FBI, gli hacker stanno avendo la meglio nella guerra alla cybercriminalità

FBI hacker

Il piatto della bilancia dell’oramai eterna, o quasi, guerra alla cybercriminalità potrebbe pendere, stando a quelle che sono le ultime informazioni al momento disponibili, dalla parte dei pirati informatici ed a lanciare l’allarme sono gli stessi servizi segreti statunitensi.

Nel corso delle ultime ore, infatti, Shawn Henry, uno dei massimi esponenti dell’FBI, ha sollevato la questione nel corso di un’intervista al Wall Street Journal che, proprio per le informazioni in essa contenuta, ha fatto il giro dell’intero web, e non solo, in pochissimo tempo.

LulzSec alla riscossa: beffa o verità?

LulzSec ritorno

A giugno dello scorso anno LulzSec, il noto gruppo di hacker attivisti, aveva annunciato l’interruzione della sua attività mediante un semplice ed apposito messaggio pubblicato su Twitter.

Nel corso delle ultime ore, però, tra gli innumerevoli video presenti su YouTube ne è apparso uno, visionabile a fine post e della durata di circa tre minuti, nel quale viene annunciato il gran ritorno del ben conosciuto collettivo hacker che, stando a quanto reso noto nel filmato, sarebbe fissato per il primo aprile dell’anno corrente.

Tenendo conto della data in questione e considerando anche il recente arresto di ben cinque membri del gruppo grazie alla collaborazione con l’FBI del loro ex leader non è certo da escludere il fatto che il video in questione possa essere una beffa bella e buona.

Anonymous continua la sua battaglia contro il Vaticano

Gli Anonymous continuano la loro battaglia contro il Vaticano e tutti i siti Internet che, in qualche modo, hanno a che fare con esso. Dopo aver mandato giù il sito Vatican.va per due volte consecutive nel giro di pochi giorni e aver pubblicato i dati di accesso di Radio Vaticana, questa volta gli hacktivisti più famosi del Web se la sono presa con Benedictomexico.mx.

Il sito Internet dedicato alla visita di Papa Benedetto XVI in Messico quest’oggi, 23 marzo, è stato messo KO per diversi minuti. Questa volta però non ci sono lunghe rivendicazioni sul blog di Anonymous Italia, continuano a far fede (se così si può dire) le motivazioni snocciolate durante i precedenti attacchi.

Tra queste, ricordiamo, i comportamenti omertosi della Chiesa nei confronti degli scandali sessuali che hanno colpito diversi suoi rappresentanti in giro per il mondo e le trasmissioni tecnicamente fuori legge di Radio Vaticana. C’è poi la lunga diatriba che riguarda la società americana Imperva che gestisce la sicurezza dei siti del Vaticano e aveva sottovalutato l’abilità dei membri di Anonymous, ma ormai dovrebbe essere passata in secondo piano.

Anonymous OS è stato rimosso da SourceForge

Anonymous OS rimosso da SourceForge

A poche ore dall’inserimento su SourceForge il numero di download di Anonymous OS ha raggiunto cifre di non poco conto e degne di un prodotto ricco di fama attirando l’attenzione della vasta utenza e dei media.

La gloria della distro Ubuntu, però, è durata all’incirca una settimana.

Il portale dedicato al mondo del software open source che ospitava i link mediante cui effettuare il download delle pagine ISO del “presunto” sistema operativo targato Anonymous ha annunciato di aver rimosso dai propri server tutto il materiale ad esso relativo e le motivazioni, così come spiegato dagli stessi vertici del portale, sono legate alla natura controversa dell’OS ed al suo effettivo grado di sicurezza.

Stando a quanto reso noto da SourceForge, infatti, Anonymous OS non rispettava tutta una serie di parametri di trasparenza che vanno a configurarsi come elementi caratteristici ed indispensabili dei software di natura open source come, ad esempio, il rilascio del codice sorgente.

Arriva Anonymous OS: vero sistema operativo o fake ripieno di virus?

Anonymous OS

Nel corso degli ultimi giorni si è parlato a più riprese di Anonymous e degli attacchi sferrati nei confronti del Vaticano, di Trenitalia e di Equitalia ma adesso il collettivo torna a far discutere di sé, questa volta, però, al centro dell’attenzione vi è un sistema operativo, quello che prende il nome di Anonymous OS.

Ebbene si, anche il gruppo di hacker hacktivisti ha il suo sistema operativo personale o, almeno, così sembrerebbe essere stando a quanto dichiarato e, sopratutto, distribuito nel corso delle ultime ore.

Un membro di Anonymous ha infatti dichiarato di aver ideato, sviluppato e messo a disposizione dell’intera comunità Anonymous OS, una distro Ubuntu con interfaccia utente MATE che risulta personalizzata per tutte quelle piccole operazioni che potrebbe essere necessario compiere quotidianamente in qualità di membri del ben noto gruppo hacktivista come, ad esempio, hacking, simulazione di attacchi DDoS a siti Web, cracking di password e via di seguito.

Anonymous svela i dati di accesso di Radio Vaticana

Ebbene sì, anche quest’oggi la cronaca internettiana ci spinge ad occuparci di Anonymous. Dopo aver attaccato i siti di Trenitalia ed Equitalia durante lo scorso fine settimana, il noto gruppo di hacktivisti è tornato ad occuparsi di una sua vecchia “passione”: il Vaticano.

Come rivendicato sul blog di Anonymous Italia, nella giornata di ieri (12 marzo 2012) è stato messo nuovamente sotto scacco il sito Vatican.va ed è stato reso noto parte del database di Radio Vaticana, il cui sito però è rimasto attivo. Nel database i dati di accesso di decine di utenti del sito radiovaticana.org.

Anonymous affonda il sito di Equitalia

Dopo aver attaccato il sito di Trenitalia, Anonymous ha concluso un week-end di particolare attivismo mettendo KO il portale di Equitalia, la società pubblica incaricata per la riscossione nazionale dei tributi. L’attacco è avvenuto nel tardo pomeriggio di ieri (domenica 11 marzo 2012) ed anche in questo caso è arrivata puntuale la rivendicazione degli hacktivisti più famosi del momento.

Sul post pubblicato dal blog di Anonymous Italia Equitalia viene apostrofata come “un’azienda in teoria pubblica che si occupa della riscossione di (presunti) tributi dovuti all’Agenzia delle Entrate, che attuate con una ferocia inaudita e con pratiche quantomeno opinabili” e l’attacco giustificato dall’accanimento della società contro “gli inadempienti che dimostrino di essere indigenti”.

Anonymous colpisce il sito di Trenitalia

Nella giornata di ieri (sabato 10 marzo 2012), il sito di Trenitalia è risultato irraggiungibile per diversi minuti. Colpa di un attacco sferrato dagli hacktivisti di Anonymous Italia che sul proprio blog hanno rivendicato l’operazione spiegandone i motivi.

Tra questi spiccano la TAV, definita “un’opera inutile e nociva per la salute” i cui fondi potrebbero essere usati per colmare il divario che c’è nel sistema ferroviario di Nord e Sud Italia, e la soppressione dei vagoni letto “che permettevano ad intere famiglie di spostarsi lungo la penisola italiana”.

Le Iene intervistano un membro di Anonymous Italia

Durante la puntata delle Iene andata in onda ieri sera, 8 marzo 2012, su Italia Uno, è stata trasmessa la prima intervista televisiva ad un membro di Anonymous Italia. Nascosto dalla consueta maschera divenuta emblema del gruppo, l’hacktivista ha cercato di spiegare cos’è Anonymous e perché attacca i siti Internet di enti ed Istituzioni che ritiene una minaccia per la libertà di espressione.

L’intervista è stata “convalidata” dal blog ufficiale di Anonymous Italia, che l’ha segnalata sulle sue pagine. In qualunque modo la si pensi su questa organizzazione; la si ami o la si odi; è un documento molto interessante che ci permette di capirne di più sul pensiero e le motivazioni che spingono i membri di Anonymous a compiere azioni come quelle che ieri hanno riguardato il sito del Vaticano (citato a fine intervista).

Anonymous attacca e manda offline il sito web del Vaticano

Anonymous attacca il sito web del Vaticano

Durante le ultime ore Anonymous ha messo a segno un altro colpo puntando, questa volta, ai server del sito web del Vaticano e rendendo quindi vatican.va praticamente inaccessibile.

Se inizialmente vi erano state alcune incertezze circa la natura del down ed i suoi eventuali artefici dopo il comunicato di rivendicazione pubblicato su Pastebin e sul sito web ufficiale del gruppo tutti i dubbi a riguardo sono stati spazzati via andando quindi ad annunciare e confermare l’attacco al sito internet della Santa Sede.

L’Interpol e l’operazione contro Anonymous: arrestati 25 hacker

Così come reso noto da un recente comunicato ufficiale, l’Interpol, nel corso delle ultime ore, ha portato a segno una nuova missione che si aggiunge ai già numerosi capitoli degli scontri tra hacker ed autorità internazionali: l’arresto di ben 25 presunti protagonisti delle iniziative firmate da Anonymous.

Si tratta, nel dettaglio, della cosiddetta Operation Unmask che ha avuto luogo sia in Europa sia in Sud America e, per la precisione, in Spagna, Argentina, Cile e Colombia.

Gli arrestati, tutti aventi un’età compresa tra i 17 e i 40 anni, tra cui risulterebbero presenti anche i presunti capi delle operazioni di Anonymous in Spagna e in America Latina e dei quali sono stati comunicati soltanto le iniziali ed i nickname, sono stati accusati di aver pianificato cyber-attacchi contro siti web istituzionali dei partiti spagnoli, della presidenza colombiana, del ministero della difesa di Bogotà e molti altri ancora.

Anonymous e WikiLeaks, avviata la pubblicazione di 5 milioni di e-mail della Stratfor

WikiLeaks pubblicazione mail Stratfor

Non se ne parlava oramai da qualche tempo a questa parte ma, nel corso delle ultime ore, WikiLeaks è tornato nuovamente sotto i riflettori attirando l’attenzione dell’intero globo terrestre grazie alla nuova diffusione di uno straordinario quantitativo di documenti.

Si tratta infatti di ben 5 milioni di e-mail che il gruppo di hacker Anonymous è riuscito a trafugare dai server della Stratfor, una tra le principali società che si occupa di offrire servizi di intelligence a svariate ed importanti multinazionali.

Nel dettaglio, il gruppo di hacker è riuscito a penetrare nei computer della Stratfor impossessandosi di tutti i messaggi di posta elettronica facenti riferimento al periodo che va da luglio 2004 a dicembre 2011.

Symantec e la beffa da 50 mila dollari degli hacker di Bombay

Symantec beffa codice sorgente hacker

Quella emersa nel corso delle ultime ore è senz’altro una vicenda abbastanza singolare che ha visto coinvolta Symantec, la celebre azienda produttrice di risorse antivirus, ed un gruppo di hacker indiani di Bombay denominato YamaTough che hanno dichiarato di essere affiliati con Anonymous.

Gli hacker, dopo aver messo le mani sul codice sorgente del software Symantec PcAnywhere, avevano iniziato a ricattare l’azienda tramite e-mail già dallo scorso mese affermando che qualora fosse stato pagato un “riscatto” pari a 50 mila dollari il tutto sarebbe rimasto segreto.

Tuttavia, stando al carteggio pubblicato online, pare che sia stata Symantec ad offrire la modica somma di denaro agli hacker per il rilascio del codice sorgente.

L’obiettivo del gruppo di hacker, secondo quanto dichiarato da un portavoce di Yamatough, sarebbe però stato solo e soltanto quello di umiliare Symantec mediante la pubblicazione dei sorgenti del software e che, in ogni caso, non avrebbero accettato il denaro.

Facebook irraggiungibile per colpa di un film?

Come già anticipato sulla nostra bacheca ufficiale, ieri sera Facebook è risultato offline per qualche minuto, qualcuno dice cinque altri dicono addirittura quindici, ma al momento non è questo che ci interessa. Ciò che ci piacerebbe tanto sapere è: perché Facebook è risultato nuovamente irraggiungibile nel giro di pochi giorni?

La settimana scorsa si era verificata una cosa simile e si era parlato di un problema ai server, un normalissimo problema ai server del social network di Mark Zuckerberg che avrebbe escluso un attacco hacker ad opera di Anonymous o qualche “cane sciolto”. Adesso però il problema si ripropone.

Anche stavolta Anonymous non c’entra niente? Così pare, anche perché al momento in cui scriviamo sull’account Twitter del gruppo non sono comparse rivendicazioni o smentite. Ma le cose potrebbero essere andate in maniera ancora più “particolare”. Stando a quanto riportato da Neowin, il down di Facebook sarebbe da attribuire a… un film!