Square, nasce un servizio di pagamenti online per iPhone

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Qualche tempo fa è stato annunciato un progetto, nome in codice Squirrel, il cui fondatore è uno dei cofondatori di Twitter.

Squirrel, da oggi conosciuto come Square, è un sistema di pagamenti online on the go. Si basa su un accessorio per iPhone e un’applicazione in grado di leggere le carte di credito ed effettuare pagamenti attraverso il proprio network (qualcosa di simile a PayPal).

Secondo quanto dichiarato dai fondatori, Square vuole essere un progetto low cost, l’obiettivo è quello di poter distribuire gratuitamente gli accessori necessari e l’applicazione, la monetizzazione avverrà ovviamente sulle transazioni. Non si sa ancora quali percentuali intendono imporre, ciò che si sa è che per ogni transazione un centesimo sarà donato ad una no-profit a scelta del commerciante.

L’era del Cloud Computing, a che punto siamo?

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Una delle innovazioni principali dei nostri tempi è il cloud computing. Molti non sanno minimamente di cosa si stia parlando e pure ogni giorno ne utilizziamo i servizi e contribuiamo alla sua crescita.

La cloud, o nuvola, è composta dall’insieme di WebApp messe a nostra disposizione dalle varie compagnie web. Gmail, Zoho, Yahoo Answer, Greader, Facebook, etc. Tutti questi servizi sono indipendenti fra loro e possono funzionare stand-alone, allo stesso tempo però possono essere integrati attraverso l’utilizzo di varie tecnologie, una su tutte le API.

E così da Greader sarete in grado di inviare un articolo sfruttando il servizio di posta GMail, oppure di postare un link su Friendfeed che provvederà a feeddare il vostro stream di Facebook piuttosto che Twitter.

Il successo principale del cloud computing è dovuto alla sua scalabilità. Anziché allocare un determinato numero di risorse per ogni accesso, grazie al cloud computing è possibile rendere il consumo di risorse on-demand, con grande risparmio per le aziende e soprattutto con un’ottimizzazione delle risorse che rende possibile l’esecuzione di applicativi complessi senza appesantire la rete.

Amazon è interessata all’acquisto di Netflix

Amazon è interessata all'acquisto di Netflix

Buone notizie per tutti i noleggiatori incalliti di DVD e Blu-ray Disc: sembra proprio che Amazon stia contrattando l’acquisto di Netflix, il celebre servizio online che permette di noleggiare Film online e/o guardarli in streaming, ovviamente in maniera del tutto legale, a prezzi decisamente bassi. La news ha provocato un’impennata pazzesca del titolo in borsa, che ha guadagnato ben 7 punti percentuale, come è possibile vedere dai grafici di Google Finance.

Alla base di questa mossa commerciale ci sarebbe la necessità di Amazon di espandere il suo servizio di video On Demand, unendolo a quello ormai celebre di Netflix, basato sullo streaming. Attualmente, le due società sono in competizione con la Apple TV della società di Cupertino e con Microsoft, anche se Netflix è stato concepito per funzionare anche sulla XBOX 360.

MyFax, vecchi mezzi duri a morire

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Avete uno scanner, potete inviare informazioni in formati video, audio, potete inviare pdf, email in html, lasciare un messaggio sulla segreteria telefonica skype, usare la vostra firma digitale e fare qualunque altra cosa la rete abbia messo a nostra disposizione negli ultimi decenni, ma verrà il giorno in cui dovrete mandare un fax.

A differenza di altri media, il fax è decisamente duro a morire. Nonostante ormai ci siano mezzi di gran lunga superiori dal punto di vista qualitativo e organizzativo, a tutti noi è capitato nella vita di trovarsi di fronte l’enorme inadeguatezza nel dover mandare un fax. Se avete un’azienda, lavorate per un’ufficio, dovete sottoscrivere un contratto a distanza e via dicendo, quello che vi verrà richiesto è di inviare un fax.

MyFax, come altri servizi simili, ci viene incontro nel rendere più geek questi momenti e soprattutto nel farci risparmiare un po’ di soldini. Si propone in varie versioni, una gratuita che vi permette “solo” di scegliere fra 178 formati di file da inviare verso 42 paesi al mondo per un massimo di 2 fax al giorno da 9 pagine l’uno. Praticamente più di quello che serva a chiunque di noi.

Xp batte Vista nel cuore delle aziende

Se è vero che gli Stati Uniti sono lo specchio del mondo tecnologizzato, possiamo dire che Windows XP è ancora il re -quasi- incontrastato del mondo dell’informatica. Nel settore business, infatti, Windows Vista pare non aver riscosso grande successo tanto che molte aziende hanno preteso -ed ottenuto- di avere Windows XP come sistema operativo anche grande distanza dall’uscita ufficiale di Vista.

Anche se non grave come negli States, in Europa Vista non decolla rimanendo relegato agli utenti casalinghi. Dati alla mano, Windows XP è la scelta di oltre il 70% degli acquirenti business mentre solo il 10% ha scelto Vista per la propria azienda.

Microsoft-Yahoo, la telenovela continua

Anno nuovo accordi nuovi e Microsoft riprova, nel braccio di ferro più lungo della storia, a vincere la battaglia con Yahoo. La telenovela, di cui ultimamente vi avevamo parlato qui, ha appena sfornato una nuova puntata con nuovi personaggi e colpi di scena.

Nella storia, come dicevamo, appaiono due nuove comparse, mentre fino a qualche tempo fa Ballmer interloquiva sopratutto con Yerry Jang, dal quale ha ricevuto diverse porte in faccia, adesso ha a che fare con la nuova CEO, Carl Bartz, e con il presidente di Yahoo, Roy Bostock, per questo motivo la trattativa non è perduta.

Natale geek, com’è andata?

Passate le festività per i negozianti è tempo di bilancio. Come saranno andate le vendite dei nostri gadget preferiti? Lo vediamo subito.

Mentre lo scorso anno a farla da padrone sono stati i cellulari, quest’anno a farla da padrone ci sono i notebook, agevolati dalle offerte natalizie, ed i televisori a schermo piatto. In particolare si registra un incremento delle vendite dei portatili di un buon 40%, bene anche le fotocamere con un +5%.

Wikipedia, obiettivo raggiunto

Quale modo migliore di iniziare il nuovo anno se non quello di festeggiare il raggiungimento dell’obiettivo di 6milioni di dollari di donazioni in favore di Wikipedia? L’enciclopedia libera più amata e discussa, infatti, è riuscita nell’intento di ricevere tante donazioni quante ne servono per poter andare avanti mantenendo indiscussi i principi che l’hanno resa tanto popolare.

Ultimamente l’enciclopedia è stata spesso al centro di polemiche riguardo la politica di totale rifiuto delle inserzioni pubblicitarie come fonte di sostentamento economico, tanto da doversi difendere dalle accuse di voler speculare sulle donazioni spontanee degli utenti, frutto dell’ottima fama di cui gode Wikipedia.

Bufera per Google, Apple e Microsoft

Pare proprio che l’anno finisca maluccio per le grandi dell’IT, Google, Apple e Microsoft infatti sono state chiamate in causa in per una presunta violazione di copyright. La denuncia, fatta dalla Cignus Systems, è relativa la violazione di un brevetto intitolato “Sistema e metodo di gestione per ambiente software a icone” che a detta dell’azienda riguarderebbe i metodi di visualizzazione anteprima dei file.

In poche parole i software di Google, Apple e Microsoft che contengano al loro interno funzioni di anteprima del contenuto di file o cartelle sarebbero illegali perché, a detta della Cignus Systems, sarebbero stati copiati dal loro brevetto. Una bella grana!

“Wake up your phone”, la nuova campagna di SanDisk per informare gli utenti sulle potenzialità delle schede di memoria per cellulari e fotocamere

SanDisk

“La maggior parte dei teen-ager non sa nemmeno di avere in tasca un telefonino capace di compiere decine e decine di operazioni e di immagazzinare centinaia di ore di film e musica”. Così Dan Hogan, direttore marketing della divisione mobile della SanDisk, società leader nel mercato delle schede di memoria, spiega a Geekissimo.com la scelta di lanciare una campagna integrata radio-stampa-Tv-internet, chiamata “Wake up your phone” (letteralmente, “risveglia il tuo telefono”), per informare gli utenti dei telefonini di nuova generazione sulle potenzialità dell’apparecchio che si portano in tasca.

“La nostra missione – continua Hogan – è quella di informare l’utente dell’esistenza delle slot per le memory card nei loro cellulari e ‘svegliarli’”. La campagna vede, tra l’altro, anche la partecipazione di hostess che, presenti in numerosi eventi live nazionali e internazionali (vedi, ad esempio, l’Heineken Jammin’ Festival, che lo scorso fine settimana ha raccolto al parco San Giuliano di Venezia una media di ottantamila persone al giorno per ascoltare artisti del calibro di Vasco Rossi, Alanis Morrissette, i Police, e così via) chiedono a ragazzi e ragazze di mostrare loro il proprio telefono cellulare; in questo modo è possibile andare ad “educare” la fascia degli utenti meno esperti, spiegando loro come attraverso gli slot per memory card i telefoni cellulari si possano “svegliare” con nuove possibilità di archiviazione per musica, fotografie e video.

Microsoft acquista Navic Networks per un costo di $200 o $300 milioni!

Microsoft in questi ultimi anni ha speso ben 70 miliardi di dollari per pubblicizzare i propri prodotti in TV. Come ben sapete, la televisione è un mezzo di comunicazione molto importante, molti vedono la tv ogni giorno e sono tante le aziende che si affidano a questo mezzo di comunicazione per pubblicizzare i propri prodotti. I guadagni derivanti da questi sponsor sono alti, ma sono elevati anche i costi che devono avere le aziende per comprare questi spazi.

Proprio per limitare al massimo questa spesa, Microsoft ha deciso di spendere una bella cifra, si parla di 200 o 300 milioni di dollari, per comprare, l’azienda leader in America per vendita di spazi pubblicitari interattivi in TV. Sto parlando della NavicNetwork, quest’azienda tra il 1999 e il 2001 ha fatturato ben $43 milioni, vendendo spazi pubblicitari interattivi sulla tv via cavo americana. Che cosa sono queste pubblicità interattive? Conosciamole insieme.

Microsoft si allea ufficialmente con One Laptop per Child: è la vera sconfitta del progetto?

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Microsoft ha ufficialmente annunciato di aver “unito le forze” insieme a One Laptop per Child, l’associazione che vuole abbattere il digital divide, soprattutto nei Paesi del terzo mondo, vendendo computer portatili per 100 dollari. Fino ad ora le macchine erano equipaggiate con versioni apposite di Linux; molte associazioni e nazioni (come l’Egitto, ad esempio), però, hanno chiesto di poter avere i computer con Windows Xp installato.

Molti hanno pensato si tratti di una mossa estrema per cercare di far decollare un po’ di più il progetto, che ultimamente non stava andando poi così bene: “Mentre è certamente vero che il progetto non sta andando come volevamo – ha ammesso l’ideatore, Nicholas Negroponte – è anche vero che certe nazioni nel mondo prima di ordinarci i computer chiedevano sempre insistentemente che sopra ci fosse installata una versione di Windows“.

Quanto valgono i dati rubati su internet? Ecco un incredibile tariffario!

Criminali

Le informazioni personali di ognuno di noi, è ovvio, sono senza prezzo. Ma tutto ha un prezzo e tutto ha un mercato… anche i dati (magari rubati) del vostro conto in banca. L’ha scoperto la McAfee Avert Labs, che ha pubblicato una lista che i criminali utilizzano per acquistare e vendere numeri di carte di credito, password per il login ai conti e altri dati rubati sul Web.

Una scoperta fatta quasi per caso, quando i ricercatori sono incappati in un sito che proponeva, a un prezzo molto alto, “dati di alta qualità”. E andiamolo a vedere, allora, questo tariffario. Un conto in banca presso la Washington Mutual Bank, negli Stati Uniti, con un saldo in attivo di 14.400 dollari costa circa 600 euro, mentre un conto inglese alla Citibank con un saldo di diecimila pound costa 850 euro.

Starbucks abbandona il business dei music store

Starbucks

Starbucks, grande catena americana e mondiale di caffetteria, è una delle prime “vittime illustri”, se così si può dire, del boom della musica digitale e dell’Mp3. La multinazionale del caffè, infatti, dopo solo un anno di lavoro ha annunciato di aver lasciato la gestione della sua costola multimediale Hear Music al Concord Music Group.

La strategia di Starbucks, ora, è tutta destinata a come sfruttare le connessioni Wi-Fi (disponibili in ogni caffetteria). Ricordiamo che qualche tempo fa proprio Starbucks aveva stretto un accordo con l’iTunes Music Store di Apple per far sì che i clienti delle caffetterie potessero scaricare al volo e via Wi-Fi l’audio che stavano ascoltando in quel momento in diffusione.