Win2Lin, perchè migrare da Windows a Linux

Con questo articolo comincia la collana “Win2Lin” che ha come scopo principale quello di aiutare ed invogliare nel passaggio verso il sistema operativo del Pinguino. Ci saranno una serie di consigli ed utili guide per muovere i primi passi nella vostra distribuzione, cercado di tenere sempre come punto di partenza, per un confronto, il sistema operativo di casa Microsoft.
Sono convinto che quasi tutti noi (almeno quelli un po’ più temerari) abbiano provato, soprattutto per curiosità, una distribuzione Linux. Per chi, come me, ha fatto un primo tentativo qualche anno fa (all’epoca di win98/2000 per intenderci) l’impatto sarà stato sicuramente violento. All’epoca Linux era per veri smanettoni: poca grafica e molta shell; gli applicativi che volevi te li dovevi quasi sempre compilare, hardware spesso non riconosciuto, … insomma, non c’era niente che invogliasse un utente Windows a passare a Linux. Ammetto infatti, mio malgrado, che dopo quella prima prova sono tornato in “finestre” ed ho continuato ad usarlo ed odiarlo per un paio d’anni.

Oggi Linux è fortemente cambiato (potremmo quasi dire migliorato), assomiglia molto a Windows anche per semplicità di gestione e installazione di hardware e software. Addirittura in taluni casi e situazioni Linux riesce a precedere anche Windows! Per esempio il caso del Desktop 3D: Aero di Windows Vista noi Linuxiani lo avevamo già da un po’ (nome diverso ma caratteristiche sostanzialmente identiche)! 😉

Quotidiani online e Web 2.0: accostamento impossibile?

Con la sempre maggiore diffusione di internet nelle case, i quotidiani e la carta stampata più in generale hanno dovuto in qualche modo relazionarsi con il grande mondo del Web.
Internet è una grande realtà, che va sfruttata e il cui sviluppo non deve (e non può) essere assolutamente ostacolato. Qualcuno l’ha capito prima, altri ci hanno messo un po’ più di tempo, fatto sta che la maggior parte dei quotidiani italiani ora ha un sito web ed offre ai visitatori la possibilità di leggere articoli direttamente online.

i siti web di “La Repubblica”, “Il Corriere della Sera”, “La Gazzetta dello Sport”, “Il Sole 24 Ore”, “Corriere dello Sport”, sono stabili nella Top 100 (dati Alexa) dei siti più visitati d’Italia, e ciò significa che una grossa parte dei navigatori condivide particolarmente l’idea di poter leggere le notizie del giorno direttamente dal Web.
Ma soffermiamoci un attimo ad analizzare “come” sono strutturati i siti web dei quotidiani:

Microsoft Outlook 2007 SP1, come risolvere il problema dei freeze continui

Come abbiamo avuto modo di ribadire in diverse circostanze, nonostante sia arrivata alla sua dodicesima edizione, Microsoft Office, la celeberrima suite di programmi per ufficio di casa Microsoft, è ben lontana dal poter essere definita perfetta.

Oggi siamo infatti qui a parlarvi di nuovi problemi, questa volta riguardanti la versione di Outlook integrata in Microsoft Office 2007 aggiornato con il SP1, vittima di alcuni freeze durante il compimento delle più comuni attività – dalla lettura della posta (soprattutto quando in HTML), alla gestione degli impegni, dei contatti, ecc. – tutto, a quanto pare, ancora non risolto dall’azienda di Redmond.

Come spesso accade in questi casi, nei quali Microsoft – per una ragione o l’altra – non provvede a rilasciare una patch per risolvere il problema, a mettere momentaneamente a posto la situazione ci pensano dei programmatori terzi, autori di utilissimi strumenti che permettono ai poveri utenti di alleviare le proprie sofferenze informatiche.

Sapete qual è l’oggetto in assoluto più smarrito in aeroporto? Il laptop. Attenti che le vacanze si avvicinano!

Aeroporto

Provate a pensare a quale potrebbe essere l’oggetto più smarrito all’interno degli aeroporti. Si potrebbe pensare a zainetti, carte d’imbarco, valigie, portadocumenti, cellulari, macchine fotografiche digitali. E invece no: l’oggetto in assoluto più smarrito è il computer portatile. È quanto emerge da un’indagine svolta nei principali aeroporti statunitensi, secondo cui ogni anno vengono smarriti circa 637mila laptop.

Tra l’altro, il fatto ancora più incredibile è che i computer vengono dimenticati, per la maggiore, al controllo di sicurezza per entrare nelle aree d’imbarco degli aeroporti. In media, vengono smarriti circa 10.278 apparecchi a settimana, e il 65 per cento di questi non vengono nemmeno cercati dai propri “padroni”.

Ti sei mai “sballato” con la “cyber-droga”? Secondo la Guardia di Finanza si tratta di un fenomeno molto pericoloso

Onde

L’ultima moda del momento? Secondo molti giornali e soprattutto secondo la Guardia di Finanza sarebbe la “cyber-droga”. Si tratta di file mp3 contenenti particolari onde sonore (comprese tra i 3 e i 30 Hertz, ovvero le frequenze percepite dal cervello umano) in grado di innescare le più diverse reazioni e sollecitare in maniera intesa l’attività cerebrale. Secondo la Guardia di Finanza, che ha annunciato di monitorare, da tempo, un fenomeno che potrebbe rapidamente dilagare, sarebbero già centinaia le pagine Web dedicate a questo sballo con migliaia di appassionati che si scambiano impressioni e consigliano modalità e tecniche di somministrazione. Tra i siti più gettonati (ma per carità, statene alla larga!) ci sarebbe www.i-dose.com (attualmente il sito è inaccessibile). www.i-doser.com.

A differenza delle “normali” cocaina ed eroina, il cyber-sballo è accessibile a tutti e i file sono scaricabili gratuitamente o comunque dopo il pagamento di una piccola cifra di denaro. Il capo del Nucleo Speciale della Guardia di Finanza che si sta occupando della problematica, Umberto Rapetto, ha spiegato all’agenzia Ansa che ci sono particolari onde, come le onde alfa (dai 7 ai 13 Hertz), ad esempio, che hanno un potenziale effetto rilassante, ma ce ne sono altre che ottengono l’effetto opposto, cioè euforizzante o eccitante. Addirittura, all’estero questo particolare tipo di ultrasuoni viene utilizzato dalle forze dell’ordine per “calmare gli animi” in situazioni complicate; inoltre, sembra che l’uso di questa tecnica sia “documentato storicamente anche in campo militare”.

Sondaggio: siete obbligati ad utilizzare un sistema operativo contro la vostra volontà?

siete obbligati ad utilizzare un sistema operativo contro la vostra volontà?

Sia che si ami Bill, sia che lo si odi, sfuggire al market share del 90% detenuto da Windows è molto ma molto difficile. Soprattutto quando si tratta del computer aziendale o della scuola, anche se negli ultimi tempi molte aziende hanno iniziato ad adottare sistemi operativi basati su Linux, il dominio di Windows è ancora enorme.

Questo spesso è dettato dall’ignoranza in materia, soprattutto in un Paese come l’Italia, provate a chiedere ad un impiegato comunale che sistema operativo utilizza, è già molto se vi saprà rispondere Windows.

Internet, situazione disastrosa in Italia: siamo il fanalino di coda dell’Europa e il 56% non utilizza la Rete

ItaliaPc

La pessima situazione economico-politico-culturale in cui versa il nostro paese ormai da diversi anni sta incidendo anche – non poteva non essere così – sullo scarso livello di avanzamento tecnologico, che ci porta, dati alla mano, ad essere in ritardo sulla media dell’Europa a 27 anche sull’utilizzo dei servizi online. È quanto merge dal rapporto annuale dell’Assiform (l’Associazione italiana dell’Information Technology), in cui si sottolinea, però, che l’Italia, nonostante i ritardi, “è in compenso seconda in Europa quanto a quota di popolazione con elevate capacità di utilizzare internet: il 9 per cento, subito sotto la Francia (12 per cento) e sopra la media europea (8 per cento).

Ma parliamo delle brutte notizie: nella Pubblica Amministrazione, ad esempio, la rete viene utilizzata al 17 per cento, a fronte di una media europea del 30 per cento (siamo, quindi, sotto e di molto!), con un gradimento dei cittadini in diminuzione per quanto riguarda i servizi offerti in rete. La situazione non è migliore se si guarda al mercato: l’internet banking è utilizzato solamente dal 12 per cento della popolazione, rispetto al 25 per cento della media europea; l’e-commerce sviluppa il 2 per cento del totale delle vendite al dettaglio, mentre la media europea viaggia a quota 11 per cento (ma qui lo sappiamo qual è il problema, e ne abbiamo più volte parlato: spesso i beni acquistati non arrivano a destinazione!).

Rubare la merendina? Non va più di moda. Ora i bulli sono diventati digitali

Bullismo

L’idea che avete del bullo è il ragazzino che ruba la merendina o la paghetta durante la ricreazione? I tempi sono cambiati. O almeno è quanto hanno annunciato gli esperti che si sono ritrovati a Roma per discutere del tema “Bullismo: sos strategie preventive ed intervento sul territorio”. Il nuovo bullo, il “cyber-bullo”, invece, possiede un computer, naviga su internet con dimestichezza, ha un cellulare con cui scambia foto, filmati ed sms ed ha un forte desiderio di autostima. Secondo gli esperti uno dei dati più preoccupanti è dato dal fatto che i primi fenomeni di bullismo si verifichino già all’età di sette anni.

“A partire da quell’età – spiega Vincenzo Mastronardi, criminologo clinico dell’università “La Sapienza” di Roma – il 90 per cento dei bambini ha un computer, per questo il cosiddetto ‘cyber-bullismo’ è da considerarsi un fenomeno molto preoccupante”. Tra le cause della percezione di questo nuovo tipo di bullismo, aggiungiamo noi, ci sono le notizie che siamo costretti ad ascoltare ogni giorno, di ragazzini malmenati e filmati, con il video che finisce puntualmente su YouTube. Un fenomeno iniziato non in Italia, semmai negli Stati Uniti e in Inghilterra, che però come spesso accade da noi ha fatto segnare una grossa emulazione.

Uomo licenziato perché un malware autoinstallatosi sul suo computer dell’ufficio aveva scaricato centinaia di immagini pedopornografiche

Mal di testa

Questa brutta avventura potrebbe essere presa ad esempio per una pubblicità di sistemi ritenuti più sicuri di Windows, come Mac Os X o Linux. Ma purtroppo è accaduta davvero. Il Massachusetts Department of Industrial Accidents ha licenziato un suo dipendente, il signor Michael Fiola, intraprendendo tra l’altro una procedura legale nei suoi confronti, in quanto all’interno dei suoi file temporanei internet del computer dell’ufficio erano presenti immagini chiaramente pedopornografiche.

“Il mio capo mi ha chiamato nel suo ufficio alle nove del mattino – ha spiegato Fiola ad alcuni quotidiani locali – e c’erano tutti, dal mio supervisore al direttore del personale. Senza permettermi di spiegare alcunché mi hanno dato la lettera di licenziamento, rimanendo in silenzio perché così aveva consigliato il loro legale”. Purtroppo, però, i legali (della difesa e dell’accusa, insieme) analizzando meglio il computer dell’uomo non hanno potuto far altro che arrendersi, in quanto non c’era alcuna prova del fatto che il dipendente avesse scaricato materiale illegale. Perché? Perché il materiale pedopornografico l’aveva scaricato un malware.

“Re della spazzatura” condannato a sei milioni di dollari di multa per aver inviato “solo” 100 milioni di messaggi spam al giorno su MySpace

Spazzatura

E che saranno mai cento milioni di messaggi di spam al giorno? È più o meno questa la versione del “re della spazzatura” (così è stato soprannominato) Scott Richter di Westminster in Colorado (Stati Uniti), che è stato condannato a pagare sei milioni di dollari (tra danni e spese legali) per aver “spammato” miliardi di messaggi a ignari utenti MySpace. In particolare, l’uomo dovrà dare 4,8 milioni di dollari (pari a tre milioni di euro) a MySpace, mentre le spese legali ammontano a 1,2 milioni di dollari (770mila euro).

Richter è stato denunciato da MySpace nel gennaio del 2007, con l’accusa di aver inviato dal proprio computer cento milioni di messaggi indesiderati al giorno; i messaggi, iniziati a circolare nel 2006, sponsorizzavano un sito Web chiamato Consumerpromotionscenter.com, ed erano inviati da normali account del social network, le cui credenziali d’accesso (username&password) erano stati ricavate attraverso operazioni di phishing su larga scala.

“Stanotte ci facciamo il bagno nella piscina di quel riccone?”. Spopola in Europa lo strano fenomeno del “dipping”

Piscine

La notizia sta facendo in queste ore il giro dei principali siti d’informazione, e ovviamente non potevamo perdercela. Si tratta della singolare moda del “dipping”. Che cos’è il dipping? Beh, se cerchiamo sul dizionario “dip” in inglese significa “breve immersione”, “breve nuotata”. E si tratta proprio di questo, in effetti, ma con l’aiuto di internet. In pratica, ragazzi che cercano su Google Maps piscine condominiali o ville con piscine e fanno un’intrusione notturna per una nuotata “al volo”.

Il fenomeno, che scoppia inevitabilmente d’estate, sta prendendo piede in Inghilterra e negli Stati Uniti, ma ben presto potrebbe approdare (con tutta la sua pericolosità, tra l’altro) anche da noi. Ma come funziona esattamente? Si cercano su Google Maps case con piscine nella propria zona, e sempre con Google Maps si cerca di capire com’è possibile fare un’irruzione pacifica al loro interno. Poi ci si dà appuntamento sui social network (esistono addirittura gruppi appositi su Facebook o Bebo) e, specialmente di notte tra mezzanotte e le tre, si fa il bagno fin quando qualcuno (come sempre accade) non scopre il “misfatto”.

Il Bangladesh punta su internet: installerà computer a banda larga in tutte le scuole da far usare gratuitamente alla popolazione

Bangladesh

I lettori più appassionati di Geekissimo sanno che spesso e volentieri ci piace parlare di iniziative benefiche, di solidarietà e di “belle notizie”. Oggi vi raccontiamo di cosa sta accadendo in Bangladesh, che come sapete è uno dei paesi più poveri del mondo. Il Bangladesh Telecommunications Regulatory Commission, l’ente nazionale che si occupa di telecomunicazioni, ha annunciato che installerà computer con connessione internet a banda larga da usare gratuitamente presso tutte le circa 40mila scuole elementari disseminate in tutto il paese. Un’iniziativa presa soprattutto per far conoscere le potenzialità di internet nelle zone rurali.

La mossa, dunque, porterà internet in decine di migliaia di villaggi, dove vive oltre il 70 per cento della popolazione del paese (144 milioni di persone). Tra l’altro, la decisione andrà anche ad alleviare i conti delle scuole e università, non più soggette al pagamento della bolletta di internet. Una mossa dunque a prima vista davvero intelligente: basti pensare che con soli tre milioni di utenti il Bangladesh è uno dei paesi al mondo in cui la penetrazione di internet nella popolazione è minima.

Kaspersky Rescue Disk, un nuovo disco gratuito di pronto soccorso per il PC

Che capiti a loro stessi o ad amici non troppo esperti da aiutare, molti geek, prima o poi, hanno a che fare con un sistema Windows che non vuole saperne di avviarsi. Quasi inutile dire che, in molte circostanze, la mancanza di un corretto avvio del sistema è dovuta alla presenza di virus informatici piuttosto arcigni, che necessitano di un’arma efficace, molto efficace per essere eliminati e far tornare il PC infetto ad un (quasi) normale funzionamento.

Ed allora perché non affidarsi ad un nome divenuto ormai garanzia come Kaspersky? Da leader del settore nei prodotti per la sicurezza dei computer (antivirus, firewall, antispyware ecc.), la società russa ha ben pensato di regalare a tutti noi un nuovo disco gratuito di pronto soccorso per il PC, avviabile quindi senza dover accedere preventivamente al sistema operativo installato sulla macchina: Kaspersky Rescue Disk.

A rischio i computer di altleti/giornalisti/governativi che si recano a Pechino per le Olimpiadi?

Pechino

Le agenzie statunitensi che si occupano di sicurezza nazionale hanno lanciato un allarme a tutti coloro (businessmen, giornalisti, atleti, personale governativo, etc) che si recheranno a Pechino in agosto per seguire le Olimpiadi: i computer portatili o altri apparecchi in grado di comunicare e gestire la posta elettronica potrebbero “essere penetrati da agenti di sicurezza cinesi che mirano a rubare segreti governativi americani o a impiantare bug per infiltrarsi nelle reti statunitensi”. L’allarme ci sembra quanto meno esagerato, ma bisogna comunque tenerne conto.

Stando a quanto riporta l’Overseas Security Advisory Council, “il governo cinese utilizza lo spionaggio elettronico per entrare facilmente nei computer personali o appartenenti ad enti governativi“. Per questo, gli apparecchi lasciati incustoditi anche per qualche minuto in alberghi o in aeroporto potrebbero essere in brevissimo tempo avvicinati da gente addestrata per non farsi scoprire e “penetrati” con dei software maligni in grado, successivamente, di trasferire tutte le informazioni presenti sull’hard-disk. Ma non è tutto.