Come tutti gli utilizzatori del Social Network più famoso al mondo ben sanno, la questione della Privacy su Facebook è diventata sempre più spinosa con il passare del tempo, dimostrando come l’attenzione alla Privacy sia sempre e comunque direttamente proporzionale all’aumentare degli utenti interessati, mentre si tratta di un aspetto che andrebbe curato sempre più al fine di evitare la fuga di dati sensibili. Ovviamente il modo migliore di proteggere i nostri dati personali sarebbe quella di non inserirli su Facebook ed altri siti sparsi per la rete, ma limitare la propria esperienza di navigazione online solo per paura di perdere la riservatezza di dati che devono restare tali è senza dubbio inaccettabile.
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Google: volete la privacy? Allora avete qualcosa da nascondere. E Mozilla s’infuria

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Crea un messaggio sul web che si autodistrugge con Vanish
Il web 2.0 ha portato una gran mole di dati personali sul web, accessibili in vari luoghi del web che ne rendono spesso impossibile il reale controllo e la possibilità finale di un sano “delete” che cessi di rendere pubblico il singolo dato.
In soccorso, anche se in modo abbastanza elaborato, esiste Vanish, un servizio creato da Roxana Geambasu, ricercatrice dell’Università di Washington. Il sistema converte un testo in una chiave incomprensibile al normale lettore (denominata VDO, cioè Vanish Data Objects), inseribile in qualsiasi tipo di comunicazione (mail, social-network, chat…), e dotata di una scadenza, rendendolo impossibile da leggere oltre una data predefinita.
Facebook utilizza le foto degli utenti per le pubblicità? No, è una bufala

Da venerdì 24 Luglio Facebook utilizzerà le foto degli utenti nei banner pubblicitari che appariranno sui profili dei loro amici. E’ legale perché previsto nelle condizioni d’uso accettate con l’iscrizione; questa la PROCEDURA PER EVITARLO: Andate in -> Impostazioni ->Impostazioni sulla Privacy ->Notizie e Bacheca -> Inserzioni di Facebook -> Presenza nelle Inserzioni di Facebook: impostare il valore a “Nessuno”
Agenzia delle entrate e Facebook, pericolosa combinazione
L’agenzia delle entrate belga ha ammesso di utilizzare Facebook per raccogliere dati sul tenore di vita dei propri cittadini. Dagli status update, foto, video, racconti di viaggi etc. è facilmente ricostruibile la vita di un qualunque utente Facebook.
La rivista di cultura alternativa francese “Le Tigre” lo ha già dimostrato pubblicando la vita del povero Marc, ventinovenne francese completamente shareaholic che ha scoperto la propria biografia dettagliatamente pubblicata senza poterlo impedire, dal momento che le informazioni utilizzate erano tutte di dominio pubblico, tutto ciò che “Le Tigre” ha dovuto fare è stato aggregarle in ordine cronologico.
La blogosfera già ha avuto la sua dose di scandalo quando questa notizia si è diffusa qualche anno fa, con tutta l’inevitabile ondata di paranoia. Stavolta le cose sono un po’ più preoccupanti, almeno per gli evasori fiscali.
Firefox History Block, estensione per gestire la cronologia di navigazione

Integrare Google Profiles con Latitude
Per chi volesse visualizzare la propria posizione, estratta utilizzando Google Latitude, sul proprio Google Profile, può seguire una semplice procedura ed abilitare l’integrazione tra questi due servizi.
Vi basterà utilizzare il gadget Google Latitude dalla vostra pagina iGoogle, oppure in modo del tutto automatico direttamente dall’applicazione installata sul vostro telefonino, in grado anche di interfacciarsi con il gps integrato. A quel punto dovrete selezionare “Abilita e mostra solo ad un livello di città” oppure, l’opzione estrema, “Abilita e mostra la migliore posizione disponibile”, in grado di visualizzare pressochè perfettamente la vostra posizione all’interno della mappa di Google. A questo punto, all’interno di Google Profile, non dovrete far altro che abilitare l’opzione di visualizzare la posizione di Google Latitude.
TOSBack, tiene traccia per voi delle modifiche nei ToS
Un argomento molto sensibile sul web è la privacy. L’iscrizione a qualunque social network prevede l’accettazione di determinati ToS (Terms of Service) dove, in soldoni, c’è scritto come verranno utilizzati i vostri dati da parte dei proprietari del servizio. Quasi nessuno li legge e spesso ci limitiamo ad accettarli senza troppe premure.
Questo comportamento darebbe un gran vantaggio ai Social Network se non fosse per il fatto che sulla rete, un solo utente scrupoloso può diventare un centro di informazione fidato e se qualcosa nei ToS dovesse andare in una direzione non chiara, il putiferio è sempre pronto ad esplodere. Ricorderete sicuramente quello che è successo lo scorso Febbraio quando Facebook cambiò unilateralmente i propri ToS introducendo condizioni decisamente invadenti per la privacy dei suoi utenti.
Una volta partito l’allarme dagli scrupolosi di cui sopra, sulla rete è stato un buzz degno degli annali della rete. Le proteste sono montate traducendosi prima in un gruppo Facebook per il ripristino dei vecchi ToS e, di fronte l’apparente inflessibilità del controverso social network, in un esodo di massa di utenti da Facebook con un conseguente crollo delle visite. In seguito a questi eventi Facebook decise di ripristinare i vecchi ToS scusandosi con tutti gli utenti per l’accaduto.
Social Ads e pubblicità interattiva, una nuova era?
L’indiscusso successo della rete in termini di partecipazione ha una preoccupante ombra su di esso. Dopo l’euforia della New Economy e la catastrofe delle dotcom che ne venne di li a poco gli animi degli investitori si sono raffreddati riguardo la possibilità di trasformare utenti, visite, click, in soldi sonanti.
L’inganno in cui tutti sono stati tratti era basato sulla semplicistica e falsa equazione “+ utenti = + soldi“. Questo rapporto si applica a mezzi di comunicazione passiva, come radio e televisione, in cui più sono gli spettatori, più una pubblicità avrà successo. Nessuno o troppo pochi avevano pensato che sulla rete le cose cambiano.
La rete è un mezzo di comunicazione attivo, l‘utente non siede in stato di semitrance di fronte uno schermo e subisce tutto quello che passa, ma sceglie gli indirizzi a cui andare e ancora di più, sceglie di quali contenuti fruire e quali semplicemente ignorare. L’era degli strapagati banner è finita da un pezzo, una semplice immagine, per quanto lampeggiante, animata, ben curata dai migliori grafici e marketer, non distoglieranno l’utente dall’articolo che hanno deciso di leggere, il video che vogliono guardare, il contenuto che lo ha portati lì. Pur avendo una valenza in termini di visibilità di un brand non può essere considerato un elemento sufficiente ad una campagna pubblicitaria e di ritorno, non è pensabile che sia in grado di generare profitti al sito che lo ospita.
La crisi è stata profonda, e molti hanno riflettuto su come far fruttare l’infinito potenziale della rete. Fino a poco tempo fa lo standard è stato fissato da Google con i suoi programmi di AdWords e AdSense; un sistema che combina pay per impressions e pay per click per banner e annunci definiti dall’utente e i cui costi vengono quotati sulla base della popolarità delle parole chiave a cui si intende legare la campagna.
AnchorFree: Navigazione anonima e senza Firewall!
La miglior sicurezza per ogni internet-nauta è sicuramente quella che ci può regalare un anominato sul WEB. Un completo anonimato non è dato solamente da i dati che mettiamo su internet, come ben sapete, tutte le volte che apriamo una pagina su internet o effettuiamo un collegamento alla rete, lasciamo tracce del nostro passaggio in ogni angolo. Queste tracce riporteranno sempre al vostro PC, in qualsiasi modo.
Insomma, l’unico modo che abbiamo per evitare di essere rintracciati è quello di usare un Proxy, di liste di proxy ne esistono a centinaia sul WEB. Oggi, vi presento un programma che vi permette di navigare anonimi, senza quindi lasciare traccia del vostro passaggio, e che vi permette di superare qualsiasi Firewall fosse installato sulla vostra rete.
Yauba: dall’India il primo motore di ricerca anonimo!
Non raramente, su questo blog, ci è capitato di parlare dei molteplici e delicati aspetti legati alla privacy su internet, argomento molto interessante ma sicuramente difficile da trattare.
Anche oggi vorremmo parlare di questo topic, ma vorremmo farlo in maniera diversa, presentandovi quello che si definisce il primo motore di ricerca anonimo nel mondo: Yauba!
Yauba è un motore di ricerca che, seppur ricco di funzionalità e novità interessanti, promette ai suoi utenti di non registrare alcuna informazione personale, fosse pure involontariamente.
Firefox: 9 estensioni per aumentare la propria privacy

1. TabRenamizer: state portando a termine un’importante ricerca scolastica con fini scientifici e le vostre fonti (YouPorn, PornoTube, TardoneMaBone, ecc.) sono tutte aperte in diverse schede di Firefox? Forse è meglio utilizzare questa simpatica estensione per rinominarle tutte contemporaneamente assegnando loro titoli meno “sospetti” ed evitare figure non esemplari agli occhi di parenti e disturbatori dell’ultim’ora.