La “Silicon Valley” e i quartier generali dei colossi dell’informatica

La maggior parte delle aziende che operano nel campo informatico sono situate nella zona meridionale di San Francisco, denominata “Silicon Valley” (in italiano “valle del silicio”) proprio per la grande concentrazione di industrie legate ai semiconduttori e ai computer.

La prima azienda di elettronica nacque nel lontano 1939, era la Hewlett-Packard, e rimase quasi completamente isolata fino agli inizi degli anni 50, quando la zona conobbe il massimo sviluppo.
Ad oggi si contano più di mille aziende, se cliccate sull’immagine in alto potrete avere una panoramica completa di tutta la regione.

Scendiamo un po più nel particolare, non siete curiosi di vedere come sono esteticamente i quartier generali dei colossi dell’informatica?

Google: Partiamo dal motore di ricerca più famoso del mondo, esteticamente molto avveniristico, l’interno dell’edificio è arredato in modo originale con lampade colorate, giganteschi palloni di gomma, divani rossi.
All’interno della struttura si trovano anche numerosi servizi e luoghi di ritrovo per i dipendenti come ad esempio ambulatori medici, bar e una sauna, non a caso, il Googleplex è stato nominato il miglior luogo al mondo dove lavorare.

Il PC consuma elettricità anche da spento

Il PC consuma elettricità anche da spento

Sono quelle cose che si danno per scontate, ma che per i più non lo sono affatto. A quanto pare i pc desktop consumano energia elettrica anche da spenti. È quanto emerge da un’inchiesta realizzata dal mensile AF Digitale. I tecnici della rivista, infatti, alle prese con la misurazione dell’energia elettrica assorbita da una quindicina di computer da tavolo, sono rimasti sbalorditi nel vedere che gli apparecchi consumano anche quando sono spenti. Dopo vari controlli incrociati e misurazioni ripetute è arrivata la conferma:

In realtà, anche quando tutte le ventole sono ferme e le spie spente, insomma è tutto completamente spento, una parte della scheda madre resta accesa, in attesa di un’eventuale pressione del tasto di accensione o di segnali dalla rete. Il risultato è che mediamente gli apparecchi misurati consumano da spenti intorno ai tre watt, ed in alcuni casi si arriva anche al doppio. L’utente finale comunque si trova in bolletta solo 1,4 euro all’anno per ogni watt.

Charmburka, il burka-Bluetooth

BurkaBT

In un periodo in cui torna alla ribalta, in Turchia come in Olanda, il problema del velo indossato dalla donne di religione islamica vi segnalo un progetto interessante quanto provocatorio: CharmingBurka, il burka-Bluetooth. Si tratta di un progetto nato dalla collaborazione tra alcuni artisti e il MIT Media Lab, per non far mai calare l’attenzione su un indumento che, a detta di molti, sarebbe un vero simbolo di oppressione nei confronti delle donne.

Cosa fa esattamente questo burka-Bluetooth? Dall’esterno è ovviamente un normale burka, che copre interamente la donna lasciandole solo una piccola grata all’altezza della bocca per permetterle di respirare. All’interno, però, ha una tecnologia che permette di inviare la propria foto della donna a tutti i cellulari Bluetooth che si trovano nelle vicinanze. Per la serie: non puoi vedermi, ma se mi vieni vicino puoi ricevere la mia foto.

L’innovazione è tutta dei giovani a detta di Bill Gates

L’innovazione è tutta dei giovani a detta di Gates

Dopo l’addio a Microsoft, lo zio Bill si da ai convegni. L’ultimo presieduto a Parigi, più precisamente all’università Sorbona di Parigi. Ha affrontato un tema, del quale ho già parlato su Geekissimo, ovvero l’educazione dei giovani. E’ un buon momento per essere studenti dice Gates.

Una visione ottimistica la sua, convinto che l’innovazione potrà venire solo dalle menti della nuova generazione, in particolare da chi a meno di 25 anni.Questo perché, a detta sempre di Bill, quando si diventa adulti si perde l’incoscienza tipica dei giovani, quel coraggio di osare, che spesso porta risultati e successo. Quindi il troppo sapere degli adulti è un limite alla creatività.

Geekissimo incontra Microsoft, avete domande?

Dopo l’incontro con Tiscali, Lunedì prossimo sarò presente ad un nuovo incontro tra la Microsoft e alcuni blogger. Grazie a Vincenzo e a Digital Pr, avrò la possibilità di confrontarmi e fare domande ai dirigenti del colosso americano, che proprio oggi ha lanciato un’opzione pubblica d’acquisto per comprare Yahoo, alla modica cifra di 44,6 miliardi di dollari.

Opa a parte, sarà un occasione per fare nuove conoscenze e affrontare temi importanti che caratterizzano il mercato IT, quali interoperabilità e standard aperti, nuovi trend tecnologici e di business, web 2.0 e software+services, oltre a offrire la possibilità di approfondire tematiche relative a strategie e prodotti Microsoft.

I (primi) dieci anni di Mozilla

Storia_Firefox

Tanti auguri a Mozilla (l’azienda statunitense che produce il sempre più famoso browser Firefox) che proprio in questi giorni sta compiendo i suoi primi dieci anni di vita. Una storia fatta di alti e bassi, di difficoltà e grandi successi iniziata nel 1998, quando Netscape Corp. annunciò di voler rilasciare al pubblico il codice del suo prodotto di punta, Netscape Communicator 5. Prodotto che, così, sarebbe diventato open-source. La decisione avvenne in un periodo in cui il browser Netscape era il più utilizzato, con oltre 65 milioni di utenti il 90 per cento di mercato nel settore educational.

All’epoca, però, Netscape costava circa trenta dollari, mentre il suo avversario, Internet Explorer, era distribuito gratuitamente all’interno di Windows 95 e del successivo Windows 98. Così, Netscape decise di focalizzare le sue attenzioni sul mercato delle aziende, dando via il browser gratuitamente e dando la possibilità ai volontari di migliorarne il codice. La parola Mozilla, all’epoca, simboleggiava semplicemente l'”user agent” di Netscape, il nome che un browser utilizza per contattare un server Web. Nessuno pensava che quella parola così strana, Mozilla, sarebbe diventata un tempo una delle più fiorenti aziende della Silicon Valley.

“Gli indirizzi Ip devono essere considerati dei dati personali”. Parola del commissario europeo

Indirizzi_Ip

Gli indirizzi Ip, le classiche stringhe di numeri del tipo 194.20.345.233 (ho scritto un indirizzo a caso) che identificano i computer sulla rete, dovrebbero essere considerati alla stregua dei dati personali (un po’ come l’indirizzo o il numero di telefono). A stabilirlo l’ufficio della Commissione Europea che regola la riservatezza dei dati. La decisione arriva dopo le pressioni del commissario tedesco per la protezione dei dati personali, Peter Scharr, che guida una battaglia a livello europeo contro le ripetute e immotivate violazioni della privacy da parte di colossi come Google, Yahoo! e Microsoft. Secondo Scharr, quando una persona è identificata attraverso un indirizzo Ip, allora quell’indirizzo è come un numero di telefono e dev’essere trattato con riservatezza.

Una visione che, però, è in disaccordo con quella di Google ed altre società che lavorano nel campo dell’informatica, secondo cui un indirizzo Ip, invece, identificherebbe la macchina, il computer quindi, e non la persona che lo sta utilizzando. Un’obiezione sicuramente giusta. Peccato, però, che nella normalità dei casi un computer è usato prevalentemente dalla stessa persona o dallo stesso gruppo ristretto di persone. Certo, ci sono delle eccezioni come ad esempio gli internet café, le università, i luoghi di lavoro molto affollati. Ma sono, appunto, delle eccezioni.

Italia.it, cronaca di una morte annunciata

Italia_puntoit

“A ottobre il ministro per i Beni Culturali con delega al Turismo Francesco Rutelli disse che il portale non era più funzionale. Noi di conseguenza abbiamo deciso di procedere ad un momento di ripensamento. Il contratto che era stato siglato con una società di cui l’Ibm era la capofila, era valido fino al 31 dicembre. Dal 1 gennaio abbiamo attivato le procedure di chiusura. Ora si dovrà decidere come procedere”.

È affidata a questo scarno comunicato del capo dipartimento per l’Innovazione tecnologica, Ciro Esposito, la voce ufficiale del Governo, che dopo alcuni giorni in cui si rincorrevano voci contrarie, ha ufficializzato che il portale Italia.it, presentato l’anno scorso in pompa magna dal vicepresidente del Consiglio Rutelli e che doveva essere la vetrina turistica del nostro paese nel mondo, è stato chiuso. Un comunicato che arriva dopo i tentativi di numerosi giornalisti e blogger di capirne di più. Noi stessi abbiamo contattato il ministero dei Beni e delle Attività Culturali, la presidenza del Consiglio nonché il ministero per le Riforme e le Innovazioni nella P.A., ricevendo risposte discordanti.

In Spagna Robin e il Messenger aiutano i giovani a parlare di sesso, droga e alcol

Robin

In Spagna è stata lanciata un’interessante iniziativa congiunta governo-Microsoft per parlare ai ragazzi più giovani e ascoltare le loro problematiche in tema di sesso, alcol e droga. L’iniziativa è rivolta proprio a parlare la stessa lingua di ragazzi e ragazze, senza pregiudizi né vergogne, attraverso l’uso della chat, e in particolare di Msn Messenger. Dall’altra parte della chat, un robot, chiamato Robin, che riconosce le domande dei ragazzi (o almeno ci prova) e fornisce loro delle risposte.

Utilizzare il servizio è molto semplice (ma, ovviamente, bisogna conoscere lo spagnolo): basta inserire tra i propri contatti l’indirizzo di Robin (robin@msc.es) e subito si potrà iniziare a interagire con lui. Il robot è stato programmato per parlare di diversi argomenti delicati, dalla contraccezione alla prevenzione dell’Aids, dall’interruzione di gravidanza alla “pillola del giorno dopo” fino all’assunzione di alcol e droghe.

Gara per Geeks: chi è il più veloce con la tastiera?

Il titolo dice già tutto, lancio una vera e propria sfida: “chi è il geek più veloce del web con la tastiera?”. Come vedete nel mio screenshot, ho digitato le parole alla velocità di 55 battute con zero errori.

Partecipare è semplicissimo, andate su Keybr e cominciate a digitare le parole che vedete nella parte alta del sito. Ci sono svariate lingue, ma per essere tutti alla pari fate il vostro test con la lingua italiana, mettendo “lesson 3”.

Cercare scritte all’interno di immagini? Tra poco, con Google, si potrà. Ed è polemica

Scritta

Google non molto tempo fa (ma la notizia è stata data da pochissimo) ha registrato con un brevetto un sofisticato sistema per cercare testo all’interno di immagini. Il sistema, che sarà usato prevalentemente all’interno di Google Ricerca Immagini, darà la possibilità non solo di effettuare una ricerca nel nome del file, ma anche all’interno delle eventuali scritte (proprio come nella foto qui sopra) presenti in un’immagine.

Così, per fare qualche esempio, sarà più semplice trovare nomi di negozi, le scritte sui muri, i nomi di palazzi, le insegne e così via. Ovviamente, la tecnologia non sarà utilizzata solo per la ricerca immagini, ma potrebbe venire utilizzata all’interno del tanto criticato Google Street View, la funzione di Google Maps (che ancora non è arrivata in Italia) con la quale è possibile vedere fotografie scattate al livello stradale delle vie delle principali città. Ma è subito polemica su un’ennesima invasione della privacy.

Non scrivere parolacce su Twitter: mamma ti guarda

Twittertale

Siete grandi fan di Twitter, e allo stesso tempo vi capita di dire tante parolacce (in inglese)? Stamattina nella calza avete ricevuto tanto carbone? Bene: smettetela. Di dire parolacce, intendo. Altrimenti i vostri Tweet verranno pubblicati in automatico su Twittertale, la vostra mamma lo scoprirà e saranno guai. Non stiamo (troppo) scherzando: infatti il nuovo servizio Twittertale fa esattamente questo: pubblica nella propria home page tutti gli interventi di Twitter in cui appaiono parolacce, insieme ovviamente al nome dell’utente.

Il sito è interessante anche dal punto di vista sociologico, per studiare magari i perché delle arrabbiature della gente. Ma probabilmente non è nato per questo scopo. Il servizio, tra l’altro, è anche velocissimo, e gli aggiornamenti – provare per credere – avvengono praticamente in tempo reale. Nella parte destra è possibile anche inserire il proprio username di Twitter per vedere se siamo mai stati “segnalati”, mentre nella parte sinistra della pagina compaiono delle interessanti classifiche.

Internet mobile, social network, cellulari, palmari. Ecco cosa ci attende nel 2008

2008_tech

Come sarà il neonato 2008, dal punto di vista di internet e della tecnologia? Beh, ovviamente non abbiamo una palla di cristallo, né vogliamo inventare nulla. Però qualche considerazione la possiamo certo fare. L’anno che si è appena concluso ha dato solo un assaggio della potenza di internet in mobilità e di tutti i servizi ad esso collegati. Per questo, sicuramente, il 2008 sarà l’anno dell’integrazione internet-cellulari-computer, con prodotti sempre più innovativi e “futuristici”.

Internet, insomma, diverrà “mobile” per tutti. Le tariffe degli operatori telefonici (speriamo) dovrebbero iniziare a calare, la penetrazione di cellulari e palmari dovrebbe essere sempre maggiore (finalmente arriverà anche in Italia l’iPhone) e l’utilizzo delle connessioni Wi-Fi diventerà una normalità, oltre che nelle case, anche nelle strade, nelle piazze e nei luoghi pubblici. L’iPhone che arriverà nel nostro Paese ci riserverà sicuramente tante nuove sorprese (versione 3G, nuovo firmware, forse localizzatore Gps, migliore fotocamera e spazio di archiviazione maggiore), ma anche il mondo dei cellulari e dei palmari si muoverà nella direzione di apparecchi sempre più integrati e dallo schermo tattile che sfrutteranno le tecnologie connesse alla rete, come il VoIP.