Google modifica la sua privacy policy: un’unica normativa più breve e maggiormente comprensibile

Google

Nel corso delle ultime ore Google ha provveduto a rivedere e semplificare la propria privacy policy che, così come commentato dallo stesso team del gran colosso delle ricerche in rete, d’ora in avanti risulterà ben più breve e maggiormente comprensibile agli utenti andando a raggruppare oltre 60 diverse norme facenti riferimento a tutti i vari servizi e prodotti offerti.

Questo si traduce dunque nella volontà di Google, applicata a partire dal prossimo primo marzo, nel raccogliere i propri servizi in un unico ecosistema di informazioni ed abitudini personali riconoscendo quindi gli utenti big G in qualsiasi ambito del gran colosso delle ricerche online si muovano.

Con le nuove regole, però, l’utente non sarà in grado di esercitare l’opt-out, il che, in altri termini, sta quindi a significare “prendere o lasciare”.

YouTube filtraggio preventivo Germania

YouTube: boom di video visualizzati e non solo

YouTube

Stando a quelle che sono le più recenti dichiarazioni rilasciate al team di Reuters da alcuni portavoce di Google in via del tutto esclusiva, YouTube, il ben noto servizio per il video streaming che non ha bisogno di presentazioni, sta continuando a crescere in maniera inesorabile, sia per quanto concerne quello che è il traffico degli utenti sia per quanto riguarda il numero di filmati visualizzati.

Nello specifico, mediante la tanto amata piattaforma vengono visualizzati ben 4 miliardi di video su base giornaliera e per ogni minuto trascorso viene invece effettuato l’upload di ben 60 ore di nuovi filmati.

Questo, in altri termini, sta quindi a significare che nel giro di soli otto mesi YouTube è cresciuto addirittura del 25%.

Apple VS Samsung: la guerra brevettuale continua e finisce sotto accusa lo Slide to Unlock

Apple Samsung Slide to Unlock

Una nuova puntata dell’oramai infinita, almeno per il momento, guerra brevettuale tra Apple e Samsung va ad aggiungersi a tutte le altre ma, questa volta, la formula adottata è quella del “due episodi in uno” tenendo conto dell’estrema vicinanza in termini di tempistiche di quanto avvenuto tra i due colossi nelle ultime ore.

Innanzitutto va precisato il fatto che, conseguenzialmente alla decisione dei giudici italiani di non dare seguito alle eventuali richieste di Samsung, anche in Germania la ben nota azienda sudcoreana ha perso la sua causa contro Apple in merito alla richiesta del blocco delle vendite dell’iPhone 4S per la presunta violazione di un brevetto facente riferimento alle comunicazioni wireless 3G/UMTS.

Il giudice, infatti, ha dichiarato che Apple non ha violato il brevetto in questione e che, di conseguenza, non sarà possibile procedere con le richieste avanzate dai legali della sudcoreana anche se al momento non sono state ancora rese note le motivazioni di tale decisione.

Google Search plus Your World, i problemi con l’Antitrust e quelli con la privacy

Google Search plus Your World

Per quanto bella ed utile possa risultare Search plus Your World, la nuova funzionalità di ricerca, tanto social quanto personale, annessa a Google vi è però da considerare anche il fatto che la nuova proposta di big G ha già creato non pochi fastidi in un lasso di tempo estremamente ridotto.

A tal proposito, infatti, ha già fatto sentire la sua voce Twitter ritenendo che la nuova funzionalità di Google non soltanto andrà a danneggiare l’azienda ma, per di più, i cambiamenti apportati a Google Search andranno anche a nuocere tanto alle persone quanto agli editori, così come anche alle agenzie di stampa e agli utenti del ben noto servizio di microblogging.

Unitamente alla disapprovazione di Twitter ad aver fatto sentire la sua è anche la EPIC (Electronic Privacy Information Center) che ha segnalato alla Federal Trade Commission il caso della nuova funzionalità di ricerca chiedendo quindi di indagare in modo tale da poterne verificare l’effettiva correttezza di Search plus Your World e che non vi sia alcuna violazione delle norme Antitrust.

Arriva Search plus Your World: i risultati di Google Search diventano sempre più social e personalizzati

Google Search plus Your World

Dopo aver abbandonato il realtime basato su Twitter e conseguenzialmente al lancio del suo social network, Google, il gran colosso di Mountain View, ha ora deciso di introdurre nuove ed interessanti funzionalità “sociali” per quanto concerne il processo della ricerca online facendo quindi salire il livello dello scontro con Facebook senza però dimenticare, al contempo, quella che è la vera missione da compiere.

La novità, nello specifico, prende il nome di Search plus Your World, strettamente correlata a Google+ ed al momento limitata agli utenti Google.com (ma ben presto sarà disponibile per tutti i domini) portando il mondo di ciascun utente, ricco di persone e di informazioni, direttamente all’interno del motore di ricerca, così come dichiarato dallo stesso team del gran colosso di Mountain View.

Google, Chrome e lo scandalo dei link a pagamento

Google Chrome link a pagamento

Secondo quanto recentemente rilevato da Search Engine Land, una tra le più interessanti realtà on line per quanto concerne il settore SEO, nella SERP di Google vi sarebbero alcune pagine web contenti link che vengono sponsorizzati per Google Chrome, il browser web proprietario di big G.

Pare infatti siano centinaia i siti internet indicizzati su Google riportanti la dicitura “sponsored by Google Chrome“ e ad essere sotto accusa, nello specifico, sarebbero degli appositi post aventi un collegamento al download di Google Chrome senza però presentare il nofollow e, in alcuni casi, celato anche mediante codice JavaScript in un filmato, una caratteristica che fa pensare inevitabilmente ad un link a pagamento.

Non vi sarebbe nulla di strano in tutto ciò se non il fatto che, come risaputo, la policy di big G prevede dei limiti specifici relativamente a questo tipo di annunci.

Proprio per tale ragione, così come sottolineato da Danny Sullivan su Search Engine Land, Google si ritroverebbe ora coinvolta in una situazione in cui le sue stesse regole mettono fuori giorno il ben noto motore di ricerca.

Email this page, condividere pagine web tramite e-mail in un click

Spesso, navigando online, capita di incappare in specifiche informazioni o, ancora, intere pagine web e siti internet che potrebbe essere utile condividere con amici, parenti, conoscenti e chi più ne ha più ne metta.

Generalmente per eseguire tale tipo d’operazione possono essere sfruttati gli appositi pulsanti di condivisione annessi alle pagine web e grazie ai quali, mediante un semplice click, è possibile postare quanto d’interesse direttamente su quelli che sono i principali servizi di social networking, primi tra tutti Facebook e Twitter.

Non è però da escludere il fatto che, piuttosto che condividere il tutto sui social network venga avvertita l’esigenze di eseguire la medesima operazione tramite e-mail

.

Purtroppo, però, soltanto pochi siti web mettono a disposizione dell’utente un pulsante grazie al quale effettuare quanto appena accennato rendendo quindi il processo di condivisione non definibile esattamente come “immediato”.

Google punta sui viaggi online e scatena polemiche tra la concorrenza

 Google Flights proteste concorrenza

Tutti, o quasi, i gruppi che permettono di effettuare prenotazioni di voli online sembrerebbero essere particolarmente innervositi dall’entrata in campo, in tal ambito, di Google che, recentemente, ha deciso di fare la sua comparsa nel mercato delle prenotazioni aeree con Flights rischiando di metterne a repentaglio l’equilibrio consolidatosi oramai da diverso tempo a questa parte.

Google, grazie all’acquisizione di ITA Software, è infatti riuscita ad accaparrarsi un motore di confronto tra i prezzi delle varie compagnie aeree presenti sulla piazza rendendo disponibili sul suo motore di ricerca diverse ed utili informazioni per tutti gli internauti che amano viaggiare.

La mossa di Google ha ricevuto, sin dal primo momento, non poche critiche da parte degli altri servizi simili ma, nonostante ciò, le indagini del DOJ non hanno portato ad alcuna bocciatura.

Tuttavia, a partire dal momento in cui il servizio di Google “ha preso il volo” nuove polemiche hanno iniziato a farsi avanti tra quelle che, allo stato attuale delle cose, possono essere considerate come le dirette concorrenti del ben noto motore di ricerca.

Mozilla e Google: insieme ancora per tre anni

Mozilla Firefox rinnovato accordo Google

Nel corso della giornata di ieri, Mozilla, unitamente al rilascio della nuova major relase di Firefox, ha annunciato pubblicamente il rinnovo dell’accordo stipulato con Google, ovvero quello relativo al motore di ricerca da impiegare di default per il browser web del panda rosso che, negli ultimi tempi, era stato più volte messo in dicussione.

In base all’annuncio fatto è stato però possibile apprendere che Google resterà ancora, per un arco di tempo pari a tre anni, il motore di ricerca scelto di default per Mozilla Firefox.

Si tratta, sostanzialmente, del rinnovo del precedente accordo, siglato sul finire del 2008, che risultava già scaduto lo scorso novembre.

Scontro tra Google e Oracle per API Java

British Telecommunications dichiara guerra a Google per violazione brevettuale

Google violazione brevetti British Telecommunications

La British Telecommunications, una tra le compagnie telefoniche più vecchie presenti sulla piazza ed operante attivamente nel Regno Unito, ha dichiarato guerra a Google.

Il provider ha infatti contestato al gran colosso di Mountain View l’utilizzo indebito di alcuni dei suoi brevetti offrendo, prevalentemente, servizi di primo piano ai suoi utenti.

I brevetti in questione sono quelli siglati come 6,151,309, 6,169,515, 6,397,040, 6,578,079, 6,650,284 e il 6,826,598, ovvero sei titoli facenti riferimento all’apparato e al metodo per le telecomunicazioni, all’invio delle informazioni geolocalizzate, al sistema di navigazione ed alla gestione della banda mobile.

A detta della British Telecommunications, quindi, Google avrebbe utilizzato indebitamente tali brevetti relativamente ad Android ma anche in riferimento ad altre ben note risorse, quali Google Music, Google Maps e Google+.

Eric Schimdt, in arrivo l’anti iPad di Google

Eric Schimdt dichiarazioni tablet Google anti iPad

Grandi novità in arrivo dal fronte tablet poiché, stando a quelle che sono le ultime informazioni attualmente disponibili, Google, tra non molto, rilancerà il suo impegno in tal ambito.

La notizia è dell’ultima ora, o quasi, e le informazioni in questione arrivano direttamente da Eric Schimdt, l’ex CEO di Google, che, in una recente intervista rilasciata al nostrano Corriere della Sera, ha dichiarato la volontà del gruppo di voler immettere sul mercato un tablet di altissima qualità che farà la sua comparsa durante i prossimi sei mesi e che sarà in grado di contrastare il modello dell’iPad.

Zeitgeist 2011: ecco le parole più cercate su Google durante l’anno

Google Zeitgeist 2011

Anche per questo 2011, così come di consueto da un po’ di anni a questa parte, Google ha rilasciato ufficialmente lo Zeitgeist.

Si tratta, per gli internauti che non lo sapessero, della classifica annuale che il gran colosso di Moutain View rende nota per informare tutti gli appassionati navigatori della grande rete su quali sono stati i termini più cercati online nel corso dei 12 mesi dell’anno corrente oramai giunto quasi al termine.

Dalla classifica, visionabile in maniera dettagliata collegandosi all’apposita pagina web dello Zeitgeist 2011, ne emerge che il termine di ricerca che ha avuto il tasso di crescita più elevato a livello globale durante l’intero 2011 è stato Rebecca Black, la cantante del singolo Firday considerato, un po’ da tutti e senza alcun indugio, la canzone più brutta di sempre.

Al secondo posto in classifica si piazza invece Google+, il neo social network di big G, seguito poi da Ryan Dunn, l’attore divenuto celebre con Jackass e recentemente scomparso, che conquista l’ultimo posto del podio.

Gli internauti, però, hanno dimostrato particolare interesse anche per la vicenda di Casey Anthony e per Battlefield 3, il popolare e tanto atteso videogame disponibile soltanto da alcuni mesi.

A Google non è piaciuto Shoot View, lo sparatutto basato su Street View

Google Shoot View

Una piccola agenzia pubblicitaria olandese, la Pool Worldwide, ha recentemente provveduto a creare un mashup basato su Google Street View rendendo disponibile una sorta di videogioco sparatutto in prima persona.

Il mashup, denominato Google Shot View, è stato reso accessibile alla vasta utenza a partire da ieri e la trovata, a quanto pare, sembrerebbe aver incuriosito uno straordinario numero di internauti riuscendo a raggiungere, nel giro di pochissimo tempo, circa 3.000 videogiocatori al minuto.

Lo sparatutto, però, è riuscito ad attirare, in senso negativo, anche l’attenzione della stessa Google che, previo invio di un’apposita comunicazione tramite posta elettronica all’agenzia pubblicitaria, ha provveduto a rimuovere istantaneamente il plugin impedendo inoltre alla Pool Worldwide di accedere in futuro alle API di Street View.

Google lancia +1: il pulsante per raccomandare i migliori risultati di ricerca

Con l’avvento delle risorse di social networking e, sopratutto, conseguenzialmente all’inserimento delle preferenze espresse dagli utenti direttamente nei risultati offerti dai principali motori di ricerca, Google, il gran colosso del web, lancia ora +1, una nuova funzionalità che, risultando una sorta di risposta al pulsante Like di Facebook, permette di condividere rapidamente le raccomandazioni in merito ai risultati di ricerca ottenuti.

Il pulsante Gogole +1, nello specifico, verrà visualizzato direttamente accanto ai risultati di ricerca (link, siti web e pubblicità) offerti da Google Search per cui, cliccandovi su, sarà possibile esprimere la propria preferenza (al momento giusto e, sopratutto, nel modo corretto) nei confronti dei migliori contenuti in modo tale da consigliarli ad altri utenti.