazioni in seguito al download di files protetti.

Discussione: quanto è importante mediaticamente internet?

Un pensiero va sicuramente alle elezioni americane, vero principale argomento di questi ultimi tempi. Lo premettiamo per spiegare la motivazione della questione che affronteremo nell’articolo.

Non sappiamo chi vincerà le elezioni per davvero, ma sicuramente sappiamo chi le ha già vinte sul web. Eh si, le ha vinte il più moderno, il più tecnologico, il più geek, perchè non definirlo così. E le ha vinte, chiaramente, perché si è prestato, e forse convertito, anche ai media del presente e del prossimo futuro, quelli di internet.

Abbiamo scritto questo, ma per dire cosa? Per discutere sull’importanza mediatica che ha internet. Internet è soprattutto un covo di giovani, (ma non solo) e da ciò spesso si muovono le idee che poi si trasformano in fatti. Non raramente, da come possiamo vedere, è strumento per mobilitare la gente, è mass media influenzante, a volte più di tg e giornali vari.

Discussione: dal poco al troppo, quanto ci fa bene internet?

Ormai è parte integrante della nostra vita, le dedichiamo una porzione più o meno importante della nostra giornata: è la rete, fidata e giovane amica che ci aiuta quando non sappiamo qualcosa, quando vogliamo passare un po’ di tempo e siamo da soli, ci aiuta per lavoro o è addirittura fonte del nostro reddito, ci aiuta per lo studio e per altro in generale.

Milioni sono ormai i siti internet, veri punti di riferimento per la rete, stazioni di una ferrovia sempre in continuo aggiornamento, in continua costruzione, sulla quale sfrecciano i nostri computer a velocità sempre più elevate, complici anche le connessioni sempre più veloci, e milioni, anzi miliardi, sono anche gli utenti, che più o meno quotidianamente si connettono.

Ma dopo una introduzione su quello che è per noi questo mondo virtuale, è bene porsi una domanda molto importante: ma non è che esageriamo con internet? Non è che se ce la togliessero rimarrebbe un grande “vuoto” dentro di noi?

Chi vi scrive pensa proprio di si. Internet è infatti un grande mondo al quale siamo troppo abituati, dal quale troppo dipendiamo e con il quale troppe cose facciamo. Se collassasse, purtroppo, sarebbe per molti di noi un vero disastro e ci ritroveremo col dover fare molte delle azioni che oggi compiamo grazie alla rete senza di essa, magari non ricordandoci neanche più come si fanno.

CopyrightSpot: valido aiuto nella ricerca di chi ci copia violando i nostri diritti!

Sarà un’impressione, ma probabilmente la maggior parte dei lettori di Geekissimo è composta da persone che, per passione o per qualcosa di più, scrivono su internet articoli, guide, post, dossier e cose simili e che quindi mettono a disposizione le proprie conoscenze ed il proprio tempo per i lettori, rilasciando molto spesso le proprie opere sotto Copyright o Creative Commons.

Come sappiamo credo tutti, queste forme di tutela del proprio operato, salvo dove espressamente specificato, implicano al loro interno il rispetto di elementari regole che difendono l’opera e quindi anche l’autore, da eventuali plagi o copie palesi che vanno a vanificare la proprietà intellettiva intrinsecamente interposta all’interno dell’elaborato.

Per tentare di arginare il problema delle copie nei casi in cui non sia rispettata la licenza di rilascio, o almeno dove non venga riportata la fonte dello scritto, possiamo trarre grande aiuto dai search egines, Google in primis, inserendo parti delle nostre opere nel campo di ricerca e arrivando quindi all’individuazione dei copioni. Ma non ci aiuta solo Google. Una bella mano ce la può dare anche CopyrightSpot!

AmpMode e Plorf: 2 nuovi servizi web 2.0 musicali per ascoltare e scaricare mp3 dalla rete!

Non raramente vi abbiamo presentato dei servizi web 2.0 “musicali”, ma quando vi abbiamo segnalato questi siti, l’abbiamo fatto molto spesso proponendo dei semplici motori di ricerca per canzoni, che quasi sempre, salvo l’utilizzo di trucchetti, non permettono il download dei brani musicali.

Quest’oggi ci preme invece presentare 2 servizi, che non sono probabilmente quasi niente di più rispetto a quelli segnalati in passato, ma sono “particolari” perchè integrano in essi un piccolo bottoncino che ci permette di scaricare le canzoni trovate. Eccovi i due siti: AmpMode e WuZAM!

Secondo una ricerca i cosiddetti “giovani” sarebbero “molto felici” di pagare per scaricare musica legalmente

Musica

Premesso che io odio la parola “giovani”, oggi parliamo di una statistica inglese che farà molto parlare di sé e di conseguenza discutere: da un sondaggio fatto tra ragazzi e ragazze che hanno tra i 14 e i 24 anni è emerso che la fascia più giovane non disdegna pagare per ottenere file musicali… l’importante però è che col pagamento se ne ricevano anche tutti i diritti illimitati di utilizzo. Il sondaggio è stato commissionato dalla British Music Rights, l’equivalente dell’italiana Siae.

Tra i risultati colpisce il fatto che l’80 per cento degli utenti di programmi peer-to-peer (come il pluripremiato eMule, solo per fare un esempio) si è detto disponibile a pagare affinché il file-sharing sia legalizzato. Il problema è che tutto questo esiste già, almeno per quanto riguarda la musica. Basti guardare iTunes o altri “negozi online” di mp3, che non costano poi molto (un euro per un brano, dieci euro per un album circa); il problema però, come al solito, sono i Drm, e cioè le limitazioni a copiare il brano scaricato sui computer o i lettori musicali degli amici. Insomma: ragazzi e ragazze vogliono possedere e controllare la propria musica.

La home-page di Google è illegale?

GooglePrivacy

Guai giudiziari per Google, accusata di violare le leggi californiane a causa della sua riluttanza ad inserire direttamente nella home page un link alla pagina della politica sulla privacy. “A Google è stato chiesto di inserire la parola privacy, una parola di sole sette lettere, accanto agli altri link che portano alle pagine di informazioni sulla ricerca e sulla società. Una parola piccola che però nel mondo della privacy è molto importante”, ha spiegato Beth Givens della Privacy Rights Clearinghouse.

Tutto è partito da una segnalazione proveniente da alcuni blog del New York Times, secondo cui Google non si sarebbe adeguata all’Online Privacy Protection Act del 2003 (la legge californiana sulla privacy, per intenderci): la legge prevede che ogni sito che abbia dietro un’attività commerciale e raccolga informazioni private degli utenti debba segnalare bene in vista nella propria home page un link alla propria pagina che spiega la politica dell’azienda nei confronti della privacy.

L’allarme di Greenpeace: le consolle per videogiochi sono delle vere e proprie “bombe tossiche”

Consolle

Videogiocatori di tutto il mondo, fate molta attenzione. Le consolle davanti alle quali passate ore e ore per giocare ai vostri videogames preferiti potrebbero essere molto dannose e nocive per la salute. È quanto denuncia una ricerca dell’associazione ambientalista Greenpeace. Secondo lo studio, infatti, le consolle conterrebbero sostanze chimiche e metalli potenzialmente dannosi alla salute umana; inoltre, le aziende che le producono non starebbero facendo abbastanza per eliminare i componenti tossici e, quindi ridurre i rischi.

Tra le consolle che dovrebbero essere sostituite, la PlayStation 3 di Sony, la Xbox 360 di Microsoft e il Nintendo Wii (in pratica, tutte le più famose). Dando un’occhiata ai risultati dello studio, si evince ad esempio che sia la PlayStation 3 che la Xbox 360 contengono livelli considerati “molto alti” di ftalati: si tratta di sostanze chimiche che servono a rendere più “morbidi” i materiali flessibili, come le coperture di gomma dei cavi. Tra le sostanze tossiche, presenti anche il cloruro polivinilico, il berillio e il bromo.

“Dal prossimo anno pagelle solo online”. Ci sembra un po’ azzardato… e tra l’altro in Italia già si fa

Pagella

Sta facendo molto parlare di sé, in questi ultimi giorni, l’annuncio del neo-ministro della Funziona pubblica, Renato Brunetta, secondo cui entro un anno, un anno e mezzo anche le pagelle scolastiche saranno online. Una decisione, ha spiegato il ministro, che servirà far risparmiare carta alla pubblica amministrazione: “Se sapremo cambiare – ha spiegato il ministro – potremo spendere meglio e liberare importanti risorse da impieghi poco produttivi”.

Una scelta intelligente, penseranno in molti, anche se – ma sto esprimendo un’opinione personale – forse bisognerebbe iniziare da altre parti a eliminare la carta. La pagella scolastica, oltre che un importante documento che tutti i genitori, i nonni e i parenti dovrebbero poter continuare a toccare con mano, è anche un ricordo che si tramanda di generazione in generazione. E poi: anche se ormai internet “ce l’hanno tutti”, quante sono le famiglie che non riuscirebbero a visualizzare online la pagella, per incompetenza o per mancanza fisica di mezzi (collegamento a internet o computer)? A mio parere ancora molte. Ben venga, dunque, il risparmio di carta, ma probabilmente si potrebbe iniziare da altri settori.

La piaga della pedofilia online continua ad avanzare: ogni giorno nascono 74 siti in più rispetto al 2007

TelArcobaleno

Brutte notizie, purtroppo, per quel che riguarda la lotta alla pedofilia online. Secondo l’associazione Telefono Arcobaleno, che da dodici anni combatte contro questo fenomeno, ogni giorno nascono 74 siti in più rispetto al 2007. Un incremento considerato “preoccupante”, che “sottolinea l’urgente necessità di adeguare i mezzi di contrasto, dato l’evidente e misurabile inasprimento del fenomeno e la sua evoluzione tecnologica”.

Tra l’altro, spiega l’associazione, “i siti dedicati al pedobusiness sono solo una tipologia di quella che è la galassia di immagini e filmati che sfruttano in modo orribile l’infanzia per inseguire i gusti dei consumatori, per lo più statunitensi ed europei. Ultimamente è stato scoperto e debellato un sito a pagamento che nascondeva una grossa videoteca pedopornografica (mascherata da videoteca di cartoni animati) e proponeva la vendita di 465 filmati divisi per categorie. Ma andiamo a vedere gli ultimi dati.

Online tutti i redditi degli italiani: giusto o sbagliato?

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Sta facendo molto discutere la pubblicazione, sul sito dell’Agenzia delle Entrate, delle dichiarazioni dei redditi dei cittadini italiani, con i server www.agenziaentrate.gov.it letteralmente in tilt dalle prime ore del pomeriggio di ieri a causa del grande interesse che ha suscitato. Un servizio che permetteva, conoscendo il comune di residenza di una persona, di sapere quanto questa persona ha dichiarato al fisco nel 2005.

Dall’Agenzia delle Entrate hanno spiegato che “si tratta di un provvedimento a norma di legge autorizzato dal garante“. Il quale, però, smentisce (“L’iniziativa non è mai stata sottoposta all’attenzione del garante della privacy”) e poi in via precauzionale blocca la diffusione dei dati, in attesa di una decisione definitiva.

Microsoft, nuove speranze per chi preferisce Xp a Vista

PetizioneWinXp

Siete dei “felici” utenti di Windows Xp e, acquistando un computer nuovo non volete che ci sia installato Vista? Anche se Vista è un sistema operativo di gran lunga più sicuro, più curato e più moderno di Xp, sono in moltissimi a pensare che Xp funzioni meglio e sia più veloce. Proprio a chi la pensa così oggi diamo una buona notizia.

Sembra, infatti, che Microsoft stia ripensando la decisione di non vendere più Windows Xp dopo giugno. E questo a causa della grande domanda che continua ad esserci verso questo sistema operativo. Steve Ballmer, ceo di Microsoft, ha comunque confermato che la maggior parte della gente che acquista nuovi computer vuole Windows Vista come sistema operativo.