Mercato tablet: trimestre poco brillante, la colpa è dell'iPad

L’iPad mini va a ruba: 3600 device trafugati al JFK

iPad mini furto JFK

Potrebbe ricordare ciò che ha ispirato Martin Scorsese per il film Goodfellas o, ancora, potrebbe sembrare la trama di un nuovo lungometraggio americano ma, invece, ciò che è accaduto, nel corso delle ultime ore, all’aeroporto di New York è mera cronaca ed ha ben poco a che vedere con il grande schermo.

Una banda di truffatori arrivata al JFK è infatti riuscita ad accedere all’aeroporto attraverso l’ingesso 261, uno tra i meno sorvegliati, a spostare vari pallet di materiale sui cui c’erano migliaia di iPad Mini appena arrivati dalla Cina e pronti ad essere consegnati agli utenti che ne avevano effettuato la prenotazione ed a portarli via mediante mezzi trovati sul posto.

Trattasi, nello specifico, di ben 3600 iPad mini rubati per un valore complessivo di 1,5 milioni di dollari, una cifra questa che sarebbe potuta essere ancora più elevata nel caso in cui i ladri non fossero stati disturbati durante il loro “intervento”.

Truffe online più diffuse

Microsoft: “Congratulazioni, hai vinto” è la truffa online più diffusa

Truffe online più diffuse

A tutti o comunque a molti sarà capitato, navigando online, di ritrovarsi dinanzi il fatidico messaggio Congratulazioni, hai vinto ed eventuali varianti.

I più accorti avranno senz’altro evitato di cliccarci su consapevoli, appunto, della non veridicità della dichiarazione e delle conseguenti perdite di tempo alle quali è possibile andare incontro.

Per i meno acuti, invece, la situazione potrebbe essere andata in maniera differente o almeno così pare stando a quelli che sono i dati recentemente forniti da Microsoft e facenti riferimento a quelle che sono le truffe online più popolari.

Così come segnalato dalla redmondiana, infatti, la fatidica visualizzazione del messaggio “Congratulazioni, hai vinto” corrisponde, nella maggior parte dei casi, ad una tra le più diffuse truffe online che da anni continua a mietere vittime in rete, specie tra gli utenti meno accorti e tra quelli più creduloni.

Nigerian scam studio Microsoft

La truffa nigeriana è quella perfetta, parola di Microsoft

Nigerian scam studio Microsoft

La truffa nigeriana (nigerian scam) è la tipologia di raggiro informatico maggiormente diffusa e che a distanza di diversi anni dalla prima testimonianza risalente, addirittura, al 1994, continua a funzionare senza problemi, o quasi, tanto da andare a coinvolgere un sempre maggior numero di persone e permettendo, al contempo, ai truffatori di raccogliere milioni e milioni di dollari.

Il copione, per chi non lo conoscesse, è il seguente: la vittima viene contattata tramite una email in cui le si offre la possibilità di sostanziosi guadagni o le si chiede un aiuto da rivolgere a presunte persone facoltose che hanno bisogno di movimentare denaro su conti correnti non tracciabili ed una volta ottenuti i soldi gli scammer scompaiono in maniera fulminea. 

Ma com’è possibile che dopo tutto questo tempo quello che potrebbe essere definito come il grande classico della truffa online tramite e-mail continui ancora a funzionare? Tra i tanti, a porsi questa domanda è stato anche il matematico Cormac Herley che dal suo ufficio in Microsoft ha scritto un saggio per poter scoprire e rendere pubblica la dinamica che si nasconde dietro il meccanismo della nigerian scam.

Sfruttando grafici, formule matematiche e diagrammi Microsoft ha quindi cercato di spiegare la diffusione del fenomeno e l’incidenza che quest’ultimo ha sul piano della sicurezza informatica.

I motori di ricerca dovrebbero indicizzare i siti-truffa? (E vi racconto l’ennesima brutta figura tutta italiana)

Truffe

La domanda che mi e vi pongo oggi è la seguente: è giusto che i motori di ricerca indicizzino siti che portano a contenuti vietati, contro la legge o contenenti truffe? “A pelle” potremmo rispondere che non è giusto; ma Google, Yahoo!&co. rimandano all’utente risultati in modo automatizzato, i cui filtri spesso non riescono a bloccare i contenuti vietati o illegali. Perché vi faccio questa domanda e perché il post ha attinenza con il nostro Paese?

Ecco la storia: qualche giorno fa sono arrivate alle autorità competenti molte segnalazioni, da parte di utenti di tutto il mondo, su un sito che truffava i consumatori vendendo a prezzi stracciati diverse tipologie di prodotti. Il tutto non accettando pagamenti con carta di credito: chi voleva acquistare i beni doveva inviare il denaro ad un indirizzo in Italia. Purtroppo, decine e decine di persone sono cadute nella trappola, spendendo centinaia di Euro ognuno, tanto che la vicenda è stata soprannominata “Italian job”.