Nuova Zelanda, i cittadini sceglieranno con un wiki la nuova legge di polizia

Che la Nuova Zelanda fosse un paese molto democratico con un’altissima qualità della vita era risaputo. Ma che i cittadini potessero votare e discutere la nuova legge di polizia di grazie a un Wiki… è pura fantascienza. La polizia del piccolo stato orientale, infatti, ha lanciato un Wiki che permette a tutti i cittadini di discutere e creare da zero il nuovo “police act”, la legge di polizia.

“La gente la chiama ‘democrazia estrema’, e forse ha ragione”, ha spiegato in un’intervista il sovrintendente Hamish McCardle, responsabile del progetto. “I cittadini sono i nostri clienti, e quindi a chi chiedere consigli, se non a loro?”.

La mappa dell’umanità

Pur appartenendo alla categoria, mi ritengo una capra in materia, ma molti geek amano la geografia e, soprattutto in questi ultimi tempi grazie anche a mappe, visioni satellitari e servizi del genere, questa “mania geografica” è andata sempre più spopolando.

Altro fatto conosciuto è che i geek si stancano presto e, vogliono sempre novità su cui mettere le “zampe”. Ecco quindi che noi di Geekissimo vi accontentiamo anche in questo arduo campo, regalandovi una piccola rivoluzione nel mondo geografico: la mappa dell’umanità!

Google e Yahoo! hanno rubato il nome alle tribù della Tanzania…?

GoogleYahoo

Google e Yahoo! avrebbero rubato il proprio nome da alcune tribù della Tanzania, e ora devono pagare. È quanto sostiene un uomo, in carcere a Houston per problemi legati all’immigrazione, che sta intentando una causa legale contro i due colossi di internet. In particolare, Google avrebbe rubato il nome alla tribù dei Gogo, mentre Yahoo! dagli Yao.

L’uomo, che si dice discendente (ma va?) di entrambe le tribù, ha chiesto ai due motori di ricerca di pagare, come risarcimento danni, 10mila dollari ad ogni membro delle tribù da oggi e, andando indietro, per le tre generazioni precedenti. Quante speranze ci sono che un giudice dia ragione a quest’uomo? Davvero poche. Però è curioso vedere come molti nomi di siti o servizi internet siano presi proprio da quelli di antiche tribù.

Pubblicità italiana del primo “notebook” della storia, era il 1981 e costava 4.153.000 delle vecchie lire, 6.500 euro di oggi!

Era il 1981 quando la Iret Informatica importò il primo computer portatile dagli states, il suo nome era Osborne 1 e aveva le dimensioni poco più grandi di una valigetta 24h. Molti di voi scommetto che non erano ancora nati, ma pensate che costava all’epoca la bellezza di 4.153.000 lire, l’equivalente attuale di quasi 13.000.000 di lire di oggi.

Ovviamente non era un vero e proprio notebook, ma comunque era un computer portatile funzionale a tutti gli effetti, completo di porta parallela per la stampante e aveva addirittura la porta per il modem e un monitor opzionale.

La dotazione di serie era rivoluzionaria per l’epoca, ecco a voi la tabella con i dati tecnici:

“Tesoro stasera non mi va, devo stare su internet”

Scheletro

Vi è mai capitato di rispondere così al vostro lui o alla vostra lei, che magari cercavano di “stuzzicarvi” per passare una serata “di fuoco”? Forse a noi italiani – focosi per natura – succederà raramente, ma negli Stati Uniti il fenomeno sta diventadno un vero e proprio problema: gli americani di tutte le età preferiscono la rete agli amici e ad altri istinti primari della nostra esistenza. Lo rivela una ricerca della Jwt, la quarta più importante agenzia di pubblicità, che ha intervistato 1.011 americani adulti.

Gli americani hanno dovuto rispondere a diverse domande. Quanto tempo puoi resistere senza internet? Il 15 per cento ha risposto “un paio di giorni o anche meno”, il 21 per cento “un paio di giorni”, mentre un altro 19 per cento “qualche giorno”. La ricerca rivela che le senza internet molti diventano ansiosi, si sentono isolati e tristi. Un bel problema dunque.

Ci voleva Google per dare la caccia ai delinquenti?

GoogleMaps

Probabilmente, negli ultimi mesi, avrete sentito notizie del genere: “Evasori fiscali beccati grazie a Google Maps”, “Con Google Earth si contrasta l’abusivismo edilizio”, e così via. Da qualche tempo, infatti, le autorità di tutto il mondo hanno iniziato ad utilizzare i servizi di mappe forniti da Google&co. per gli usi più disparati.

L’ultima notizia in ordine di tempo viene dal Wisconsin, negli Stati Uniti, dove grazie alle mappe di Google la polizia ha scoperto che un uomo stava coltivando ettari di marijuana all’interno del proprio terreno. Almeno per ora è impossibile dire quante autorità utilizzino ogni giorno Google Earth, ma una cosa è certa: questo tipo di servizi non costa praticamente nulla ed è più conveniente (in termini di denaro e anche di comodità) che prendere elicotteri o noleggiare costosissimi aerei. In tempi di ristrettezze economiche succede anche questo.

Video su come costruire un piega T-Shirt automatico [le piega perfettamente!]

Oggi grazie alla segnalazione di Pizzicone, voglio mostrarvi come si costruisce un piega T-Shirt! Lo so, non è una diavoleria elettronica o informatica, ma da bravo geeks, ho anche un po di passione per il fai-da-te e devo dire che questo filmato è davvero geniale.

Un ragazzo con solo 4 pezzi di cartone e un po di nastro adesivo, ci mostra come costruire un piega T-Shirt, e fa il suo lavoro ottimamente, guardate il video e giudicate voi stessi! Ecco cosa dovete procurarvi se volete realizzarlo anche voi:

Domain Hacks: propone cloni di domini famosi hackerando le parole!

Domain Hacks è un simpatico motore di ricerca che può tornare utile in caso avessimo bisogno di un nome per un dominio a tutti i costi, anche se risultasse già registrato.

Grazie a questo curioso servizio infatti, per esempio, se desideriamo un dominio simile al famoso Engadget, ci basterà inserirlo nel campo della ricerca, e il motore ci proporrà tutte le soluzioni possibili per arrivare al nostro scopo, fornendoci alternative con altre estensioni che ci possano aiutare a raggiungere il dominio più simile all’originale.

Per esempio come vedete nella tabella sopra, Engadget potrebbe diventare:

Un testo di esempio automatico in Word

Word

Quante volte, nel progettare una pagina su Word, abbiamo avuto bisogno di inserire del testo di prova, per vedere se gli stili venivano applicati correttamente o solamente per cercare di capire se la grafica creata potesse essere accattivante?

Nel cercare il testo di prova o ci affidavamo al classico testo di prova “Lorem ipsum dolor sit amet…” oppure magari prendevamo il testo di un articolo di giornale o di un blog. In realtà c’è un “trucco” su Word per fare apparire del testo di prova. Vediamolo insieme.

Scarichi troppo? Ti sconnettiamo

sconnettiamo

È questo – più o meno – quello che si sono sentiti dire dal proprio provider di accesso alla Rete alcuni utenti internet statunitensi. Comcast, questo il nome del provider, ha deciso di punire chi utilizzava troppo la banda a propria disposizione, sostenendo che tramite quel comportamento gli utenti “si accaparrano la massima velocità della rete e abbassano, di conseguenza, la velocità di download per gli altri clienti”.

“Questo tipo di attività abusiva – ha spiegato il portavoce della società, Charlie Douglas – ha avuto un impatto notevole sull’esperienza di tutti gli altri clienti”. Secondo la voce ufficiale della società, in ogni caso, gli utenti disconnessi sarebbero stati “davvero pochi”. Ma è proprio questo il problema?