Studiare online

Studiare online is the new black

Una cosa è certa nella vita di ognuno: il nero sta bene con tutto. Tranne che con il blu, lì ci sono scuole di pensiero differenti, c’è chi dice che è assolutamente vietato abbinare i due colori e chi invece ritiene sia estremamente elegante e di tendenza. Una volta assodato ciò, una serie TV ha scardinato le nostre certezze, facendo diventare l’arancione il nuovo nero; per chi non avesse capito, si tratta di Orange is the new black, titolo ironico per una storia ambientata in un carcere femminile, dove le nuove arrivate sono – appunto – vestite di arancione.

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Google Glass, alla guida sono pericolosi come i cellulari

Google Glass, alla guida sono pericolosi come i cellulari

Google Glass, alla guida sono pericolosi come i cellulari

I Google Glass, oramai è cosa ben risaputa, per quanto interessanti e rivoluzionari possano essere non sono ben visti da tutti. Sono in molti, infatti, a ritenere che l’utilizzo dei tanto chiacchierati occhiali per la realtà aumentata del colosso delle ricerche in rete possa creare non pochi problemi in determinate circostanze come ad esempio quando si è alla guida di un veicolo.

Opinioni del pubblico a parte a sostenere e ad avvalorare la tesi in questione è anche un recente ed approfondito studio condotto dall’università della Florida.

Stando a quanto emerso dallo studio i Google Glass, pur essendo un dispositivo utilizzabile a mani libere senza alcun tipo di problema, al volante risulterebbe pericoloso tanto quanto l’utilizzo del cellulare.

Microsoft, utilizzare i software pirata è troppo costoso

Microsoft: utilizzare i software pirata è troppo costoso

 Microsoft: utilizzare i software pirata è troppo costoso

Pur essendo opinione comune quella che dire software pirata equivale a dire software gratuito un recente studio commissionato da Microsoft, intitolato “The Link Between Pirated Software and Cybersecurity Breaches: How Malware in Pirated Software is Costing the World Billions” e condotto da IDC e dalla National University of Singapore svela che durante questo 2014 le aziende andranno spendere quasi 500 milioni di dollari per far fronte ai danni causati dal malware presente nelle copie non originali delle varie applicazioni.

I software pirata, quindi, possono rivelarsi tutt’altro che gratuiti, un dato questo che risulta ancor più evidente se si tiene conto del fatto che la somma in questione salirà a 25 miliardi di dollari per gli utenti consumer i quali sprecheranno ben 1,2 miliardi di ore nella risoluzione dei problemi.

Android batte iOS, meno crash e maggiore stabilità

Piper Jaffray, i Samsung Galaxy si svalutano prima degli iPhone

Un iPhone usato vale più di un Samsung Galaxy

Più uno smartphone tende a predere valore nel tempo o con la rivendita è più aumenta il disinteresse del pubblico e quelle che sono le reali possibilità di conquista del mercato.

Gli iPhone, ad esempio, si svalutano meno dei Samsung Galaxy.

A testimonianza di ciò vi è il recente studio condotto da Piper Jaffray mediante il quale viene mostrato, appunto, come gli iPhone vengano svalutati molto meno rispetto alla gamma Galaxy di Samsung.

La ricerca ha analizzato i prezzi medi di rivendita degli iPhone e dei terminali di punta Samsung su quelli che sono i principali siti web di e-commerce per cercare di scoprire a quale riduzione di prezzo vengono inizialmente proposti in caso di rivendita ed anche quanto tali device siano soggetti ad aste al ribasso.

Microsoft IDC software contraffatto

Microsoft, il 33% del software è contraffatto

Microsoft IDC software contraffatto

Stando a quanto emerso da un recente studio condotto da IDC per conto di Microsoft circa un terzo del software mondiale è contraffatto.

La ricerca, mirante a portare in primo piano le conseguenze negative derivanti dall’utilizzo di software pirata, ha messo in risalto i pericoli per la sicurezza relativi agli utenti consumer e alle aziende mettendo inoltre in evidenza una realtà che era già ben nota a molti: pirateria e malware vanno a braccetto.

Portando avanti due dviersi sondaggi in ben 10 paesi ed ottenendo risposte da 1104 utenti privati, 973 utenti business e 268 manager IT, IDC ha mostrato, sfruttando i dati ottenuti, come la diffusione dei malware mediante software non originali avvenga in maniera sempre più capillare unitamente ai costi associati alla rimozione delle infezioni.

Secondo le stime, quindi, esiste circa 33% di probabilità di installare malware sul proprio computer in seguito all’utilizzo di copie pirata dei software.

Ponemon Institute classifica aziende privacy utenti

Privacy, gli utenti si fidano più di Microsoft che di Apple

Ponemon Institute classifica aziende privacy utenti

Stando a quanto emerso dalla versione 2012 dello studio pubblicato dal Ponemon Institute tra le aziende più affidabili per la privacy le corporation IT fanno da padrone ma, a quanto pare, gli utenti tendono a fidarsi molto più di Microsoft che di Apple, che, in ogni caso, non sono presenti tra le prime dieci posizioni della classifica.

Lo studio, basato su un’indagine condotta su centomila consumatori statunitensi adulti e 6.704 risposte, da infatti il primato ad American Express, Hewlett-Packard e Amazon preseti, rispettivamente, al primo, al secondo ed al terzo posto della classifica e che vanno a configurarsi come le aziende alle quali gli utenti guardano con maggior fiducia per quanto concerne la gestione dei dati personali.

Apple, preceduta da realtà quali eBay ed IBM, occupa invece la ventunesima posizione.

I partecipanti allo studio, a cui è stato richiesto di indicare le prime cinque società ritenute più sicure, specie per quanto riguarda l’invio del codice di sicurezza sociale e i dettagli della propria carta di credito, hanno quindi definitivo le posizioni della classica nella quale, appunto, Apple, inclusa nella top ten nelle edizioni della ricerca tra il 2009 e il 2011, non ha ricevuto segnalazioni sufficienti per poter rientrare nell’elenco.

Google Yubikey password

Google, una chiavetta USB al posto delle password

Google Yubikey password

Nel tentativo (vano o meno sarà possibile scoprirlo soltanto con il tempo!) di mettere fine al problema della violazione delle password gli ingegneri di Google si stanno interrogano sui sistemi mediante cui riuscire a far fronte alla sempre maggiore inefficienza dei meccanismi di login tradizionali che vengono resi inutili da cracker.

A tal proposito, uno studio in via di pubblicazione sulla rivista IEEE Security & Privacy prende in considerazione alcune di queste alternative, la maggior parte delle quali apparentemente basate sull’adozione di oggetti “fisici” in sostituzione delle vecchie password.

Tra gli oggetti fisici presi in considerazioni è presente anche Yubikey, una mini chiavetta USB realizzata dall’azienda Yubico che contiene una scheda crittografata e che una volta collegata al computer permetterebbe l’accesso a tutti i servizi di Google senza alcun bisogno, da parte dell’utente, di immettere le proprie credenziali di accesso.

Internet Explorer 9 blocca più malware degli altri browser

Internet Explorer 9 è il browser più sicuro, blocca più malware della concorrenza

Internet Explorer 9 blocca più malware degli altri browser

Internet Explorer 9, stando a quanto emerso da un recente studio condotto dalla texana NSS Lans, è, allo stato attuale delle cose, il browser web più sicuro per quanto concerne il blocco di eventuali malware nei quali è possibile incappare navigando in rete.

In tal senso, quindi, la nona versione del browser web realizzato e distribuito dalla redmondiana batte, senza lasciare alcun dubbio, Google Chrome (nelle versioni dalla 15 alla 19), Mozilla Firefox (nelle versioni dalla 7 alla 13) e Safari (la versione presa in esame è la 5).

I test condotti sui 4 browser web coinvolti vertevano tutti sulle capacità di proteggere gli utenti contro le principali e più diffuse forme di malware ovvero quelle relative alla frode bancaria, al furto di password, ai falsi antivirus e, in linea ben più generale, alle truffe in rete.

Le prove, andando ancor più nello specifico, hanno avuto luogo tra dicembre 2011 e maggio 2012 per un totale di ben 175 giorni.

BiTorrent monitoraggio

BitTorrent, gli utenti sono tenuti sotto controllo

BiTorrent monitoraggio

Se qualcuno, soltanto per un istante, ha pensato di poter girovagare tra i meandri della rete BitTorrent in anonimato si è sbagliato di grosso, o quasi.

La maggior parte dei file BitTorrent, infatti, sono sotto controllo o almeno questo è quanto emerge stando ad un recente studio condotto dalla Birmingham University.

Tenendo conto di quelli che sono i cento file più popolari presenti sui principali client BitTorrent gli utenti più attivi in tal senso verrebbero individuati entro tre ore circa dalla connessione ai vari ed eventuali siti web adibiti al download dei contenuti d’interesse.

Ovviamente ad essere individuati e monitorati sono soltanto gli indirizzi IP e, in quanto tali, non permettono di risalire a quella che è l’identità dell’utente se non previa richiesta da parte del giudice.

Patent troll studio università Boston

Patent troll: negli USA costa 29 miliardi di dollari all’anno

Patent troll studio università Boston

Sul fatto che il “patent trolling” fosse fastidioso ed insidioso vi erano ben pochi dubbi, così come anche che fosse particolarmente dispendioso per il sistema e per le aziende ma che costasse anche agli altri operatori del settore restava, sino a qualche ora addietro, soltanto una supposizione confermata adesso dal recente studio condotto dall’Università di Boston che ha interessato un totale di 82 hardware e software vendor.

Innanzitutto, per chi non lo sapesse, con il termine “patent troll” si è soliti indicare, con connotazione negativa, una società che acquista licenze e brevetti ma che non li impiega per offrire servizi o, ancora, per la produzione di beni senza quindi contribuire al processo di ricerca e sviluppo così come le altre società, università o enti.

Ora, tenendo conto di ciò, stando a quanto emerso dallo studio condotto dall’Università di Boston le denunce di patent troll avrebbero coinvolto, almeno sino a questo momento, ben 2.150 differenti aziende per un totale di più di 5.800 processi.

Intel presenta Studybook, il tablet per lo studio

Le indiscrezioni avevano già iniziato a circolare la scorsa settimana ma la notizia ha trovato conferma soltanto durante le ultime ore durante le quali lo StudyBook di Intel è stato presentato ufficialmente dal chipmaker.

Partendo dall’idea che sul mercato c’è sufficientemente spazio per device studiati per l’insegnamento, progettati per poter essere impiegati negli edifici scolastici e, sopratutto, direttamente tra le mani dei giovanissimi, Intel ha messo a punto un nuovo modello di tablet della linea Intel Learning Series che ha il vantaggio della compatibilità software propria delle CPU Intel e che, sopratutto, potrà essere acquistato ad un costo contenuto ed abbordabile per la maggior parte degli utenti equivalente a circa 200 dollari, almeno stando a quanto reso noto sino a questo momento.

Per quanto concerne le specifiche tecniche, invece, lo StudyBook presenta dimensioni pari a 207 x 135 x 16,5 mm ed un peso complessivo equivalente a 525 gr., è dotato di un processore single core Atom Z650 a 1.2GHz accoppiato al chipset SM35, dispone di uno schermo multitouch capacitivo da 7” con risoluzione 1024×600, di 1 GB di RAM, può contare su tagli di memoria da 4, 8, 16 o 32 GB e dispone di due videocamere poste sulla parte frontale ed una, invece, collocata sul retro.

Google Chrome: il browser web più utilizzato per un giorno

Google Chrome batte la concorrenza per un giorno

Durante il weekend oramai trascorso Google Chrome ha superato l’incontrastato, o quasi, predominio di Internet Explorer divenendo quindi il browser web più utilizzato al mondo ma, attenzione, soltanto per un giorno!

Si, esatto, soltanto per 24 ore poiché, così come messo in evidenza dallo studio condotto dalla società di analisi Web StatCounter, durante la giornata di domenica 18 marzo 2012 il browser web reso disponibile dal gran colosso delle ricerche in rete è stato quello più utilizzato in Brasile, in India e in Russia totalizzando, in tal modo, circa il 32% del traffico, ovvero tanto quanto basta per rendere Google Chrome lo strumento di navigazione online maggiormente utilizzato tra la vasta utenza dell’intero globo terrestre pur continuando ad occupare la seconda o la terza posizione in classifica in Cina, negli Stati Uniti e in Germania.

Italia: smartphone, tablet, apps e social network trainano la crescita digitale

Italia nuovi media digitali

Se nel suo complesso il mercato dei media in Italia è continuato a calare durante il 2011 oramai trascorso, smartphone, tablet, apps e social network, ovvero tutto ciò che fa parte dell’esclusiva categoria dei nuovi media digitali, pare stiano riuscendo a trainare il mercato facendo entrante il Bel paese a pieno titolo nell’universo dell’economia digitale, almeno secondo quanto emerso dall’ultimo studio dell’Osservatorio New Media & New Internet del Politecnico di Milano.

Il consumo dei media digitali pare infatti stia prendendo una piega completamente diversa da quella assunta in passato abbandonando il vecchio web in favore di applicazioni ed il mondo dei motori di ricerca a favore, invece, di quello dei social network, il tutto agendo direttamente da smartphone e tablet, ovvero in piena mobilità.

Il cambiamento di internet, infatti, è dettato sopratutto dalla sempre maggiore diffusione di nuovi dispositivi in grado di amplificarne e moltiplicarne le occasioni d’utilizzo anche tra quel gran numero di abitanti del Bel paese che, per un motivo o per un altro, risultano da sempre, o quasi, meno inclini all’utilizzo dei ben più traidizionali computer andando quindi sempre più ad abbattere le frontiere del digital divide.

Internet diventerà la quinta potenza economica mondiale

Internet quinta potenza economica mondiale

Tra circa quattro anni ci saranno un totale di ben tre miliardi di utenti intenti a navigare online (o, molto più semplicemente, di “internauti”) e, a quel punto, il valore complessivo di internet risulterà pari a 4.200 miliardi di dollari soltanto nei paesi appartenenti al G20 il che, secondo quanto emerso dallo studio condotto dalla BCG (Boston Consulting Group), farà di internet una tra le principali potenze economiche al mondo.

Prendendo in considerazione i 4,2 miliardi di dollari corrisponendi al giro d’affari che ruoterà attorno ad internet nel 2016 e confrontandolo poi con i vari colossi rappresentati dagli stati nel mondo è possibile inserire internet e, di conseguenza, l’economia del web, direttamente al quinto posto in classifica tra le potenze mondiali.